Orsù, prepa-
rarsi all’ennesi-
ma coda davanti
al centro vacci-
nale. Arrotolare
la manica della
camicia. Scoprire il deltoide. A settembre
quarta dose per tutti. Ce lo
impone il fulgido esempio di
Israele, dove l’ennesima ino-
culazione è stata un succes-
sone. Peccato che i dati, im-
pietosi, dicano il contrario.
Poco importa. Ieri, dopo in-
colmabile assenza, è tornato
sul proscenio dell’ultrarigo-
rismo sanitario nientemeno
che Nicola Magrini, direttore
generale dell’Aifa, la supre-
ma Agenzia italiana per il far-
maco. Mica micio micio bau
bau. Bensì l’espertissimo a
capo dell’ente che vigila sui
vac c i n i .
Viene intervistato da Re-
pubblic a. «Sta partendo in
questi giorni il richiamo boo-
ster per gli immunodepressi»
ricorda. Poi, avverte: «Si valu-
terà in estate se fare un ri-
chiamo per tutti o solo sopra
una certa età, che potrebbe
essere 50 o 60 anni». Quindi,
assicura: «Israele ha visto di-
mezzarsi i contagi dopo la
quarta dose, ma i casi erano
già bassi con la terza». Infine,
si rammarica: «Stavolta il
Paese non ha fatto scuola con
l’ulteriore richiamo». Per
fortuna, lascia intendere, l’I-
talia seguirà invece questo
inarrivabile modello.
Siamo dunque corsi a veri-
ficare l’assunto magriniano
sulla banca dati della Johns
Hopkins University. Premes-
sa: il 22 dicembre 2021 Israele
annuncia la quarta dose per
over sessanta, sanitari e im-
munodepressi. Da quel mo-
mento, garantisce il direttore
dell’Aifa, i casi positivi, «già
bassi con la terza», si sareb-
bero dimezzati. Due sfondoni
in un ’unica fr ase. In realtà,
alla fine dello scorso gennaio,
Israele era uno dei Paesi mes-
si peggio al mondo, nonostan-
te la solerzia vaccinale. Oltre
10.000 contagi per milione di persone. Cinque volte di più
che Italia o Germania. Dieci
volte di più che l’I n g h i l te r ra .
Già. Erano giorni compli-
catissimi per Israele. Il 24
gennaio 2022 si registrano
83.088 casi. Che su una popo-
lazione di nove milioni di abi-
tanti sono, appunto, un’enor-
mità. Pure il tasso di positivi-
tà è allarmante: 23,23 per
cento. Viene così paventata la
quarta dose per gli over 18.
Due giorni più tardi, arriva
però la retromarcia: il mini-
stero della Salute decide che
sarà offerta ai maggiorenni a
rischio o particolarmente
esposti sul lavoro.
Non esattamente un trion-
fo. Invece, Mag riniribalta nu-
meri e prospettive: «Israele
ha visto dimezzarsi i contagi
dopo la quarta dose». Dun-
que, preparatevi connaziona-
li: a settembre si riparte. Non
è un esperto qualsiasi a va-
gheggiare. Ma il direttore del-
l’Agenzia governativa che
controlla i farmaci. Se c’è uno
che non dovrebbe barare sui
numeri, beh, quello è lui. In-
vece, ecco l’ultima panzana.
Il suo spericolato panegiri-
co, d’altronde, arriva dopo le
esternazioni dell’uomo che, a
2021 maggio, l’ha voluto a ca-
po dell’Aifa. P roprio lui: Ro-
berto Speranza. Cinque gior-
ni fa, il ministro della Salute,
anche lui con un’intervista a
Repubblica, già metteva le
mani avanti: «Dovremo valu-
tare il richiamo per tutti dopo
l’estate. È da considerare pro-
babile». Due giorni più tardi è
la volta del fido consulente, il
più menagramo della compa-
gnia, insomma W alter Ric-
c i a rd i: «È probabile che in au-
tunno la quarta dose sarà uti-
le a tutti». E non fatevi ingan-
nare dal verosimile «probabi-
le» o dal concilian te «utile».
Non si scappa: i sovrani del
terrore hanno già deciso. Por-
gere il braccio senza discute-
re, please.
La fuga in avanti della
«banda Speranza» impone
però due considerazioni: che
senso ha parlare di quarta do-
se erga omnes adesso, mentre
si valuta l’aggiornamento dei
vaccini? E mancano, tra l’al -
tro, dati scientifici a suppor-
to: a eccezione, ovviamente,
delle infallibili statistiche di
Mag rini.Non sono le perples-
sità di furibondi renitenti al
siero, ma di esperti ultravac-
cinisti. Ultimo, l’i m mu n o l o-
go Antonio Cassone, ex diret-
tore dell’ormai speranzizza-
to Istituto superiore di sanità
e membro dell’American aca-
demy of microbiology: «Ai
soggetti sani una quarta dose
a distanza di pochi mesi non
va f atta » . B i s og n e rebb e
aspettare un anno, aggiunge.
«Altrimenti si può genera-
re la perdita parziale o totale
della specifica risposta im -
munitaria». Ma come? E l’im-
pareggiabile Israele, tanto de-
cantato da Mag rini? «Hanno
fatto la quarta dose ottenen-
do un piccolo rialzo anticor-
pale, che poi però non li ha
protetti dalla reinfezione»
spiega Cas so ne. Capito, (ul -
tramega) direttore generale?
Ancor più risoluto Matte o
Bassetti: «Parlare oggi di
quarta dose per tutti a otto-
bre è presto. È una fuga in
avanti di cui avremmo fatto
volentieri a meno» polemizza
il direttore di Malattie infettive al San Martino di Genova.
«C’è la necessità di un ragio-
namento tra esperti e non
lanciare messaggi confusi ai
cittad i n i » .
Persino Nino Cartabellot-
ta, pr esidente della Fonda-
zione Gimbe, è lapidario: «Ad
oggi per la popolazione gene-
rale non ci sono evidenze
scientifiche che dicano: serve
la quarta dose». E non si sot-
trae nemmeno un’altra cele-
brità del calibro di Massimo
Galli: «Non ha senso. Non è di
reale utilità. Hanno fatto
marcia indietro anche in
Israele». Urca. E adesso chi lo
spiega all’esimio Mag rini ?
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