NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 24 febbraio 2022
«Cambiare le regole anti Bcc»
C’è un treno che passa in Europa per
la modifica delle regole bancarie e,
una volta tanto, l’Italia deve cercare di
non perderlo. Nell’immagine dei vertici di Federcasse, auditi ieri in Commissione bicamerale sulle banche, il
treno è la revisione della direttiva europea Crd VI sulla normativa prudenziale e del regolamento europeo Crr,
già in fase di avanzata elaborazione al
Consiglio europeo in vista della fase di negoziato tra i co-legislatori (cosiddetto Trilogo). Le banche di credito
cooperativo, ha ricordato il presidente dell’associazione Augusto Dell'Erba, soffrono «per un’equazione onerosa che altera la concorrenza» sono
piccole banche che però facendo parte
di un gruppo cooperativo considerato
significant (ossia con un attivo sopra
i 30 miliardi) vengono classificate a
loro volta significant e sono quindi attratte nella sfera della Vigilanza della
Bce e tenute ad osservare i requisiti
prudenziali tra i quali i ratio patrimoniali e i requisiti di idoneità per i
membri dei cda che sono gli stessi applicati ai grandi gruppi bancari europei. Il problema nasce dall’asimmetria tra le regole bancarie europee, datate 2013, e la riforma italiana delle
Bcc del 2016 che ha introdotto il gruppo bancario cooperativo, sconosciuto
tre anni prima. Ecco perché l’unica
strada, sostiene il vertice di Federcasse, è risalire a monte e correggere la
norma europea. Il presidente di Federcasse, con il dg Sergio Gatti, ha
spiegato che non serve riaprire il di battito sulla mancata scelta, all’epoca,
di un fondo di garanzia istituzionale,
il cosiddetto Ips, alternativo al gruppo
bancario. La riforma è stata fatta e i
due gruppi Iccrea e Cassa Centrale
Banca oggi si sono stabilizzati con
«investimenti rilevantissimi». Tornando al nodo europeo, Dell’Erba ha
sottolineato il paradosso di un principio di proporzionalità delle regole che
in Europa si applica a tutti ma non alle
piccole banche cooperative italiane.
Federcasse chiede quindi al Governo
di farsi promotore in Europa di alcune
modifiche, basterebbero pochi
emendamenti alla direttiva e al regolamento, per avere riconosciuto quel
diritto di proporzionalità che la normativa europea non riconosce alle bcc
e alle casse rurali. Una fiducia nella
capacità negoziale italiana che negli scorsi anni non sempre ha avuto risultati lusinghieri in particolare nel
confronto con la Dg Comp (caso Tercas su tutti salvo poi ottenere ragione
ex post dalla Corte di Giustizia Ue).
La Commissione banche con la
presidente Carla Ruocco si è impegnata per una moral suasion con il
Governo e con il Parlamento europeo
considerato il ruolo positivo che le bcc
stanno avendo. Il tema del completamento della riforma delle bcc con una
minima modifica delle norme bancarie Ue sarà sottoposto anche al ministro Daniele Franco la cui audizione,
ha anticipato Ruocco, sarà il prossimo
11 aprile. Il ministro dovrà rispondere
sulle banche pubbliche ha affermato
Ruocco senza citare esplicitamente il
tema Mps che sarà con molta probabilità tra le domande dei membri della
Commissione, dopo il recente brusco
cambio di governance deciso dal Mef,
che deve affrontare limpervia trattativa per la proroga dei termini per la
cessione del controllo in base alla
normativa sugli aiuti di Stato.
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