MA ANDATE A FANCULO !
C’ è Dino, il robot
commercializzato
dai Consorzi agrari d’Italia, che grazie ai satelliti riesce a muoversi in autonomia nei
campi coltivati a ortaggi per ripulire i terreni dalle erbacce, evitando così il ricorso ai pesticidi. E c’è
chi, come la cantina Arnaldo Caprai, grazie alle tecnologie dell’agricoltura 4.0, riesce a consumare il 62% in meno di acqua e il
50% in meno di fitofarmaci tra i
suoi filari di vite. L’agricoltura
italiana vale 55,7 miliardi di euro
e conta 403mila imprese professionali. Per questi agricoltori,
l’innovazione e il digitale oggi sono investimenti strategici non solo per aumentare l’efficienza delle
aziende, ma anche per renderle
più sostenbili, proprio come viene
richiesto dalla strategia europea
«From farm to fork».
Cresce l’agricoltura 4.0
In un anno, il 2021, in cui la vendita di tutte le macchine agricole è
andata particolarmente bene, con
incassi superiori del 36% rispetto
all’anno precedente, l’ufficio studi
di FederUnacoma ha registrato un
trend particolarmente scoppiettante per i mezzi più tecnologici.
Dagli strumenti agricoli dotati di
sistemi satellitari, fino ai sensori
e ai sistemi di rete, queste tecnologie sono cresciute di oltre il
30%, con punte del 56% per quanto riguarda i sollevatori telescopici. Il merito è anche degli incentivi
previsti dal governo e ora confluiti
nel piano Transizione 4.0, che
prevede il credito di imposta sugli
investimenti in beni strutturali.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of
Management del Politecnico di
Milano e del Laboratorio Rise dell’Università di Brescia, nonostante un certo rallentamento durante
il primo lockdown, il mercato dell’Agricoltura 4.0 ha saputo ripartire di slancio raggiungendo in
Italia un valore di 540 milioni di
euro nel 2020 - circa il 4% del mercato globale - e registrando una
crescita del 20% rispetto all’anno
precedente. La spesa è trainata
dalle soluzioni di agricoltura di
precisione come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e
attrezzature (36% del mercato) e
i macchinari connessi (30%). L’Osservatorio ha censito 538
soluzioni di agricoltura 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia, oltre 100 in più rispetto al
2019. Eppure, solo il 3-4% della
superficie agricola è coltivata con
strumenti 4.0, segno che il mercato deve ancora esprimere larga
parte del suo potenziale. L
I trattori tradizionali
L’attenzione per le tecnologie più
innovative non deve però far dimenticare che anche gli acquisti
di macchinari più tradizionali sono cresciuti nel 2021. Sempre secondo FederUnacoma, sono state
vendute quasi 24.400 trattrici, un
quantitativo che riporta il mercato su livelli elevati dopo anni nei
quali la media delle immatricolazioni si era attestata al di sotto
delle 19mila unità. Incrementi
consistenti ci sono stati anche per
le mietitrebbiatrici, 392 unità
complessive per un attivo del 30%,
mentre le trattrici con pianale di
carico hanno chiuso l’anno scorso
con un totale di 673 unità, pari a
una crescita del 19,3%.
Energie rinnovabili
Oltre alla sfida della tecnologia e
a quella della sostenibilità, gli
agricoltori oggi hanno di fronte
anche altre rivoluzioni, come il
miglioramento del benessere animale o il risparmio energetico. Per
contenere per esempio i costi dell’energia, oggi più che mai alle
stelle, sono previste agevolazioni
sia per l’installazione di pannelli
fotovoltaici sui tetti delle stalle sia
per la realizzazione di impianti
per la produzione di biogas e biometano. Soltanto per il fotovoltaico agricolo nell’ambito del Pnrr
sono previsti fondi per 1,5 miliardi
di euro: secondo la Coldiretti solo
utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori
di trasformazione e strutture
agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli,
per una produzione di 28.400Gwh
di energia solare, pari al consumo
energetico complessivo annuo di
una regione come il Veneto.
Dallo sviluppo degli impianti
di biometano agricolo, invece,
sempre la Coldiretti stima che
sarebbe possibile arrivare a immettere nella rete 6,5 miliardi di
metri cubi di gas “verde” da qui al
2030, pari al 10% del fabbisogno
della rete del gas nazionale. Gli
impianti di biogas in Italia oggi
producono 1,7 miliardi di metri
cubi di biometano, ma è possibile
quadruplicare questa cifra in
meno di dieci anni con la trasformazione del 65% dei reflui degli
allevamenti.
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