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La sospensione temporanea o l’abbandono definitivo del gasdotto
Nord Stream 2, un progetto ultimato lo scorso settembre e da allora
mai attivato, non farà deragliare gli
ambiziosi obiettivi climatici della
Germania: neutralità climatica entro il 2045, uscita dal carbone tra il
2030 e il 2038, chiusura delle ultime
tre centrali nucleari entro la fine di
quest’anno e anche chiusura dei rubinetti del gas naturale, che è un
combustibile fossile, per sostituirli
con l’idrogeno verde. La Germania
può dunque fare a meno di quello
che non usa, Nord Stream 2. Ma fare
a meno dall’oggi al domani del gas
russo che attualmente alimenta la
Germania, in seguito a una ipotetica
ritorsione del presidente russo Putin nel corso della crisi ucraina, creerebbe sì qualche problema, almeno nel breve termine: imporrebbe
un’accelerazione delle rinnovabili
e della diversificazione delle fonti di
gas, provocherebbe forse un rallentamento dell’uscita dal carbone.
È stato lo stesso cancelliere, nell’annunciare la sospensione di Nord
Stream 2, ad inquadrare la dipendenza della Germania dal gas russo:
fatto 100 l’approvvigionamento
energetico totale della Germania,
circa un quarto proviene dal gas e
circa la metà di questo 25% dell’intera torta proviene dalle importazioni russe, il resto da Norvegia, Paesi Bassi e altri Paesi. Una diversificazione delle fonti di gas è già attuata ma Scholz ha indicato che
questo processo sarà ora intensificato, anche se il problema della dipendenza dal gas russo non è soltanto tedesco: «ci sono Paesi in Europa che hanno una quota molto
più elevata di gas per il loro approvvigionamento energetico (rispetto
alla Germania ndr) e anche una
quota maggiore in termini di approvvigionamento dalla Russia»,
ha puntualizzato.
Sospendere Nord Stream 2 per
via amministrativa, che può evitare azioni legali da parte di Gazprom e i finanziatori del gasdotto
da 10 miliardi di euro, non significa abbandonare il progetto definitivamente. E forse proprio
per questo, per forzarne dunque
la chiusura per sempre, ieri gli
Usa hanno annunciato sanzioni
direttamente su Nord Stream 2
AG, la società basata in Svizzera
e posseduta da Gazprom interna tional projects LLC, e sui dirigenti
del gruppo.
Per Karen Pittel, direttore per
Clima e Energia al think tank Ifo,
«in termini puramente di volumi, la
Germania non ha bisogno di Nord
Stream 2. La Germania può importare gas naturale quanto basta dalla
Russia attraverso i gasdotti esistenti». Nord Stream 2, secondo Pittel,
avrebbe semmai consentito alla
Germania di contare meno sui gasdotti che attraversano l’Ucraina o
la Polonia dalla Russia. «Ma non vedo come Nord Stream 2 possa dare
alla Germania un gas più economico rispetto a Nord Stream 1, l’altro
gasdotto che arriva direttamente
dalla Russia».
Altra cosa sarebbe uno stop o
una riduzione dell’attuale flusso di
gas russo. «Se la Russia decidesse
di bloccare del tutto l’esportazione
di gas naturale in Germania, se la
Russia chiudesse tutti i gasdotti
verso la Germania durante la crisi
ucraina, allora questo avrebbe un
impatto sui nostri obiettivi climatici, fissati implicitamente dalla Corte costituzionale di giustizia nel
2021 - ha spiegato al Sole24Ore Karen Pittel -. Questi nuovi obiettivi
sono più rigorosi di quelli precedenti, quindi la sfida per raggiungerli è aumentata. Ma non credo
che la Germania cambierà la sua
politica e l’uscita dal carbone e dal
nucleare per sostituire il gas russo:
tutt’al più potremmo ritardare la
chiusura delle rimanenti centrali
nucleari o potremmo decidere di
non accelerare l’uscita dal carbone.
Ma zero gas dalla Russia a causa
della crisi ucraina, che potrebbe essere di breve termine, non porta a
una conversione a “U” sul lungo
termine su carbone e nucleare».
La Germania ha deciso molto
tempo fa di ridurre la dipendenza
dal gas nel fissare l’obiettivo CO2-
neutrale per il 2045. La Germania
aumenterà in maniera massiccia la
produzione di energia elettrica
dall’energia eolica offshore, dall’energia eolica onshore, dall’energia solare, dagli attuali 600
terawattora a 800 entro la fine di
questo decennio e poi il doppio
entro il 2045: acciaio, cemento e
prodotti chimici saranno prodotti
senza l’uso di risorse fossili, gas
compreso. Scholz ha spiegato che
il gas sarà «diverso» perché verrÃ
sostituito dall’idrogeno verde: «Lo
importeremo ma saremo anche in
grado di produrlo noi stessi. Questo è il compito che ci siamo posti,
questo è il nostro grande progetto
di modernizzazione industriale».NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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