Turismo, alberghi e ristorazione pagano un prezzo ancora elevato al protrarsi della pandemia. Se la ripresa della mobilità nelle estati del 2020 e del 2021 ha consentito di limitare i danni, la nuova battuta d’arresto dei viaggi dall’autunno in poi e la ridotta frequentazione dei ristoranti, rischiano di riportare il livello degli occupati sotto la soglia del 2019. Prima della pandemia, lavoravano nel turismo, negli alberghi e nella ristorazione 3,5 milioni di persone. «Se entro i prossimi 30 giorni non supereremo la quarta ondata dell’epidemia - spiega la presidente di Federturismo Marina Lalli - non imboccheremo la via della ripresa nel 2022. Per mantenere nelle nostre aziende i lavoratori, che sono formati e che non vorremmo perdere, sarebbero necessari sgravi contributivi consistenti anche gli assunti». In affanno la ristorazione collettiva, che ha sì lavorato nella sanità e nella scuola ma è ridimensionata nelle mense aziendali per il ricorso allo smart working. Su 96mila addetti (l’82% donne), 8mila sono stati in cassa integrazione fino a dicembre 2021 e ora rischiano il posto. «Rispetto ai livelli prepandemia - spiega Carlo Scarsciotti, presidente di Angem, l’associazione della ristorazione collettiva - il comparto mense aziendali segna un calo del fatturato del 25%: serve ancora un sostegno».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento