STUPIDA RAZZA

giovedì 24 febbraio 2022

Effetto bonus: edilizia a +16,4% ma crescita azzerata nel 2022

PRATICAMENTE SI E' RITORNATI AL PUNTO DI PARTENZA !

È un’edilizia a doppia faccia
quella che oggi racconterà l’Osservatorio congiunturale dell’Ance e la doppia faccia - quella del 2021 e quella del 2022 - è strettamente legata ai bonus edilizi, croce e delizia del settore in questo scorcio di tempo. Nel 2021 il settore ha conosciuto una crescita record del 16,4% in termini reali, trainata in primissima battuta dal Superbonus e dai suoi fratelli più piccoli, ma anche dai primi effetti del Pnrr sulle infrastrutture. Dati clamorosi l’Ance registra anche per le ore lavorate (+26,7%) e per i lavoratori iscritti (+11,8%). La caduta del 6,2% del 2020 - neanche troppo forte comparata a quella di altri settori - è stata abbondantemente riassorbita e superata di slancio. Si sono fatti sentire anche i primi effetti del Pnrr (l’associazione costruttori rilancia la notizia data dal Sole 24 Ore della spesa contabilizzata da Rfi che ha superato di 300 milioni quanto preventivato). Ma tutto è filato liscio nel settore se è vero che tutti i comparti sono cresciuti. Ne è buona testimonianza il dato riportato dall’Osservatorio - lontano sia dai bonus che dal Pnrr - di una crescita del 28% dei permessi di costruire rilasciati nel comparto residenziale e del 19,5% nel non residenziali (uffici, commerciale, industriale). Questa crescita straordinaria conferma la sua solidità se si considera che rispetto ai livelli 2019 siamo a +9,1%. Per altro, non lascia del tutto soddisfatti i costruttori che ricordano come siamo ancora lontani di 60 miliardi annui dai livelli del 2007: rispetto all’inizio della crisi, il settore continua a stare sotto del 28,8 per cento. Ma soprattutto, a preoccupare oggi, è che il film cambia bruscamente nel 2022 dove il settore - secondo le previsioni che l’Associazione nazionale dei costruttori presenterà oggi - si stabilizza ai livelli 2021, azzerando la crescita. (🤔🤔🤔) Addio traino del Pil nazionale, ricorderà oggi il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, al governo. Si eviteranno comunque toni drammatizzanti e si preferirà parlare di «stabilizzazione» ai livelli 2021. Il risultato aritmetico non cambia, anche se alla fine può darsi che qualche decimale di crescita spunti. La responsabilità di questa frenata è soprattutto dell’incertezza normativa sul Superbonus e dei bonus edilizi che fa sì che questo mercato, ammesso che riparta ai livelli precedenti, spinto dai lavori nei condomini, comunque ripartirà in ritardo. Per il centro studi diretto da Flavio Monosilio, questo si traduce in una riduzione della manutenzione dell’8,5%. A riportare nel 2022 l’asticella ai livelli 2021 dovrebbero essere le opere pubbliche se il Pnrr comincerà a macinare come promette di fare. Però, attenzione, anche qui le difficoltà non mancano affatto: da una parte questo è davvero l’anno in cui il Paese sarà alla prova, si vedrà se sarà davvero capace di tradurre in cantieri le ottime intenzioni del Piano di ripresa e resilienza; dall’altra incombe il mostro dei rincari delle materie prime, che già tanti danni ha creato al settore e ancora molti ne potrà creare se non si metteranno a regime meccanismi veloci e automatici di revisione prezzi capaci di compensare gli aumenti dei costi. Solo in questo modo e con un aggiornamento dei prezzi a base d’asta - i costruttori lo stanno dicendo da parecchio tempo - si eviterà un avvitamento che porterà a bloccare o rallentare fortemente le opere appena aggiudicate. Il terzo fattore di difficoltà arriva dalla carenza di manodopera specializzata. L’Ance cita i dati di Excelsior per il 2021, constatando che nel settore delle costruzioni il 40% dei profili richiesti è di difficile reperimento. Era il 28% prima della Pandemia: 12 punti percentuali di aumento del mismatch, il doppio di quanto accaduto negli altri settori industriali.



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