Secondo il commissario Ue alla Concorrenza Marg rethe Ve s ta ge r, la scelta di rimandare a data da destinarsi l’at - tivazione del gasdotto Nord stream 2 non avrà effetti sul prezzo del gas. Purtroppo, però, non è proprio così. «Non ci sono dubbi che Nord stream 2 non è un progetto di interesse europeo», ha detto ieri, «Noi abbiamo le condutture che sono necessarie per noi e hanno il loro percorso, soddisfano le nostre esigenze. Nord stream 2 non è una conduttura attiva, non c’è gas. È stato interrotto un processo di approvazione, ma non ci possono essere effetti sul prezzo del gas», ha ribadito. «La Commissione deve interfacciarsi con le autorità tedesche per vedere se il processo ripartirà, ma sosteniamo le autorità tedesche che hanno detto che nelle attuali circostanze il processo di approvazione è sospeso». La scelta, non è un segreto, ha lo scopo di danneggiare la Russia in seguito alla crisi con l’Ucraina. Nella realtà, però, danneggerà tutti quei Paesi, come l’Italia, che non sono indipendenti a livello e n e rget ic o. «La decisione del governo tedesco di bloccare sine die il processo di certificazione del Nord stream 2 comporta necessariamente un marcato ritocco al rialzo delle stime di prezzo del gas naturale alla borsa di Amsterdam», spiega alla Ve rità Gianclaudio To r - lizzi, fondatore di T-Commodity, società di consulenza specializzata nel campo delle materie prime. Il motivo di questo aumento è chiaro ai più. Ci sarà meno gas e questo comporterà un aumento dei prezzi. «Il mancato arrivo dei 50 miliardi di metri cubi previsti spingerà i compratori europei ad affacciarsi con maggiore aggressività sul mercato internazionale del gas liquefatto entrando in diretta competizione con l’Asia, i cui consumi stanno tra l’altro tornando a crescere per effetto della riaccelerazione in atto dell’ec o n om i a cinese», spiega. «A nostro avviso il mancato avvio del progetto comporterà un aggravio del prezzo del gas naturale di circa 30 euro per megawattora. Alla luce di ciò è ragionevole ipotizzare un prezzo medio previsionale di circa 80 euro per megawattora per il 2022. Per quanto riguarda invece il 2023 si possono fare due scenari», continua To r - li zzi. «Nella migliore delle ipotesi, considerando che il progetto riesca effettivamente a partire nel secondo trimestre 2023, il prezzo del gas potrebbe raffreddarsi nella restante parte dell’anno verso i 50 euro per megawattora. Nel caso in cui il progetto non dovesse invece partire, il prezzo medio stimato dovrebbe rimanere di 80 euro per megawattora». Al contrario di quello che sostiene la Ve s ta ge r, si tratta di aumenti da capogiro. «Se si considerano i consumi medi in Italia di circa 70 miliardi di metri cubi, l’impatto sull’economia italiana nel 2022 rispetto alle stime precedenti (pari a 50 euro per megawattora nel 2022) potrebbe arrivare a circa 21 miliardi annui considerando solo i consumi di gas e non l’effetto a cascata che si avrebbe sul prezzo dell’e l ettr ic i tà » . In parole povere, questo aumento riguarderebbe quindi solo il costo della materia prima, un valore a cui andrebbe aggiunto quello per trasformare il gas in energia elettrica. Di fatto, sarebbe un vero salasso per il consumatore finale italiano e per quello europeo. Gli unici a salvarsi sarebbero forse solo i francesi, che possono contare sulla forza dell’energia nucleare che noi non abbiamo. Ecco spiegato perché lo stop al Nord stream 2 è un problema europeo e, di certo, non solo te d e s c o.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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