STUPIDA RAZZA

sabato 26 febbraio 2022

Ricciardi confessa: «Manovriamo i governi

 

Wa l te r R i c-
ciardi ammette
di far parte della
lobby interna-
zionale che cer-
ca di «condizio-
nare le scelte dei governi».A voler essere gentili, do-

vremmo dire che almeno ha
avuto il pregio dellonesta.
Guardando la faccenda da
u naltra prospettiva, tuttavia,
ci viene il dubbio che si tratti
invece di faccia tosta, della
sicurezza di cui gode chi si
sente tutelato su tutti i fronti.
Fatto sta che Walter Ricciar-
di ha confermato ciò che non
poteva smentire: il consulen-
te del ministro della Salute fa
parte di un gruppo di pressio-
ne internazionale che mira a
influenzare le politiche dei
governi sullemergenza Co -
v id .
Un paio di giorni fa abbia-
mo raccontato che il guru di
Roberto Speranza fa parte
della «squadra» del Covid ac-
tion group, cioè «una rete glo-
bale e multidisciplinare di
esperti con la missione di
consigliare i responsabili po-
litici e le comunità sulle stra-
tegie pratiche per eliminare il
Covid-19». Lobiettivo dichia-
rato di questo gruppo di pres-
sione - che possiamo tran-
quillamente chiamare lobby -
consiste nella «eliminazio-
ne» del virus. Il Covid action
group propone infatti «la
strategia Zero Covid», por -
tando come esempi virtuosi
Stati come «Australia, Nuova
Zelanda, Vietnam, Thailan -
dia, Singapore, Cina, Taiwan,
Mongolia». Questo gruppo di
pressione opera «sotto leg i-
da del New England complex
system institute» (Necsi), un
istituto di ricerca indipen -
dente che può contare su
sponsor come bank of ameri-
ca charitable gift fund, Bo-
eing, Dell, Microsoft resear-
ch, World Bank e The Mitre
corporation (società ameri -
cana che si occupa anche di
«sicurezza nazionale, difesa e
intelligence»). Covid action
group è collegato ad altre
realtà come Endcoronavirus
e Zerocovid, anch esse pro-
motrici della medesima stra-
tegia di lotta al virus. Una
strategia che, come dimo -
strano i fatti, è clamorosa-
mente fallita in tutto il mon-
do, pur continuando a pro-
durre disastri (ad esempio a
Hong Kong).
Certo, non risulta ci siano
leggi che impediscano a Wa l-
ter Ricciardi di far parte di
queste congreghe di profes-
sionisti, né di firmare docu-
menti come il John Snow me-
morandum, una carta sotto-
scritta da vari studiosi dallo-
rientamento decisamente
chiusurista. Semmai ci sa -
rebbe da valutare lopportu-
nità politica di queste scelte
di campo. Il consulente di un
ministro dovrebbe, prima di
tutto, avere a cuore la sorte
della sua nazione, e non pen-
sare a imporre un approccio
unilaterale e ideologico so-
stenuto da un gruppo tran-
snazionale. Ricciard i, tutta-
via, sembra pensarla diversa-
mente. E infatti non ha nem-
meno provato a smentire le
nostre affermazioni (anche
perché non avrebbe potuto
farlo). Anzi: ha rivendicato
con orgoglio la sua apparte-
n e n za .
Mercoledì sera, il nostro ha
partecipato a War Room, il
talk show virtuale gestito da
Enrico Cisnetto. A dialogare
con lui cera Gilberto Corbel-
lini, professore alla Sapienza
di Roma, e da subito si sono
viste scintille. Corbell in i -
che pure non è certo un no
vax - si è espresso con molta
decisione con tro il green
pass: «Non è uno strumento
sanitario», ha detto. «Non dà
protezione contro alcunché.
Siccome con il green pass e il
vaccino posso contrarre Omi-
cron, questo strumento serve
a poco». Ricciardi, ovvia-
mente, si è sentito in dovere
di difendere il lasciapassare e
le restrizioni, e proprio nel
giorno in cui Mario Draghi
annunciava la fine dello stato
di emergenza. «Sconsiglio
caldamente di allentare», ha
detto il professore. «Questa è
la terza causa di morte in Ita-
lia. La Danimarca ha allenta-
to tutto, ma ha avuto un in-
cremento della mortalità
enorme. E chi ha provato a
smentire si è dovuto riman-
giare tutto. [...] Abbiamo avu-
to 10.000 morti a gennaio, ne
abbiamo ancora 200 o 300 e
che facciamo? Senza il green
pass avremmo avuto molti
morti in più».
Persino Corbel l in i, di
fronte a queste affermazioni
di Ricciard i (parecchio con-
testabili e in alcuni casi false),
non ha potuto non sbottare:
«Ma allora pubblicatele sulle
riviste scientifiche queste co-
se!». Come a dire: se esiste
una prova che senza il green
pass ci sarebbero stati più
morti, siete caldamente pre-
gati di esibirla. Anche perché
praticamente tutto il mondo
ha meno restrizioni di noi,
eppure non sono tantissime
le nazioni che hanno dati peg-
giori su ricoveri e mortalità.
Ma torniamo al punto cen-
trale della questione, e cioè
lappartenenza di Ricciardi
al Covid action group. C i s n et-
to ha avuto il buon gusto di
porre al professore una do-
m a n d a s u l l a r g o m e n t o .
«Maurizio B elpietro e La Ve-
rità la definiscono come uno
che ha interesse a tenere de-
terminate misure», ha detto
il conduttore. «Ci sono degli
interessi dietro il manteni-
mento del green pass? Non
so, a me sembrano cose para-
m a s s o n ic h e...». Cisnetto e ra
sarcastico, forse intendeva
descriverci come complotti-
sti e farsi beffe di noi. Eppure,
Ricciard i gli ha dato una ri-
sposta sorprendente: «Quel-
lorganizzazione si chiama
World health network e lab-
biamo presentata con un edi-
toriale su L a n c et. Ha un suo
sito su cui sono elencati tutti i
partecipanti. Siamo tra gli
scienziati più importanti del
mondo e alcuni di questi sono
anche consiglieri [...]. E fac-
ciamo tutto alla luce del sole,
portiamo i dati a s upporto
della decisione scientifica.
Cerchiamo di condizionare
positivamente le decisioni
dei governi, qualche volta riu-
scendoci, qualche volta no».
Strepitoso: Ricciardi non
solo non smentisce, ma ri -
vendica lappartenenza a
World health network che
spinge il Covid action group e
tutti gli altri gruppi dello
stesso tipo al mondo, sembra
addirittura celebrarne latt i-
vità, anche se sarebbe inte-
ressante sapere dove siano i
dati a cui fa riferimento dato
che lapproccio Zero Covid è
fallito praticamente ovun-
que. Il passaggio più sconcer-
tante della sua risposta, però,
è quello conclusivo. Ricciard i
spiega serenamente che il
suo gruppo cerca «di condi-
zionare positivamente le de-
cisioni dei governi, qualche
volta riuscendoci qualche
volta no». A questo punto la
domanda è inevitabile: ma il
caro Walter lavora con il go-
verno per consigliarlo o per
condizionarlo? A lui interes-
sa fare il bene dellItalia o im-
porre la visione del suo circo-
lino internazionale? Il dub-
bio sorge, anche perché R ic-
c i a rd inon si limita a «consi -
gliare» Speranza: egli elargi-
sce i suoi preziosi pareri an-
che nel Comitato scientifico
di Santé publique France, lo-
mologo francese dellIstituto
superiore di sanità e pure
nella Pontificia accademia
per la vita, di cui è stato nomi-
nato membro ordinario. Se il
suo obiettivo è quello di fare il
lobbista, le cose gli vanno
piuttosto bene. In teoria, pe-
rò, il suo mestiere dovrebbe
essere un altro.

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