STUPIDA RAZZA

domenica 27 febbraio 2022

Stop alle transazioni Braccio di ferro anche nel governo

 

NON ESCLUDERANNO LA RUSSIA DAL SISTEMA DEI PAGAMENTI SWIFT !

 La battaglia delle sanzioni spacca gli Stati (bloccare lo Swift, il sistema di pagamenti internazionali, alla Russia, avrebbe effetti gravi) e anche il nostro governo: Di Maio apre, Franco frena.L’Europa discute sull’e s pu l - sione della Russia dal sistema di pagamenti Swift che comporterebbe gravi danni al sistema finanziario di Mosca. Si tratta di una «chiave» utilizzata da oltre 11.000 istituti in tutto il mondo che determina i codici bancari necessari per fare o ricevere qualsiasi trasferimento internazionale. Il premier britannico Boris Johnson ha esortato i leader della Nato a intraprendere azioni immediate. Madrid e Parigi sono favorevoli. Per il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, «il sistema Swift è l’arma nucleare finanziaria, attendiamo nelle prossime ore un’analisi dell’i mpatto. Alcuni Stati membri d el l’Unione europea hanno espresso riserve, ma la Francia non fa parte di questo gruppo», ha aggiunto ieri. Chi sono questi Stati? Austria e Germania - inizialmente assai esitanti - hanno annunciato ieri di essere pronte a valutare l’o pz ion e come sanzione. Ma l’i p ote s i , almeno per i tedeschi, per ora è solo sul tavolo come le altre: «Sarebbe pensabile, se i membri dell’Ue fossero insieme dell’idea che la pressione sulla Russia possa essere in questo modo rafforzata», ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lind n e r. Mentre l’a m ba s c i ato re Yaroslav Melnyk sempre ieri ha sottolineato come l’Ita l i a sia «uno dei pochi Paesi della Ue che non ha ancora espresso pubblicamente la propria posizione sul tema». Il ministro degli Esteri, Luigi Di M a io, al termine del Consiglio affari esteri ha assicurato che «non c’è alcun veto» a sanzionare l’accesso di Mosca al sistema Swift. E poco dopo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto un messaggio su Twitter dicendo di aver avuto «garanzie dal collega» alla Farnesina sul fatto che «l’Italia sosterrà la sospensione». Poi, in serata, a parlare è stato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, con toni assai più cauti: «L’eventuale esclusione della Russia dal sistema di pagamenti Swift creerebbe un “p rob l e m a” rispetto al pagamento delle forniture di gas destinate all’Italia e ad altri Paesi Ue», ha detto al termine dell’Ecofin informale di Parigi. Ricordando che «l’Ita l i a utilizza il gas russo per circa il 43% del suo fabbisogno e circa il 15-16% del suo bisogno di e n e rg i a » . Le resistenze italiane, insomma, restano. Nonostante il pressing Ue e dell’Uc ra i n a . Per comprendere la posizione italiana bisogna anche considerare i rapporti economici tra il nostro sistema finanziario e la Russia. Secondo le stime della Banca dei regolamenti internazionali, l’esposizione ammonta infatti a 25,3 miliardi di dollari, a cui si aggiungono altri 6 miliardi in termini di garanzie. Dal punto di vista dei ricavi totali si tratta di una quota limitata ma nell’evenienza di un blocco, che rischierebbe di tradursi in una moratoria sui debiti esteri della Russia, gli istituti non potrebbero ottenere il pagamento di quei c re d i t i . I riflettori sono puntati sulle due big: Intesa Sanpaolo e Unicredit. L’esposizione a Mosca di Intesa è pari a circa 5,5 miliardi con un’i n c id e n za dell’1% sul totale dei prestiti. «Noi rispettiamo le regole che ci sono nell’ambito internazionale. Siamo una banca e serviamo i clienti e lo faremo anche in Russia. Rispetteremo le regole che verranno definite di volta in volta», ha detto lo scorso 4 febbraio l’ad , Carlo Messina. La banca italiana ha partecipato al finanziamento del gasdotto Nord stream per il trasporto del gas naturale dalla città russa di Vyborg, sul mar Baltico, fino alla città tedesca di Greifswald e la distribuzione nei principali mercati dell’Eu ro - pa Occidentale. Con il consorzio composto dal t rad e r petrolifero svizzero Glencore e dal fondo sovrano del Qatar Qia, Intesa ha inoltre partecipato alla privatizzazione del 19,5% delle azioni di Rosneft. Nel 2017 l’Italia aveva dato il via libera definitivo al prestito da 5,2 miliardi di euro di Intesa per finanziare la privatizzazione di una quota della maggiore società petrolifera russa, dopo aver appurato che l’operazione non violava le norme Ue sulle sanzioni post annessione della Crimea. Lo scorso 18 febbraio a Milano si è inoltre tenuto un seminario d’affari italorusso organizzato dall’as socia zione Conoscere Eurasia presieduta da Antonio Fallico che è anche il capo di Banca Intesa Russia. E che è stato spesso definito come «l’italiano più potente di Mosca», dove vive. Ebbene, in apertura dell’evento Fa l l ic o ha sottolineato come risulti «evidente che la Russia debba ritornare a essere tra le destinazioni prioritarie per il business delle imprese italiane. Per le nostre aziende non può esserci sviluppo economico e commerciale senza la Russia». Quanto a Unicredit, la controllata in Russia rappresenta circa il 3% dei ricavi e del capitale allocato del gruppo; il patrimonio nella controllata russa è inferiore al 4% del patrimonio netto totale. A fine gennaio l’ad Andrea Orcel ha congelato un ulteriore rafforzamento nel Paese: dopo aver valutato l’acquisto di una quota di controllo della russa Otkritie, ha deciso di abbandonare il processo di esame proprio per la situazione geop o l i t ic a . «Nei prossimi giorni la Commissione e la Bce valuteranno i meccanismi possibili per aggiungere al sistema delle sanzioni anche nuovi strumenti come quelli relativi alla partecipazione a Swift», ha dichiarato il commissario Ue agli Affari economici, Paol o Gentil oni. Precisando però che «vogliamo colpire Puti n e le sue azioni aggressive e non vogliamo produrre dei danni alle nostre economie. Quindi c’è sempre un equilibrio da trovare ».

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