Anche per il conflitto in Ucraina si assiste alla divisione in buoni e cattivi. I progressisti si ergono a tutela della libertà. Dopo aver avallato divieti e discriminazioni verso gli italiani. Poi, all ’ i mprovviso, è arrivata la guerra vera. Abbiamo passato mesi a sentirci dirci che eravamo «in guerra contro il Covid», e i nostri governanti ci hanno imposto la mobilitazione totale tipica dei grandi conflitti. Da fin troppo tempo la retorica è marziale: o con noi o contro di noi. Le critiche non sono ammesse, il dissenso non è tollerato, chi non segue le indicazioni che piovono dall’a l to è un traditore e un sabotatore. Stiamo combattendo contro il Covid, ci hanno detto, e dobbiamo vincere a ogni costo. Ma ecco che, a non troppa distanza da noi, la violenza delle armi ha iniziato a ruggire: quando cadono le bombe, crollano i ponti e i proiettili sibilano, ebbe ne, quella è una guerra. E non la pantomima che un paio di esecutivi italiani hanno messo in piedi allo scopo di mantenere un consenso che s f ug g iva . In guerra si muore perché qualcuno sbriciola la tua casa, o ti colpisce con un fucile di precisione o ti fa saltare su una mina. Quando ci si trova dentro una guerra si è costretti a fare i conti con la fame, con le privazioni, con la vicinanza costante della morte. Certo: qui morte e privazione le abbiamo sperimentate, ma non per colpa di una invasione o di un attacco delle forze speciali. A noi è toccato scontare il malfunzionamento degli organismi internazionali e pagare il conto di decenni di malagestione dei sistemi sanitari. Si tratta di una differenza non da poco, su cui oggi - di fronte alle sofferenze che inevitabilmente patiranno le vittime del conflitto ucraino - forse dovremmo iniziare a riflettere, se non alto per ritornare a fare i conti con la realtà. Anche nella guerra vera, in ogni caso, la logica manichea (largamente applicata riguardo al virus) non funziona o comunque è improdutt iva . È inutile, nel grande gioco mondiale, cercare di separare radicalmente i buoni dai cattivi. Eppure, di nuovo, ci viene proposto lo stesso identico schema bicolore: o con noi o contro di noi. O con la libertà e la democrazia o con il dittatore nazista, o con la Nato, gli Usa e l’Ue oppure con Puti n . Proprio come si faceva fino a ieri con il Covid: o con noi illuminati sostenitori della Scienza o con i no vax folli e fascistoidi. Curiosamente, quelli che oggi si dichiarano strenui difensori delle libertà democratiche e attenti custodi dei popoli oppressi sono gli stessi che hanno sostenuto, favorito e approvato la vessazione costante e feroce di una larga fetta di popolazione italiana. Quelli che oggi inveiscono contro «il dittatore Puti n » fino a un secondo prima magnificavano il green pass liberticida che impedisce a cittadini sani e incolpevoli di salire sul bus o di andare al lavoro. I nostri politici, soprattutto quelli progressisti, si dicono pronti a morire per Kiev, perché i grandi valori occidentali sono più importanti del costo delle bollette. Però, guarda caso, costoro non erano e non sono pronti a muovere un dito di fronte alla discriminazione esorbitante che continua a schiacciare qualche milioncino di nostri connazionali. «Ci sono questioni che hanno a che fare con la libertà che non possono essere barattate con il gas», tuonava Piero Fass in o del Partito democratico qualche ora fa. Ma pensa: invece, a quanto risulta, la libertà si può tranquillamente barattare con gli interessi politici di chi s’intigna ad applicare surrettiziamente le politiche «zero Covid» fallite in tutto il globo. Basterebbe questa banale constatazione a svelare l’ipo - crisia dell’attuale potere e a dimostrare che, al solito, c’è u n’élite pronta a collocarsi dalla parte del Bene e a dichiararsi in lotta contro il Male assoluto. Nel mezzo tra il bianco e il nero ci sono le infinite gradazioni della realtà e, purtroppo, anche gli interessi della popolazione italiana. Per l’enne - sima volta, in nome degli interessi e delle affermazioni apodittiche di un gruppo ristretto di sedicenti buoni dobbiamo prepararci a sacrificare frammenti di vita delle persone comuni. Sono gli uomini e le donne che stanno nel mezzo ad aver pagato il conto più salato del Covid. E saranno sempre loro a subire più duramente le conseguenze del conflitto uc ra i n o. Sarebbe anche ora, a questo punto, di farla finita con le distinzioni fra puri e impuri. Sarebbe ora di uscire dal mondo ben definito delle idee per mettere piede in quello confuso e ibrido della vita vera. In questo secondo universo, di certo meno aereo e più terragno, i paradigmi rigidi e le visioni aprioristiche funzionano poco, perché ciò che conta davvero è la risoluzione di problemi concreti e urgenti. Cioè quelli che continuiamo testardamente a ignorare illudendoci di perseguire il Bene e il Giusto. Come non può esistere un mondo zero Covid, non può esistere nemmeno un mondo zero Puti n . E di certo non basterà la terza dose di scempiaggini progressiste a fermare il presidente russo.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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