STUPIDA RAZZA

giovedì 24 febbraio 2022

Mio marito è morto in attesa di fare un esame

 

Eravamo già pensionati quando è cominciata la pandemia. Entrambi biologi di formazione, abbiamo quasi da subito messo in dubbio la narrazione governativa sposata dai media mainstream. Quando sono arrivati i sieri abbiamo deciso di non vaccinarci e sono arrivate le limitazioni senza alcun rispetto della logica e della razionalità scientifica. Mio marito si è visto sottrarre la palestra e il bridge, le sessioni di musica e le chiacchierate con gli amici una volta alla settimana al bar. Io le mie partite di tennis che ho ostinatamente continuato a praticare all’aperto, con il ghiaccio e la nebbia. Non abbiamo più potuto accompagnare e riprendere al nido la nostra nipotina. E poi è accaduto l’i m p e n s abi l e: dal 6 di dicembre siamo stati confinati nell’isola in cui abitavamo, il Lido di Venezia. Un’isola che fa parte di una città fatta di isole tra le quali ci si muove solo con i mezzi pubblici. Nessuna possibilità di muoversi perché i tamponi erano introvabili. Appuntamento con la banca a Venezia saltato malgrado dovessimo operare un importante cambiamento. Medico di base anc h’esso a Venezia irraggiungibile: mio marito aveva fatto degli esami perché non si sentiva bene, ma non voleva rischiare la multa e l’umiliazione di sentirsi clandestino. Nel frattempo, un elettrocardiogramma sotto sforzo nell’isola non era risultato disponibile né in convenzione né a pagamento e lui era stanco e sfiduciato. Era arrivato alla conclusione che avevano vinto loro e si sarebbe vaccinato. L’ho trovato seduto sul divano, con gli occhi chiusi, senza vita alle 4 di notte del 17 gennaio. Li maledico.

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