STUPIDA RAZZA

martedì 19 luglio 2022

AGRICOLTURA IN GINOCCHIO, SERVE UN RILANCIO IN ITALIA E UE

 

n Sono già passati diversi anni da quando le principali organizzazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) lanciavano grida di dolore sulla situazione della agricoltura in Italia. Si lamentava una colpevole acquiescenza da parte dei nostri politici che rappresentavano l’Italia nei tavoli dove si discuteva di Politica agricola comunitaria. Lo Stivale, per la sua conformazione geografica, è deficitario di terreni a grande estensione. Da noi le coltivazioni sono più di qualità che di quantità. L’egoismo prepotente dei paesi del nord, sempre consideratisi più forti e più degni, ha penalizzato «la quantità della qualità», premiando spazi anche non coltivati. E con un ottimismo alla Candide, senza averne l’umorismo, sono state frenate molte produttività “in eccesso” per evitare il crollo dei prezzi. Si aggiunga, in Italia, il valore dei terreni ai minimi termini, e destinati per altri usi. Risultato. Ci siamo mangiati la terra che, edificata, è ormai divenuta sterile . Chi scrive ha potuto osservare le ignoranti, in senso latino, attenzioni da parte della burocrazia pubblica e dalla circospezione del sistema bancario chiuso in fortezze inaccessibili agli agricoltori, per un credito di difficile valutazione. Abbiamo perso opportunità di creare ricchezza e lavoro. Latte versato, anche in senso reale, per il quale è inutile piangere. L’Onu, attraverso le sue agenzie specializzate, aveva lanciato un grido di dolore: «Una persona su 10 soffre la fame nel mondo». Diversi documenti, prima della pandemia da Covid e dello scoppio della guerra, resocontavano e si soffermavano sullo aumento della popolazione nel globo, tra il 2019 ed il 2020 di circa il 10%. Considerata la scarsa natalità che colpisce i paesi più industrializzati, l’incremento riguarda in particolare l’Africa, il Medioriente povero e diversi paesi dello emisfero latino americano. Le conseguenze della fame, ce lo ricorda la Storia, sono drammatiche. La situazione che stiamo vivendo è caratterizzata dalla pandemia da Covid e dalla guerra. Ci è piovuta sul collo una inflazione da costi che gli economisti non avevano previsto. Né tantomeno la Bce che è in procinto di prendere gli stessi provvedimenti della Fed che alzerà, e di molto, i tassi. Con un particolare. Negli Usa va raffreddata una economia in effervescenza, in Europa siamo in recessione anche per la drammatica carenza di materie prime energetiche ed alimentari. Che fare? Non esiste una ricetta facile. L’Italia non può agire da sola. Ma deve però scrollarsi dalla inerzia. Inizi ad affrontare con decisione le problematiche che affliggono l’economia. Poco credito, mafie, terreni incolti, utilizzo dell’acqua e quant’altro. Poi si faccia propositiva in Europa. Dove non serve che ci dicano le misure delle zucchine o dei pesci. Andrà proposta una realistica Politica Agricola Comunitaria con l’obiettivo di un interesse comune europeo. Non dimenticando quei paesi che potrebbero inondarci di migranti affa m ati . L’agricoltura, non più bucolica, è industria della alimentazione e di prodotti per utilizzi diversificati. L’Italia, il bel paese, come si dice, ha una natura inimitabile. In questo l’agricoltura è una industria poliedrica. Cielo, mare, terra e sottosuolo. Da utilizzare per non lasciarla marcire o in mano a mafie. Ora internazionali. 



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