STUPIDA RAZZA

domenica 27 febbraio 2022

Viminale pronto a mandare la polizia contro i Tir che non si arrendono

 

La carestia dietro l’a ngo lo. È ciò che lascia intravvedere la protesta dei Tir sopita, ma non esaurita, è ciò che le «quotazioni» di grano, frutta, verdura, carburanti ci consegnano mentre le sanzioni per la guerra in Ucraina rischiano di colpire le nostre imprese e di accendere ulteriormente l’inflazione. Il governo da una parte mette toppe, dall’a l tra continua a restringere gli spazi di libertà. La notizia è solo sussurrata, ma corre lungo lo stesso asse del green pass, delle restrizioni anti virus. Ora anche rivendicare il diritto alla propria sopravvivenza e a quella delle imprese diventa sospetto. È successo tutto giovedì in tarda serata quando Il viceministro ai Trasporti e alle infrastrutture, la renziana Teresa B el l a n ova , ha convinto alcune sigle dell’autotra - sporto a firmare un’i nte s a che sta poco in piedi pur di sbloccare le colonne di camion che paralizzavano il Sud e che ancora oggi resistono. Dopo l’accordo la B el l a - n ova ha fatto capire che la faccenda se non si tolgono i blocchi è di competenza del minsero dell’Interno. L’av - vertimento è chiarissimo: chi non si piega alle condizioni del governo si trova la polizia contro. E già è partito un ordine ai prefetti di dare un giro di vite alle proteste. Per la B el l a n ova , ex bracciante e sindacalista agricola pugliese, è una nemesi mentre la Puglia diventa l’e pic e n - tro della protesta. Lì c’è stata una non prevista saldatura dei camionisti con agricoltori e pescatori. Ieri Bari è stata «invasa» dai trattori della Coldiretti e dagli equipaggi di pesca mentre lungo la tangenziale continuava il presidio dei Tir. Nel foggiano come a Taranto mancano i carburanti perché non sono stati distribuiti. La Coldiretti si è mobilitata in tutta Italia contro la guerra e i rincari. A Genova con i pescatori, a Porto Marghera con gli allevatori, a Bari con trattori e barche. Gli allevatori stanno chiudendo: dall’Ucraina arrivava il 20% del mangime, oggi è raddoppiato di prezzo e non si trova, per i pescatori il gasolio è aumentato del 90% , già 6.000 aziende, la metà del settore, sono in procinto di chiudere. Come gran parte del piccolo autotrasporto. Spiega Maurizio Longo di Trasportounito: «L’ac co rd o che ci ha imposto la B el l a n o - va non regge. A essere soddisfatte sono solo le organizzazioni che raggruppano le grandi imprese, al governo non hanno capito che chi muove l’Italia sono i piccoli trasportatori, né hanno avuto il coraggio di affrontare il tema della legalità nel settore: subappalti, camion che non passano le revisione, autisti reclutati all’estero che possono girare senza green pass mentre i nostri cinquantenni restano senza stipendio e noi veniamo massacrati per il certificato verde. Dal governo non vogliamo solo sussidi economici, ma regole certe e pari condizioni di accesso al mercato». E siccome questo è stato messo sul tavolo giovedì sera la pratica è finita al ministero dell’Interno. «Dovevamo dire grazie per l’elemosina che ci è stata fatta? Ieri siamo andati alla pompa: con la guerra il gasolio è già aumentato di 30 centesimi, si è già mangiato il beneficio che ci è stato offerto», osserva L o n go. Il governo all’autotrasporto ha dato 80 milioni. Venti milioni di sconto sui pedaggi, 5 per le spese non documentate, 29 milioni per gli additivi ecologici dei carburanti e altri 25 di sconto sul metano. La fetta più consistente degli «aiuti» è legata al metano ed è proprio quello che ha prezzi fuori controllo e ha fatto triplicare i fertilizzanti mettendo in ginocchio gli agricoltori. Perciò i camionisti della Basilicata, della Calabria, della Campania. Ieri ci sono stati nuovi blocchi a Cosenza, a Montalto Uffugo, a Rende, a Crotone, a Passovecchio, a Barletta. Sono a secco i distributori di carburante di metà di queste regioni e restano i presidi nei porti di Ravenna, di Gioia Tauro, di Bari. In Sicilia hanno trovato un primo accordo con la grande distribuzione che è disposta a pagare di più. Ma perché i blocchi dei Tir sono soprattutto al Sud? La risposta la dà il gruppo Facebook degli I n ar restab il i, la pagina dei camionisti. Spiega in un suo lungo post S e rg io G r u j ic : «Ci appaltano i viaggi dal Sud al Nord per farci tornare vuoti, l’autotrasporto in Italia è diviso in tre tronconi e noi al Sud siamo l’anello più debole». Stretti tra costi esorbitanti, concorrenza sleale e obblighi assurdi, sono ormai Inarrestabili nella p rote s ta .

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