STUPIDA RAZZA

domenica 24 luglio 2022

L’aumento dei tassi fa volare le rate e il costo dei mutui Interessi già al 3%

 

L’aumento dei tassi di interesse della Bce si sta già facendo sentire sulle rate dei mutui esistenti a tasso variabile e, soprattutto, su quelli nuovi. A lanciare l’allarme è la Fe d e razione Autonoma Bancari Ita l i a n i (Fabi), che in un’analisi parla dell’i m patto immediato avuto dall’au - mento del costo del denaro. «L’aumento dello 0,50% deciso dalla Banca centrale eu ro p ea modificherà il futuro di imprese e famiglie. Si scontreranno con garanzie in scadenza, rate più gravose e nuovi finanziamenti meno vantaggiosi». Tutto questo a prescindere da quale sarà l’a n d a m e nto dei prestiti nel corso dell’anno. «Nei prossimi mesi – continua l’analisi – l 'aumento del costo del denaro farà salire i tassi di interesse praticati dalle banche sui nuovi mutui». Tuttavia i primi effetti si sono già iniziati a farsi sentire nelle ultime settimane, dopo l’ufficialità che a luglio la Bce avrebbe effettuato il primo rialzo dei tassi da oltre un decennio. «Negli ultimi giorni si sono registrati picchi oltre il 3%», evidenzia la Fabi. INTERESSI IN AUMENTO E RATE PIÙ COSTOSE Per il sindacato dei bancari, quindi, si va inevitabilmente «incontro a una importante inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi anni». Nel 2018, infatti, la media dei tassi di interesse sui mutui era pari al 2,26%, salvo poi progressivamente scendere nei tre anni successivi all’1,88% nel 2019, all’1,69% del 2020 e all’1 , 59 % del 2021. Tuttavia la media è già risalita nei primi mesi dell’anno. «A maggio scorso gli interessi medi sono arrivati all’1,61%», ma con picchi già più alti che, come detto, hanno toccato le punte del 3%. «Se l'obiettivo della Bce è mitigare l’impennata dei prezzi con una stretta monetaria incisiva e l’au m e nto dei tassi rappresenta piu' di una certezza – o sserva la Fabi – n av i ga re nella tempesta perfetta non sarà più un’ip otes i per famiglie e imprese, già a partire dalla seconda metà del 2022. Il rialzo dei tassi, più ampio di quanto previsto qualche mese fa, rappresenta una minaccia per famiglie e imprese oltre che un duro colpo per quelle che hanno già scelto la strada di un finanziamento a tasso variabile per i quali il rischio di una spirale economica negativa – provocata dal binomio inflazione e costo del credito – è ormai già realtà». IL RISCHIO INGESSAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE Ad aggiungersi all’i m patto 0,5% L’aumento dei tassi d’interesse effettuato dalla Bce 1,61% La media dei tassi d’interesse sui mutui fino a maggio nel 2022 sui bilanci delle famiglie e delle imprese italiane ci sarà anche la modifica dei comportamenti delle banche. Gli istituti diventeranno più restii a concedere prestiti e mutui. «I nuovi prestiti avranno costi maggiori – sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – Per le banche, quindi potrebbe essere sempre più difficile concedere denaro per l'acquisto di abitazioni e questo avrà gioco forza una ricaduta sul mercato immobiliare che corre il rischio di ingessarsi». Ad aggiungere un’u l te r iore complicazione a una situazione che si preannuncia più complessa ci sono le regole della stessa Bce sui crediti bancari. «Regole che in più di una occasione ho criticato perché rappresentano un pesante limite allo sviluppo e alla crescita del nostro Paese», aggiunge Sileoni. IL COVID NON HA FERMATO I NUOVI MUTUI A un contesto di giustificata preoccupazione, fanno da contraltare i dati relativi ai mutui concessi negli ultimi due anni e mezzo durante la pandemia. Il Covid non ha fermato la stipulazione di nuovi mutui: dal 2020 le banche hanno erogato 34 miliardi di euro di nuovi prestiti ipotecari, con una crescita del 9% rispetto al 2019, a quota 418 miliardi. Secondo il sindacato dei bancari il totale dei finanziamenti per l'acquisto di abitazioni è passato da oltre 383 miliardi di fine 2019 a circa 418 miliardi di maggio 2022. A favorirne lo sviluppo i bassi tassi di interesse, che hanno fatto aumentare anche il credito al consumo di 1,9 miliardi (+1,8%) e gli altri prestiti alle famiglie di 6,1 miliardi (+4,5%). In totale le banche hanno erogato liquidità aggiuntiva alle famiglie per 42 miliardi (6,67%), facendo salire l'ammontare degli impieghi da 630 a 672 miliardi. I PRESTITI ALLE IMPRESE CRESCONO DI MENO Dopo il calo dei finanziamenti nel 2021, pari a quasi 5 miliardi rispetto al 2020 (-0,7%), qualche segnale positivo a maggio del 2022 arriva anche per le imprese. Nell’ultimo mese rilevato, infatti, i prestiti in favore del sistema produttivo hanno toccato la cifra di 670 miliardi. La crescita della liquidità erogata alle imprese (+6,5 miliardi), però, è quasi dimezzata rispetto a quella concessa alle famiglie (+10 m i l i a rd i ) . 

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