STUPIDA RAZZA

mercoledì 20 luglio 2022

Importazioni di gas russo in calo del 55% ma boom di arrivi dal Nord Europa

 

Quattro numeri per fare il confronto. In maggio – l’ultimo mese di cui sono disponibili i dati ufficiali – l’Italia ha importato 2,05 miliardi di metri cubi di metano dall’Algeria, +9,3%. In maggio l’Italia ha importato 1,3 miliardi di metri cubi dalla Russia, -55,1%. Già nei primi mesi dell’anno la compagnia algerina Sonatrach aveva scavalcato la moscovita Gazprom e ora il sorpasso è definitivo. Ieri, lunedì, l’Italia importava a tutta manetta dall’Algeria via Tunisia; allineati in seconda posizione i tre rigassificatori e il Nord Europa; affiancati in terza posizione la Russia e il Tap dall’Azerbaigian. Infine, a singhiozzo il Greenstream che dalla Libia prende terra a Gela. Olanda e Norvegia, visti i listini sfrontati di questi mesi e visto lo sfumare dei progetti per creare un prezzo massimo europeo, hanno messo da parte le velleità ecologiche e da giorni hanno ripreso a vendere grandi quantità di metano in Europa e in Italia. E la Russia? In questi giorni spinge verso l’Italia quanto più gas può, ed è poco quello che può. Fermo il gasdotto del Nord Stream, in manutenzione e stoppato per forza maggiore, e ferma una delle due linee continentali che arrivano in Italia da est, la Gazprom alimenta a tutta pressione l’altra linea ancora attiva che arriva al passo del Tarvisio. Le condutture danno solidità al sistema italiano – al centro del Mediterraneo, è raggiunta da una rete invidiabile di grandi metanodotti di trasporto – ma al tempo stesso impongono rigidità. Le salvaguardie per l’Italia vengono dai due elementi di flessibilità, cioè i rigassificatori e gli stoccaggi. In questi giorni negli stoccaggi italiani di metano viene pompato gas pari a circa 450 milioni di chilowattora al giorno. Il grado di riempimento degli stoccaggi italiani di gas è ora al 67,38%, pari a 130 miliardi di chilowattora. Ci batte per quantità, non per grado di riempimento, la sola Germania, 157 miliardi di chilowattora, più indietro di noi nell’immagazzinare metano nei vecchi giacimenti vuoti riutilizzati come riserva. Seguono la Francia (93 miliardi di chilowattora e un ottimo grado di riempimento oltre il 90%) e l’Olanda (84 miliardi di chilowattora immagazzinati, 59%). L’Italia sarà sicura per l’inverno solamente se gli stoccaggi entro la fine dell’estate saranno arrivati ad almeno il 90% di riempimento. (🤔🤔🤔) Le altre ipotesi – rafforzare l’estrazione dai giacimenti nazionali, ricchi ma abbandonati; i nuovi rigassificatori galleggianti; più fonti rinnovabili di energia, tra le quali anche i biocarburanti non fossili – saranno mature dopo l’inverno, troppo tardi. La speranza è che il Nord Stream riesca a ripartire alla fine della manutenzione. In ogni caso, forse non servirà alcun razionamento ma i prezzi del gas saranno ancora più oltraggiosi di adesso. Un’osservazione dal Boston Consulting Group. Secondo Andrea Siri del Bcg, qualora venga interrotta la dipendenza dal gas russo entro il 2030 l’Europa dovrà estrarre 10 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno verde e importarne altrettante.



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