STUPIDA RAZZA

martedì 19 luglio 2022

Quindici accordi per ottenere più gas e più in fretta L’Algeria è la nuova Russia

 

È stata una visita delicata quella effettuata ieri da M a r io D ra g h i in Algeria. Accompagnato dai ministri Luigi Di M a io, Luciana La morge se, Marta Cartabia, Rober to C i n gol a n i , Enrico Giovannini ed Elena Bonetti, il premier ha partecipato al quarto vertice intergovernativo italo-algerino, in quello che - data la crisi di governo - potrebbe essere il suo ultimo viaggio come inquilino di Palazzo Chigi. Ne l l ’occasione, sono state siglate 15 intese in svariati campi (tra cui transizione energetica, farmaci e microimprese): un numero ben superiore ai nove accordi firmati recentemente con la Turchia. Italia e Algeria stanno inoltre cercando di realizzare un cavo sottomarino di 250 chilometri, per portare energia elettrica da Annaba al nostro Paese. In tutto questo, D ra g h i ha tenuto una conferenza stampa con il presidente algerino, A b d el m ad j id Te b b ou n e. Entrambi hanno sottolineato gli stretti rapporti che intercorrono tra Roma e Algeri a partire dal settore energetico: in particolare, il nostro premier ha rimarcato come l’Algeria sia ormai diventata il primo fornitore di gas dell’Italia annunciando anche che i 4 miliardi di metri cubi di gas che Sonatrach invierà all’Italia in aggiunta ai flussi già concordati, rappresenta «una accelerazione rispetto a quanto previsto» dagli accordi e «anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni». I due leader hanno inoltre messo in evidenza un comune interessamento per la stabilizzazione del Mediterraneo, con specifico riferimento a Libia e Tunisia. Un’altra area di cui è stata sottolineata la centralità è la regione del Sahel, che risulta un crocevia fondamentale per i flussi migratori diretti verso l’Ue . La visita di ieri è indubbiamente significativa e contribuisce ad incrementare l’approv vigionamento energetico italiano in una fase di crescenti tensioni con Mosca a causa della crisi ucraina. Tanto più alla luce del fatto che il Consiglio Ue ha rimandato a ottobre la discussione della proposta, notoriamente caldeggiata da D ra g h i , di introdurre un tetto al prezzo del gas russo: una proposta che ha incontrato lo scetticismo dei Paesi f r uga l i . Tuttavia, se il rafforzamento dei legami tra Italia e Algeria è una buona notizia, non bisogna neppure trascurare l’altra faccia della medaglia. Eh sì, perché il Paese nordafricano intrattiene rapporti piuttosto stretti proprio con l’asse sino-russo: un asse che sta diventando sempre più forte (Gazprom ha dichiarato che l’altro ieri le forniture di gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia avrebbero raggiunto il record giornaliero di tutti i tempi). Ad aprile, l’Algeria è stata tra le nazioni che, insieme a Cina e Russia, hanno votato contro l’espulsione di Mosca dal Consiglio Onu per i diritti umani. Il mese successivo, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, si è recato nel Paese, con l’obiettivo di consolidare la collaborazione in materia energetica. Ricordiamo inoltre che Russia e Algeria vantano anche una stretta cooperazione in ambito militare: è del resto in questo quadro che, proprio l’a l tro ieri, un’unità navale della flotta del Mar Nero della Marina russa ha attraccato al porto di Algeri. Era invece lo scorso marzo, quando Algeri e Pechino hanno siglato un accordo da 7 miliardi di dollari nel settore dei fertilizza nt i . La questione della stretta vicinanza dell’Algeria all’asse sino-russo può avere delle ripercussioni anche al di là della questione energetica. Il Paese confina infatti con il Mali: un’area in cui risulta significativa l’i n stabi li tà jihadista, ma anche l’i nfluenza politica e militare di Mosca. Il problema è rilevante, perché i russi potrebbero cercare di utilizzare i flussi migratori locali come strumento di pressione sull’Ue. Un discorso analogo vale per la Libia, visto che la longa manus del Cremlino continua a estendersi sulla parte orientale del Paese attraverso i temibili mercenari del Wagner Group. Ricordiamo inoltre che, ad agosto, la Russia ha siglato un accordo di cooperazione militare con la Nigeria. E proprio con Nigeria e Niger l’Algeria ha ripreso a giugno le trattative per rilanciare il gasdotto trans-sahariano: un vecchio progetto, accantonato per lungo tempo, che potrebbe in futuro portare a ulteriori incrementi di approvvigionamento energetico per l’Ue. Del resto, la questione delle ombre russe riguarda anche l’Egitto, che è tra i protagonisti del recente accordo tra Israele e la Commissione europea sul gas: un accordo importante e positivo, ma che è stato siglato in un contesto di relazioni piuttosto strette tra Mosca e Il Cairo. L’Italia fa bene a diversificare, ma deve fare anche attenzione a non dipendere eccessivamente da governi in solidi rapporti con Russia e Cina, se vuole evitare pericolosi cortocircuiti. È per questo che Roma deve contemporaneamente perseguire altri due obiettivi. Il primo è continuare a puntare sul gasdotto Eastmed: progetto che avrebbe il vantaggio di coinvolgere tutti Paesi retti da sistemi democratici. Il secondo obiettivo da perseguire è spingere la Casa Bianca a rilanciare il fianco Sud della Nato: uno scenario all’interno di cui Roma dovrebbe ambire a un ruolo di leadership.

Nessun commento:

Posta un commento