STUPIDA RAZZA

venerdì 25 febbraio 2022

l flop Ue realizza i sogni di guerra dello zar



Vladimir Putin è
un criminale. Anzi, è
un pazzo che ha per-
so la ragione e vive
isolato nella sua da-
cia trasformata in
bunker. Di più: è un pericoloso
dittatore che non ascolta nessu-
no e sta portando lEuropa sul-
lorlo dellabisso. Non basta? Se
non lo fermiamo ci trascinerà
verso una nuova guerra mondia-
le, perché è un Mussolini redivi-
vo, che però dispone di un arse-
nale nucleare. Le frasi che ho ri-
portato, non sono farina del mio
sacco, ma le ho sentite o lette in
questi giorni. Ovviamente sono
in gran parte condivisibili, per-
ché l invasione dellUcraina, che
il capo del Cremlino avrebbe de-
ciso in solitudine e contro il pare-
re dei suoi più stretti collabora-
tori e delle gerarchie militari, è
una follia che rischia  di incendiare lEuropa, ma
soprattutto di fare migliaia di
vittime.
Di fronte a ciò che sta succe-
dendo in queste ore, non pos-
siamo dunque chiamarci fuo-
ri,né far finta diniente. Ma con
ciò non voglio dire che dobbia-
mo imbracciare il fucile e ar-
ruolarci in qualche forza di ra-
pido intervento, come ho sen-
tito dire da qualche commen-
tatore che al risuonare delle
prime esplosioni ha indossato
lelmetto, incitando il governo
a mobilitare le truppe. Se dico
che come europei, più che co-
me italiani, non possiamo
chiamarci fuori è perché, in
quel che sta succedendo, Bru-
xelles ha una responsabilità
precisa, che condivide con gli
Stati Uniti. Infatti, se siamo ar-
rivati a questo punto, ai blin -
dati dellArmata rossa che
muovono contro Kiev e ai cac-
cia russi che sganciano grana-
te sulle città ucraine, la colpa è
di Puti n, ma noi occidentali un
p o ce la siamo cercata.
Non voglio sminuire le re-
sponsabilità di Mosca e del suo
capo. Né voglio prendere le di-
stanze da quelli che sono stati
e sono i nostri tradizionali al-
leati, ovvero lAmerica, la Na-
to, i Paesi europei: per quanti
affari lItalia faccia con la Rus-
sia e per quanti soldi rischi di
perdere con questa guerra, noi
dobbiamo stare da una parte
sola, cioè da quella dei Paesi
democratici. Tuttavia, questo
non significa non riconoscere
gli errori. E con lUcraina se ne
sono fatti tanti: per lesattez za ,
più di 20 miliardi. A tanto am-
montano i soldi che la Ue e gli
Stati Uniti hanno r egalato al
governo di Kiev con la scusa di
sostenerne leconomia, la lot-
ta alla corruzione, i progetti di
innovazione, le riforme del si-
stema giudiziario e dello Stato
di diritto. Dal 2014 a oggi, lA-
merica ha staccato un assegno
da 3,7 miliardi di dollari, lEu-
ropa da 17, a cui ha aggiunto 1,2
miliardi di recente. In realtà,
quei soldi a vevano un solo
obiettivo, staccare l Ucra i n a
dallarea dinfluenza russa.
Mentre già tra i due Paesi i rap-
porti erano al minimo, noi oc-
cidentali abbiamo provato a
inserirci per guadagnare un
p o di spazio ma, soprattutto,
per isolare Mosca. Anzi, per
accerchiarla, trasformando
quella che un tempo era la cor-
tina di ferro comunista in una
specie di cortina di ferro euro-
pea. Dopo aver fatto confluire
n el lorbita occidentale Polo-
nia, Romania, B ulgaria e altri
ex Paesi satellite dellUnio n e
sovietica, Usa e Ue hanno pro-
vato con lUcraina, lasciando
intravedere un ingresso del
Paese nella Nato e in Europa.
Alle prime avvisaglie di questo
progetto che avrebbe consen-
tito linstallazione di basi mili-
tari al confine con la Russia, la
reazione di Puti n non fu acco-
modante. Prima la n n e s s io n e
della Crimea, poi linsurrezio-
ne della popolazione russa nel
Donbass, ovviamente soste-
nuta dalla casa madre. Una
guerra a bassa intensità, ma
con migliaia di morti, che però
invece di indurre a maggior
prudenza ha irrigidito le posi-
zioni. A nessuno fa piacere
avere i missili nel cortile di ca-
sa e forse la mossa disperata e
folle di Puti n si poteva mettere
in conto. Forse si poteva im-
maginare che, continuando a
cercare di attirare lUcrai na
nellorbita della Nato, qualche
cosa di poco raccomandabile
poteva accadere. Forse era an-
che possibile evitare di illude-
re Kiev sullingresso nellA l-
leanza atlantica e in Europa. E
magari si poteva anche rinun-
ciare ad annunciare al mondo
che lOccidente era pronto a
rifornire di armi e di mezzi lU-
craina nel caso fosse stata at-
taccata. A seconda dei punti di
vista, ciò poteva essere un de-
terrente nei confronti di una
guerra oppure linnesco di una
bomba pronta a deflagrare. A
mio parere, la seconda che ho
scritto. Ho letto nei giorni
scorsi le cronache degli inviati
al fronte e i racconti della po -
polazione che tirava fuori dal-
la soffitta i vecchi archibugi e
ho trovato questi articoli un
insensato invito al conflitto.
Davvero si può pensare che
una milizia volontaria, fatta di
anziani e di mamme che da an-
ni non sparano un colpo, si
possa opporre ai blindati rus-
si? Credete sul serio che un
esercito di partigiani possa
combattere e vincere la guerra
per conto nostro?
Purtroppo, in Afghanistan
lOccidente ha combattuto e
ha perso la faccia. In Ucraina, a
quanto pare, le forze democra-
tiche non sono invece disposte
a combattere, ma solo a perde-
re la faccia e lultimo brandello
di credibilità, nascondendosi
dietro a un codice Swift, magi-
ca formula che serve per le
transazioni finanziarie. Sì, la
Russia perderà i suoi soldi e
noi i nostri, pagando il triplo le
forniture di gas e di materie
prime, ma alla fine per lOcci-
dente il bilancio non sarà né in
utile né in pareggio. Ma sarà
un esempio di quanto sia inaf-
fidabile.
Vi sembro troppo pessimi-
sta o, peggio, un fan di Puti n?
Beh, allora leggete qui: «Nel-
lattuale congiuntura, sono co-
munque gli ucraini a restare
lelemento decisivo. Essi ap-
partengono a una terra dalla
storia complessa, teatro di
barriere di conflitti dovuti al-
lesistenza di barriere lingui-
stiche e religiose. Qualsiasi
tentativo dellUcraina cattoli -
ca e di lingua ucraina di domi-
nare laltra Ucraina ortodossa
e russofona condurrà neces -
sariamente alla guerra civile e
alla fine dell unità nazionale.
Considerare lUcraina come
parte del confronto Est-Ovest,
spingerla a far parte della Na-
to, equivarrebbe ad affossare
per decenni ogni prospettiva
di integrare la Russia e lOcci-
dente - e in particolare la Rus-
sia e lEuropa - in un sistema di
cooperazione internazionale.
Una saggi apolitica statuniten-
se verso lUcraina avrebbe do-
vuto cercare il modo di favori-
re l intesa tra le due parti del
Paese. LAmerica avrebbe do-
vuto favorire la riconciliazio-
ne e non, come ha fatto, il do-
minio e la sopraffazione di una
fazione sullaltra». Chi lo ha
scritto? Il capo del Cremlino o
il suo ghostwriter? No. Henr y
K i s s i n ge r,sul Washington Post
nel 2014, quando ancora si po-
teva lavorare per la pace. 

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