STUPIDA RAZZA

giovedì 24 febbraio 2022

Biden vuole dividere Mosca e Berlino per fermare l’Ue a trazione tedesca

 

Non è un caso che Vladimir Putin abbia deciso di passare all’azione proprio in questi giorni sul dossier Ucraina, riconoscendo le due piccole repubbliche separatiste al confine con la Russia. L’occasione, attesa da anni, gli è fornita dalla eccezionale crisi energetica che è venuta maturando in Europa. Una crisi indotta dall’Un io n e europea con il frettoloso e improvvisato abbandono dei combustibili fossili attraverso il programma Fit for 55, proprio nel mezzo di una violenta crisi economica, che non ha eguali nella storia per genesi, sviluppo e conseguenze. La questione strategica ucraina si interseca con quella energetica sul fondo del mar Baltico, dove sono posati i tubi del gasdotto Nord stream 2, che raddoppia il gemello Nord stream 1 già operativo da diversi anni. Per dare un’idea delle dimensioni del problema, i due gasdotti assieme possono portare fino a 110 miliardi di metri cubi di gas all’anno, cioè una volta e mezza l’intero consumo annuale italiano. Nella giornata di ieri sono arrivate le parole del vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, sullo stop all’approvazione del Nord stream 2, annunciato martedì dal cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Fermare questo processo non può avere effetti sui prezzi. Molte cose possono avere effetto sul prezzo del gas ma siccome non c’e ra gas nel gasdotto, almeno questo non può influire sul prezzo». A onor del vero, il mercato, che vive di aspettative, considerava che il gasdotto, il cui iter era già sospeso da dicembre per questioni burocratiche del tutto superabili, sarebbe entrato in servizio a giugno 2022. I prezzi dei contratti for - wa rd si erano dunque adeguati a questa prospettiva. Ma dall’annuncio di questa nuova sospensione i prezzi sono saliti del 23%, in due giorni. In altri termini, l’idea che il Nord stream 2 non parta affatto vale tra i 25 e i 30 €/Mwh su un prezzo del gas già alto e questa prospettiva si sta riversando sui prezzi dei contratti a termine. Vestager ha poi affermato, con understatement involon - tariamente comico, che anche la precedente Commissione riteneva Nord stream 2 «un progetto non di interesse europeo». Tentativo un po’ malde - stro di minimizzare la portata dell’iniziativa, trattandola come una questione privata. Ciò, del resto, fa parte della usuale strategia dei paesi del Nord di non attirare troppo l’attenzio - ne dei partner europei sui propri affari. Per tornare alla questione strategica, la scelta tedesca di aumentare la propria dipendenza energetica dalla Russia, anziché diminuirla, è qualcosa che gli Usa non possono accettare. Questo gasdotto rappresenta, nella visione americana, il pertugio attraverso cui la Russia può infilarsi nel cuore dell’Europa, nella sua parte più ricca e influente, quella che detta la linea all’i ntero continente. Washington, già assai preoccupata dalla crescita impetuosa della Cina, vede in questo abbraccio tra Berlino e Mosca un pericolo esistenziale per sé. L’Europa unita dai commerci, creazione strategica degli Stati Uniti nel secondo dopoguerra, nell’idea originaria era braccio politico ed economico supplementare rispetto a quello militare della Nato, con la missione di porre argine al blocco sovietico del Patto di Varsavia. Terminata quella fase della guerra fredda, l’Europa ha potuto ampliare il proprio progetto, darsi una veste di Unione e iniziare un progressivo allargamento verso Est. Un’espansione ben vista e appoggiata dagli Usa fintantoché procedeva di pari passo con l’allargamento della Nato. Oggi l’adesione dell’Uc ra i n a alla Nato è solo apparentemente il casus belli (per ora fortunatamente ancora solo figurato). Gli Usa insistono sull’importanza strategica dell’Ucraina per evitare una connessione diretta tra Russia e Germania, anche perché ritengono quest’ultima, forse non a torto, non attrezzata per opporre la benché minima resistenza all’es pa n sio ni sm o russo. Mantenere viva l’i mportanza strategica dell’Ucrai - na, da cui passano i gasdotti dalla Siberia per l’Europa occidentale, è dunque condizione essenziale secondo la Casa Bianca per mantenere un equilibrio in Europa ed evitare un esiziale scivolamento dell’Europa verso Mosca. Con la Germania costituitasi forza dominante all’i nte r n o d el l ’Europa unita, del resto, l’orientamento verso Est è diventato l’habitus dell’Un io n e europea. Non è esente da questa inclinazione il richiamo che storicamente l’O riente esercita sulle élite governanti tedesche, che da 150 anni almeno vedono come naturale lo spostamento del baricentro europeo verso Est (con una Germania, naturalmente, egemone). Ora però gli Stati Uniti stanno lanciando un messaggio molto chiaro all’Europa. Al di fuori della Nato, la pretesa dell’Unione, guidata da Germania e Francia, di costituire una difesa comune, un esercito europeo e più in generale una autonomia strategica rispetto agli Usa non può avere la minima probabilità di successo. A maggior ragione se questo significa mettere le chiavi dell’Occidente in mano al Cremlin o. Per questo la questione Ucraina è importante: è sul suo terreno che si gioca una partita che va al di là del contingente e riguarda il controllo e l’au - tonomia dell’intera Europa.

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