Posto che gli stati di emergenza consentono di attivare poteri straordinari in deroga alle leggi, quali sono oggi gli standard per valutare quando deve scattare un’e mergenza sanitaria? Se lo sono chiesto i membri del comitato consultivo dell’Oms, scavalcati sabato scorso dal direttore generale: Tedros Ghebreyesus ha infatti stabilito che il vaiolo delle scimmie (M o n key p ox ) è «un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale» (Pheic), che - ironia - si pronuncia «fake», nonostante 6 su 9 dei componenti il comitato avessero espresso il proprio diniego su l l ’opportunità di lanciare l’allarme. Alcuni hanno rivelato a Reuters, sotto anonimato, l’insolita forzatura imposta dal direttore: «In passato, Tedros ha sempre seguito le raccomandazioni della nostra commissione, la decisione è stata presa senza il parere favorevole della maggioranza». Non è tutto: ieri l’Oms ha dichiarato che, siccome «il vaccino da solo non può fermare l’epidemia di vaiolo delle scimmie», bisogna, «per il momento» «adottare misure per ridurre questo rischio». Per esempio - secondo il direttore dell’ufficio europeoHans K luge - «vanno limitati i partner sessuali e le interazioni». Con l’inatteso «upgrade» deciso autonomamente da Ge - b reye su s , il vaiolo delle scimmie si è aggiunto alle altre due (uniche) malattie classificate, nella scala dei rischi dell’Oms, come «emergenze globali», la pandemia Covid (dichiarata tale il 30 gennaio 2020 con 170 morti e 1.370 caso gravi) e la poliomielite. Un invito a nozze per media e virostar: ieri Matteo Bassetti segnalava «1.700 casi in un g io r n o » . Eppure gli ultimi dati Owid rivelano un incremento a livello mondiale di un contagiato in più in tutto il mondo dal 22 al 23 luglio (da 16.922 a 16.923), 15 contagi in più dal 23 al 24 luglio (da 16.923 a 16.938) e 218 contagi in più - in un mondo popolato da circa 8 miliardi di persone - dal 24 al 25 luglio (da 16.938 a 17.956). Numeri al lotto sparati anche da altre testate italiane, come il Corriere della Sera che riferisce «record di contagi» riportando la stessa fake news dei 1.700 casi al giorno e Sani - tà Informazioneche rende noto che «un italiano su tre teme il vaiolo delle scimmie, cresce l’emergenza». E allora, quali sono le evidenze che terrorizzano G e b reye su s , spingendo l’Oms a bypassare il parere degli esperti e a invocare, già ora, misure integrative al vaccino? Cosa fa diventare «emergenza sanitaria globale» una malattia che in tre mesi ha causato cinque morti in tutto il mondo, concentrati solo in Nigeria e Congo, dove la malattia, trattabile, esiste dal 1970? Sembra di rivedere lo stesso film di inizio 2020, e i bollettini giornalieri concentrati più sui contagi che sulle morti. Per l’Oms contano di più i casi o i decessi? Ecco i numeri: 17.156 casi segnalati e 5 decessi in tutto il mondo. «Si tratta di un focolaio che si concentra tra gli uomini che fanno sesso con uomini ( Ms m , ossia «men who have sex with men»), in particolare quelli con più partner sessuali», ha dichiarato G e b reye su s , circoscrivendo la platea in cui il Monkeypox si diffonde. Le evidenze indicano una minaccia talmente poco temibile che perfino il ministero della Salute l’ha qualificata come non preoccupante: secondo Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione, «In Italia finora sono stati registrati 407 casi (e nessun decesso, ndr) con tendenza alla stabilizzazione. La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi». Numeri sconcertanti per la loro trascurabilità, rispetto ad altre emergenze sanitarie che non sono riuscite a scalare la classifica dei rischi, nonostante abbiano tassi di mortalità più significativi. Prendiamo ad esempio la tubercolosi, definita dall’Oms «tredicesima causa di morte al mondo e secondo killer infettivo dopo il Covid-19» (eppure, mai classificata come «emergenza sanitaria mondiale», misteri dell’e pidemiologia): un totale di 1,5 milioni di persone sono morte nel 2020 (dati Oms) per Tbc, una malattia che avrebbe bisogno di 13 miliardi di stanziamenti l’anno per curarla. Secondo le ultime stime dell’Organizzazione, circa un quarto della popolazione mondiale ha un’infezione da tubercolosi (per usare termini che ci sono noti, sono «positive» alla Tbc), dunque sono infettate ma non (ancora) malate. O ancora, la meningite batterica, «malattia grave» per i Cdc americani: si stimano 1,2 milioni di casi di meningiti batteriche ogni anno nel mondo, con 135.000 decessi l’anno. Pochi? La morte può verificarsi in poche ore e l’in - fezione può causare disabilità permanenti e danni cerebrali. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Due pesi e due misure anche per la malaria: nel 2018 ci sono stati, secondo i dati Ecdc-OMS, 228 milioni di casi di malaria nel mondo e 405.000 decessi, vale a dire una media di 1.109 morti al giorno, eppure l’Or - ganizzazione Mondiale della Sanità non ha classificato la malaria «emergenza globale», forse perché è una delle prime dieci cause di morte soltanto nei Paesi a basso reddito. E il morbillo? Nel 2018 ci sono stati più di 140.000 decessi per morbillo a livello globale, per lo più tra i bambini di età inferiore ai cinque anni, e soprattutto nei Paesi a basso re d d i to. L’Italia, per fare un altro esempio, ha un triste primato per le infezioni ospedaliere: circa 50.000 l’anno (il 30% di tutte le morti per sepsi nei Paesi Ue), una strage che passa davanti ai nostri occhi nell’indifferenza, forse perché per risolverla basterebbero investimenti nelle strutture sanitarie. Ma le politiche sanitarie mondiali puntano più alle malattie che ai malati. Sarà forse per questo che l’altro ieri la Commissione europea ha autorizzato la commercializzazione del vaccino Imvanex come protezione contro il vaiolo delle scimmie, raccomandato la scorsa settimana dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). L’ap - provazione è arrivata il giorno dopo che l’Oms ha dichiarato il Monkeypox «emergenza sanitaria globale». Tempestivi.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento