STUPIDA RAZZA

lunedì 31 gennaio 2022

Con lo stop alle moratorie aumenta il rischio di una tempesta perfetta

 

Quello che non hanno potuto i lockdown e gli strascichi della pandemia rischiano di innescarlo le scelte del governo. In una fase in cui le elezioni al Quirinale sembrano catalizzare l’attenzione dei politici, lasciando forse troppe responsabilità nelle decisioni su questioni molto delicate ai tecnici. Il risultato è una tempesta perfetta che potrebbe presto scaricarsi su un paese che sta a fatica riprendendosi dalla crisi e ancora se ne porta dietro le ferite. La norma che blocca le cessioni multiple dei crediti fiscali dei bonus edilizi arriva proprio quando è entrata a pieno regime la macchina dei lavori e le imprese di sono riempite la pancia di quei “titoli” allo scopo di rivenderli. Un mercato da 15 miliardi di valore, con relative cartolarizzazioni, sul quale ora si vuole tirare il freno a mano. Il default di migliaia di imprese edili è dietro l’angolo: i pagamenti dei fornitori sono fermi da settimane, i cantieri bloccati e vuoti da giorni. Entro un mese si smetterà di pagare gli stipendi e le imprese più fragili cominceranno a saltare. E tutto ciò accadrà quando? Proprio mentre cominceranno a scadere i primi solleciti di pagamento per le rate dei prestiti appena uscite dalla moratoria ma per le quali le aziende non sono in grado di pagare. Circa 36 miliardi in tutto fotografati nelle settimane scorse dalla Banca d’Italia: si stima che almeno un buon 10% si trasformerà in insolvenze. Una bella palla di neve da 4 miliardi che comincerà a rotolare diventando prima Npl e poi garanzie da escutere per lo Stato, perchè garantite in media tra il 33% e l’80 per cento. Se tutto va bene 2 miliardi secchi di nuovo debito per le casse pubbliche.Nessuno si è dato da fare per prorogare quelle moratorie prima che scadessero il 31 dicembre (erano tutti occupati a dividersi i soldi della legge di Bilancio). Se lo si fa ora, scattano le regole Eba che impongono la riclassificazione a credito deteriorato. In verità con il decreto Sostegni Ter almeno sono state le moratorie per i terremotati del Centro Italia. Proroga per quale ieri l’Abi ha espresso soddisfazione. E poi ci sono le altre rate: quelli dei circa 230 miliardi di prestiti garantiti sempre dallo Stato, soprattutto quelli sopra i 30 mila che hanno un taglio medio di 200 mila euro. A fine marzo scade  il preammortamento dei prestiti; alla rata di soli interessi va aggiunto il capitale. Si calcola che una rata media rischia di passare da un semestre all’altro da 4 mila a 14 mila euro. Ci saranno molte imprese che faranno fatica a stare dietro ai pagamenti. Peraltro, tornando alla paralisi che ora rischia il settore dell’edilizia appare complicato che le imprese in crisi di liquidità possano fare ricorso ai prestiti garantiti (indebitandosi ulteriormente): la legge prevede che vada dimostrato il danno dovuto alla pandemia per accedervi. La causale “cambio in corsa delle regole del gioco” non è contemplata. All’origine della tagliola di legge ci sarebbero sacrosante esigenze di prevenzione del riciclaggio. Una considerazione: escludere le banche dalla cessione multiple, quando esse sono il principale attore delle segnalazioni sospette è assurdo. Per gli altri operatori, soprattutto grandi aziende a partecipazione pubblica e utility, si può estendere lo stesso obbligo. Già il decreto antifrode impone loro molti adempimenti. Quale migliore occasione per poi rivendicare un primato, visto che l’Italia si candida a ospitare la sede della nuova Autorità europea per l’Antiriciclaggio.

Nessun commento:

Posta un commento