STUPIDA RAZZA

venerdì 25 febbraio 2022

Nord Stream 2, dopo la svolta tedesca al via ritorsioni Usa

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La sospensione temporanea o l’abbandono definitivo del gasdotto Nord Stream 2, un progetto ultimato lo scorso settembre e da allora mai attivato, non farà deragliare gli ambiziosi obiettivi climatici della Germania: neutralità climatica entro il 2045, uscita dal carbone tra il 2030 e il 2038, chiusura delle ultime tre centrali nucleari entro la fine di quest’anno e anche chiusura dei rubinetti del gas naturale, che è un combustibile fossile, per sostituirli con l’idrogeno verde. La Germania può dunque fare a meno di quello che non usa, Nord Stream 2. Ma fare a meno dall’oggi al domani del gas russo che attualmente alimenta la Germania, in seguito a una ipotetica ritorsione del presidente russo Putin nel corso della crisi ucraina, creerebbe sì qualche problema, almeno nel breve termine: imporrebbe un’accelerazione delle rinnovabili e della diversificazione delle fonti di gas, provocherebbe forse un rallentamento dell’uscita dal carbone. È stato lo stesso cancelliere, nell’annunciare la sospensione di Nord Stream 2, ad inquadrare la dipendenza della Germania dal gas russo: fatto 100 l’approvvigionamento energetico totale della Germania, circa un quarto proviene dal gas e circa la metà di questo 25% dell’intera torta proviene dalle importazioni russe, il resto da Norvegia, Paesi Bassi e altri Paesi. Una diversificazione delle fonti di gas è già attuata ma Scholz ha indicato che questo processo sarà ora intensificato, anche se il problema della dipendenza dal gas russo non è soltanto tedesco: «ci sono Paesi in Europa che hanno una quota molto più elevata di gas per il loro approvvigionamento energetico (rispetto alla Germania ndr) e anche una quota maggiore in termini di approvvigionamento dalla Russia», ha puntualizzato. Sospendere Nord Stream 2 per via amministrativa, che può evitare azioni legali da parte di Gazprom e i finanziatori del gasdotto da 10 miliardi di euro, non significa abbandonare il progetto definitivamente. E forse proprio per questo, per forzarne dunque la chiusura per sempre, ieri gli Usa hanno annunciato sanzioni direttamente su Nord Stream 2 AG, la società basata in Svizzera e posseduta da Gazprom interna tional projects LLC, e sui dirigenti del gruppo. Per Karen Pittel, direttore per Clima e Energia al think tank Ifo, «in termini puramente di volumi, la Germania non ha bisogno di Nord Stream 2. La Germania può importare gas naturale quanto basta dalla Russia attraverso i gasdotti esistenti». Nord Stream 2, secondo Pittel, avrebbe semmai consentito alla Germania di contare meno sui gasdotti che attraversano l’Ucraina o la Polonia dalla Russia. «Ma non vedo come Nord Stream 2 possa dare alla Germania un gas più economico rispetto a Nord Stream 1, l’altro gasdotto che arriva direttamente dalla Russia». Altra cosa sarebbe uno stop o una riduzione dell’attuale flusso di gas russo. «Se la Russia decidesse di bloccare del tutto l’esportazione di gas naturale in Germania, se la Russia chiudesse tutti i gasdotti verso la Germania durante la crisi ucraina, allora questo avrebbe un impatto sui nostri obiettivi climatici, fissati implicitamente dalla Corte costituzionale di giustizia nel 2021 - ha spiegato al Sole24Ore Karen Pittel -. Questi nuovi obiettivi sono più rigorosi di quelli precedenti, quindi la sfida per raggiungerli è aumentata. Ma non credo che la Germania cambierà la sua politica e l’uscita dal carbone e dal nucleare per sostituire il gas russo: tutt’al più potremmo ritardare la chiusura delle rimanenti centrali nucleari o potremmo decidere di non accelerare l’uscita dal carbone. Ma zero gas dalla Russia a causa della crisi ucraina, che potrebbe essere di breve termine, non porta a una conversione a “U” sul lungo termine su carbone e nucleare». La Germania ha deciso molto tempo fa di ridurre la dipendenza dal gas nel fissare l’obiettivo CO2- neutrale per il 2045. La Germania aumenterà in maniera massiccia la produzione di energia elettrica dall’energia eolica offshore, dall’energia eolica onshore, dall’energia solare, dagli attuali 600 terawattora a 800 entro la fine di questo decennio e poi il doppio entro il 2045: acciaio, cemento e prodotti chimici saranno prodotti senza l’uso di risorse fossili, gas compreso. Scholz ha spiegato che il gas sarà «diverso» perché verrà sostituito dall’idrogeno verde: «Lo importeremo ma saremo anche in grado di produrlo noi stessi. Questo è il compito che ci siamo posti, questo è il nostro grande progetto di modernizzazione industriale».



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