STUPIDA RAZZA

mercoledì 23 febbraio 2022

Credit Suisse, violati i dati ecco i segreti di 30mila conti

I BANK-STER HANNO COLPITO ANCORA !

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Il Credit Suisse è nella bufera. Il suo software è stato violato e una parte del suo database con 30mila conti di 18mila clienti è ormai di dominio pubblico, finito sotto la lente di 150 giornalisti di 47 testate di tutto il mondo (in Italia IrpiMedia e La Stampa) che hanno cominciato da ieri a pubblicare nomi, cifre, circostanze che avrebbero dovuto rimanere segrete. Per il secondo istituto bancario svizzero è quanto di peggio poteva accadere perché alla base della fuga di notizie non c’è un’indagine giudiziaria ma qualcosa di più pericoloso: un furto di dati di cui non si conoscono le caratteristiche. L’inchiesta giornalistica denominata “Suisse Secrets”, è partita dai documenti che un ignoto whistlebloser ha consegnato al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung. I file contengono informazioni su depositi bancari per 100 miliardi di franchi svizzeri (circa 96 miliardi di euro) depositati tra il 1940 e il 2010. Tra i clienti del Credit Suisse ci sarebbero anche politici corrotti, sospetti criminali di guerra, trafficanti di droga e di esseri umani e uomini vicini alla ‘ndrangheta sui quali la banca avrebbe chiuso un occhio. E poi persone politicamente esposte (Pep) come re Abdullah II di Giordania (già coinvolto nei Pandora Papers), la famiglia dell’ex presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, e dell’attuale leader, KassymJomart Tokayev, i figli dell’ex capo di Stato egiziano Hosni Mubarak e dell’ex viceministro dell’energia venezuelano, Nervis Villalobos, finito al centro di inchieste per riciclaggio. Il Credit Suisse si difende e in una dichiarazione «respinge fermamente le accuse e le insinuazioni» e sottolinea che i dati riportati sono riferiti al passato: circa il 90% dei conti og getto dell’inchiesta sono già chiusi o in via di chiusura e il 60% è stato chiuso prima del 2015. Ma serve a poco. Il danno è fatto, perché quelle informazioni non sarebbero dovute mai uscire dai sistemi informatici della banca. E adesso la Finma, l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, si sta occupando del caso, mentre il titolo del Credit Suisse ha perso ieri il 3,09% in Borsa. Non è la prima volta che la Finma mette la banca sotto osservazione. Due procedimenti di esame nei confronti di Credit Suisse erano stati avviati nell’autunno del 2018. Il caso degli “Suisse Secrets” è arrivato fino al Governo di Berna, dopo che il Partito popolare europeo (Ppe), il gruppo più numeroso al Parlamento europeo, ha invitato la Commissione Ue a «rivalutare la Svizzera come paese ad alto rischio di riciclaggio di denaro» per una possibile retrocessione nella blacklist. E così il ministero delle Finanze elvetico ha dovuto ricordare che «oggi la Svizzera soddisfa tutti gli standard internazionali sullo scambio di informazioni in materia fiscale e sulla lotta al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo e alla corruzione». (🤣🤣🤣)Nel 2015 furono gli archivi della filiale di Ginevra della Hsbc a essere violati. Hervé Falciani, che partecipò all’operazione era convinto che il sistema bancario svizzero fosse paradossalmente fragile. «Dentro un’azienda o una banca – affermò – basta una sola persona contraria al mantenimento del segreto per far saltare tutto. (🙏🙏🙏) La mia azione non rimarrà isolata. Quando si fa un passo gli altri ti seguono». È quello che è accaduto.

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