Banche, in dieci anni sportelli dimezzati: chiudono 2.500 filiali
ALTRI DISOCCUPATI !
Nei prossimi tre anni le maggiori
banche italiane puntano a chiudere altre 2.500 filiali, portando il
numero complessivo ampiamente
sotto le 20.000 unità. Dieci anni
fa, nel 2012, erano circa 33.000,
mentre alla fine del 2020 erano
già scese a 23.480 (secondo i dati
di Bankitalia).
Per il 2021 non esistono ancora
dati ufficiali cumulativi, ma solamente Intesa Sanpaolo ne ha
chiuse 450 ed è ragionevole supporre che il totale dei tagli agli
sportelli abbia superato ampiamente quota 1.000.
Le prospettive
Nel prossimo triennio - anche
stando solo ai piani industriali finora approvati da Intesa, UniCredit, BancoBpm e Bnl-Bnp Paribas
- ne sono previsti almeno altre
1.643 (si veda la tabella a fianco).
A cui si aggiungeranno quelli che
inevitabilmente arriveranno
quando a giugno saranno presentati i nuovi piani industriali di
Bper, di Credit Agricole Italia e soprattutto di Mps che dovrebbero
portare il saldo totale delle chiusure programmate nei dintorni delle 2.500 unità (che vanno ad
aggiungersi alle 2.000-2.500 già
chiuse nel biennio 2020-2021).
Ma il riassetto della rete distributiva non comprende solo le
banche di maggiore dimensione,
che in Italia rappresentano circa
il 60% del totale, e riguarda invece
l’intero sistema. Compresa Deutsche Bank, che ha annunciato
(senza ancora quantificare) la riduzione della rete di sportelli.Difficile dire quale sarà il punto di
arrivo complessivo a fine 2024 ma
a questo punto è probabile che
non sarà molto dissimile dalla
previsione che alla fine del 2019
fece la società di consulenza Oliver Wyman - che dopo la pubblicazione sul IlSole24Ore suscitò
ampie reazioni in ambito sindacale e Abi - quando prevedeva la
chiusura di 7.000 sportelli bancari in Italia nei successivi cinque
anni. A contribuire all'avverarsi di
quella previsione, che “all'epoca”
poteva sembrare allarmistica, sono stati gli effetti dell’imprevedibile pandemia del Covid che, con
la semi-chiusura delle filiali, ha
obbligatoriamente accelerato la
tendenza all'utilizzo in modalità
digitale dei servizi bancari. Una
tendenza destinata a proseguire,
con inevitabili conseguenze
sull'industria bancaria, sui dipendenti e sui clienti.
Modello omni-canale
A livello industriale, è ormai evidente che il modello omni-canale
a forte impronta digitale è destinato a prevalere sul canale puramente fisico. Lo dimostra la scelta
del leader italiano Intesa Sanpaolo, che ha varato la banca digitale Isybank per gestire i 4 milioni di
clienti “marginali” (generatori di
soli 200 milioni di ricavi) e abbattere i costi per servirli in modo
tradizionale.
Ma un ulteriore dimostrazione
delle potenzialità della conversione delle banche tradizionali al
digital banking arriva dal secondo gruppo spagnolo Bbva che da
pochi mesi, si vedrà poi con quanto successo, ha deciso di sbarcare
in Italia aprendo una banca fully
digital evitando di investire in
uno dei tanti istituti tradizionali
in vendita nel Paese. Altre iniziative di questo tipo da parte di
gruppi esteri, a quanto risulta al
Sole24Ore, sono in cantiere e vedranno la luce nel 2022.
La ricaduta occupazionale
La «rivoluzione industriale digitale» in corso nel settore bancario
ha un’evidente ricaduta sul versante occupazionale. (🤔🤔🤔) Ricaduta
che finora è stata gestita con responsabilità da banchieri e sindacati perché gli accordi siglati
tra sindacati e grandi banche
stanno limitando i danni sociali
della “rivoluzione” in corso: a
ogni due uscite, gestite tra prepensionamenti e volontarie incentivate, corrisponde l'assunzione di un giovane. Se il riassetto in corso non ha portato a maggiori ricadute occupazionali è
soprattutto perché banche e sindacati hanno concordato la riqualificazione professionale di
alcune decine di migliaia di ormai
ex “sportellisti” bancari (8.000
nella sola Intesa Sanpaolo) a
nuove mansioni. Operazione non
facile e certamente costosa (in
ore di formazione) ma rivelatrice
della volontà delle banche di
puntare sulla centralità del capitale umano anche nella nuova era
multicanale, sviluppando un
nuovo modello di servizio per
una clientela che in larga maggioranza è ormai abituata alle
transazioni digitali.
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