STUPIDA RAZZA

sabato 26 febbraio 2022

Con le riaperture a passo di lumaca cadono le ultime bugie sul green pass

 

Eravamo in emergenza,
non eravamo liberi, ma non
lo sapevamo. Anzi, se a Nata-
le Mario Draghi aveva chie-
sto ancora un po di pazienza
e qualche piccolo sacrificio
era proprio «per difendere la
normalità raggiunta». Ades-
so però, dalle fanfare dei
giornaloni sulle «riapertu-
re» del 1° marzo e sulla fine
dello stato demergenza a
partire dal 31 marzo, si sco-
pre che anche negli ultimi
tre mesi milioni di italiani
sono stati limitati nelle loro
libertà fondamentali. A co-
minciare da coloro che, a
torto o a ragione, non si era-
no o non si sono vaccinati e
sono stati messi spalle al mu-
ro, con la minaccia di perde-
re persino ogni fonte di red-
dito.
«D ra g h i: emergenza fini-
ta, adesso riapriamo tutto»,
titolava ieri La Stampa di To-
rino. «Covid, lemergenza è
finita. Draghi: dal primo
aprile stop anche al sistema
ai colori», annunciava Il Cor-
riere della Sera, con la gioia
di chi si lascia alle spalle un
periodaccio. «Covid, da apri-
le via i colori. D ra g h i: «l o-
biettivo è riaprire tutto»,
strillava La Repubblica d eg l i
Ag nelli-E l ka n n, che con un
piccolo capolavoro grafico
metteva sotto questo titolo
u naltra gran bella notizia:
«Stellantis fa utili record,
premiata la fusione». Da do-
mani, con la scusa della
guerra in Ucraina, di nuovo
cassa integrazione a richie-
sta, musi lunghi degli azioni-
sti e, incassate le ricche ce-
dole, nuove richieste di sus-
sidi pubblici al governo?
E insomma, gli italiani
erano leggermente sacrifica-
ti, ma lo scriveva solo La Ve-
rità. Nel coro sinfonico sen-
za memoria di questa nuova
Italia dei migliori e dei com-
petenti, con politici e opinio-
nisti che cingu ettano su
Twitter tutto il dì, ci si era
scordati le parole dello stes-
so presidente del Consiglio
alla vigilia di Natale. Nella
conferenza stampa del 21 di-
cembre, quella in cui si giocò
probabilmente lelezione a
capo dello Stato definendosi
«un nonno al servizio delle
istituzioni», Draghi a f fe r m ò :
«Dobbiamo difendere la nor-
malità che abbiamo raggiun-
to, senza nuove chiusure,
continuando a garantire la
scuola in presenza e una so-
cialità soddisfacente».
Ed eccolo lelenco delle
«normalità» raggiunte, che
oggi ricaviamo dai calendari
delle «riaperture» che in
queste ore tutti i media stan-
no diff ondendo, dopo non
aver fatto un plissé per tutto
linve r n o.
Da martedì 1° marzo, stop
alla quarantena per chi arri-
va in Italia da nazioni extra
Ue, con leffetto tragicomico
che i turisti stranieri avran-
no più diritti di milioni di
italiani, in quanto evidente-
mente meno contagiosi di
noi. Dal 10 di marzo, si po-
tranno visitare i parenti in
ospedale, ma per non più di
45 minuti. Insomma, basta
con tutti questi anziani che
muoiono da soli, dopo che
un portavoce dei parenti è
stato costretto per settima-
ne a parlare al telefono con
un portavoce del reparto
ospedaliero. Di pari impor-
tanza, almeno come si evin-
ceva ieri dalle «pillole» utili
del Sole 24 Ore, il fatto che al
cinema si potranno nuova-
mente mangiare i pop corn,
ma sempre tra due settima-
n e.
Il 31 marzo, poi, viene la-
sciato scadere lo stato di
emergenza e quindi (ma è
meglio dirlo a bassa voce),
lItalia tornerà a essere la fa-
mosa culla del diritto. Dal 1°
aprile, poi, e non è uno
scherzo, basta con le qua-
rantene da semplice contat-
to a scuola. La misura che ha
rischiato di paralizzare mi-
lioni di famiglie, con migliaia
di ragazzi falsi positivi o po-
sitivi non sintomatici, scade
come uno yogurt e chi si è
visto si è visto. Sempre dal 1°
aprile, allaperto non sarà
più necessario il super green
pass e lo stesso vale anche
per alberghi e mezzi di tra-
s p o rto.
Mentre il 15 giugno (che
non è esattamente domani
ma pazienza, siamo in festa
lo stesso), cade anche lobb l i-
go di vaccinazione per gli ul-
tracinquantenni. Una misu-
ra di una certa rilevanza, si-
curamente a lungo meditata
da Roberto Speranza e dai
suoi aurei consulenti del Cts
e che si pensava potesse es -
sere una di quelle imposizio-
ni che o sono giuste o sono
sbagliate. E invece viene trat-
tata come limposizione del-
la zona a traffico limitata sot-
to le feste: un po va bene, ma
poi stufa.
Con la fine dellemerge n za
(fantasma), cadono anche
una serie di misure che fino
a ieri sembravano letteral-
mente vitali, come le ma -
scherine Ffp2 a scuola e il
sistema delle Regioni a colo-
ri, bianche, gialle, arancioni
e rosse. Una bellissima noti-
zia anche per alcuni assesso-
ri che si sono industriati per
mesi a conteggiare posti let-
to nei vari «reparti Covid» e
nelle terapie intensive con
un occhio ai diktat del mini-
stero della Salute e con un
altro al punto di rottura del
sistema economico locale.
D ra g h i, mentre rinuncia-
va allidea di andare a far due
chiacchiere con un V l ad i m i r
Puti nche aveva già deciso di
bombardare Kiev, ha anche
annunciato lintenzione di
mettere «gradualmente fine
allobbligo di utilizzo del cer-
tificato verde rafforzato», a
partire dalle attività allap e r-
to, tra cui fiere, sport, feste e
spettac o l i .
Non è chiaro se lo farà dav-
vero, anche perché il green
pass non blocca i contagi, ma
allo Stato può sempre servi-
re, specie se abbinato alla de-
monizzazione del contante,
al progetto delleuro digitale
e al coinvolgimento dellA-
genzia delle entrate nella
sanzione delle violazioni
d el lobbligo vaccinale. In
ogni caso, vista comè andate
con le «riaperture» di questi
giorni, è facile prevedere che
quando Draghi abolirà il cer-
tificato verde, i giornaloni
che lo hanno difeso strenua-
mente applaudiranno senti-
tamente alla sua scomparsa
e al trionfo delle libertà co-
stituzio n a l i.

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