L’escalation della crisi in Ucraina infiamma i prezzi dell’energia, proiettando il petrolio a un soffio da 100
dollari al barile: il Brent si è spinto fino
a quota 99,50 dollari, in rialzo di circa
il 4% rispetto a lunedì e di quasi il 30%
da inizio anno, per poi concludere la
seduta intorno a 97 dollari. Un passo
indietro legato alla relativa rassicurazione offerta dalle prime sanzioni occidentali, che non sembrano porre
ostacoli all’export di combustibili (né
di altre materie prime) dalla Russia. A
frenare il rally c’è anche la possibilità
di un accordo imminente sul nucleare
iraniano, che consentirebbe a Teheran di riportare sul mercato più di un
milione di barili al giorno di greggio.
Ma l’appuntamento con quotazioni
del barile a tripla cifra – mai più raggiunte dal 2014 – appare solo rinviato.
La domanda petrolifera corre,
mentre l’offerta non riesce a tenere il
passo. E le tensioni geopolitiche non
fanno che aggravare il rischio di carenze: in caso di “incidenti” (che
coinvolgano la Russia o meno) l’attuale capacità produttiva di riserva,
quasi tutta in mano all’Arabia Saudita, potrebbe non bastare.
Anche il mercato del gas intanto rimane in tensione: il prezzo ieri è balzato di oltre il 10% al Ttf per riportarsi
intorno a 80 euro per Megawattora,
più o meno ai livelli di inizio febbraio.
Le forniture del resto continuano a
scorrere indisturbate verso il mercato
europeo e – purché la situazione non precipiti ulteriormente – dovrebbero
continuare a farlo: in teoria anche dalla
Russia, sia pure con i flussi ridotti cui
siamo ormai abituati (e che oggi compensiamo con arrivi record di Gnl).
Il fatto che la Germania abbia congelato l’iter autorizzativo del Nord
Stream 2 ha un forte peso politico ma
non incide troppo sul mercato, che
aveva già scontato un rinvio a tempo
indefinito dell’avvio del gasdotto nel
Mar Baltico, completato da Gazprom
a settembre. Inoltre la primavera
avanza: presto spegneremo i termosifoni, dimezzando i consumi europei
di gas, e le scorte Ue dovrebbero tornare su livelli “normali” a giorni, grazie alle importazioni di Gnl che hanno
ridotto il ritmo dei prelievi. La sicurezza degli approvvigionamenti resta
comunque fragile, appesa agli sviluppi della crisi in Ucraina. E per questo
c’è da aspettarsi volatilità sul mercato.
Il presidente russo Vladimir Putin
ieri è tornato a rassicurare che Mosca
«vuole continuare senza interruzioni a
rifornire il mercato di gas, anche in forma di Gnl, a migliorare le relative infrastrutture e ad accrescere gli investimenti nel settore». Ma non si può escludere che ulteriori sanzioni in futuro vadano a colpire, magari in modo
indiretto, le esportazioni di combustibili. Il Cremlino stesso potrebbe usare
l’energia come arma per eventuali ritorsioni. E la Ue sarebbe particolarmente vulnerabile. La Russia infatti
non solo soddisfa quasi il 40% del nostro fabbisogno di gas, ma è un nostro
fornitore chiave anche di petrolio e derivati, oltre che di prodotti agricoli (soprattutto grano) e di molti metalli. Non
a caso ieri anche alluminio e nickel hanno aggiornato i record al Lme, spingendosi rispettivamente a 3.380 dollari –
massimo dal 2008 – e a 24.555 dollari
per tonnellata, massimo dal 2011.
Nel settore petrolifero ci sono molte Major occidentali che operano in
Russia (la più esposta è Bp, che possiede il 19,7% di Rosneft, ma hanno interessi importanti anche Shell, TotalEnergie e l’americana ExxonMobil).
Sono di origine russa un quarto delle
importazioni europee di greggio, per
un totale di circa 2,5 milioni di barili al
giorno. E ancora più forte è la nostra
dipendenza per i prodotti raffinati: le
importazioni di diesel e altre varietà
di gasolio ci arrivano addirittura per
il 50-60% dalla Russia, al ritmo di 4-6
milioni di tonnellate al mese secondo
Argus. Cambiare fornitore in corsa
potrebbe essere non solo costoso, ma
ai limiti dell’impossibile.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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