STUPIDA RAZZA

venerdì 29 luglio 2022

Latte, allarme costi nelle stalle di montagna

 

È allarme, negli allevamenti di montagna, per l’aumento dei costi. La razione di fieno delle mucche da latte è aumentata del 40%, molto più che in pianura. Un prezzo ingovernabile, così le prime stalle hanno cominciato a chiudere. «Soltanto tra i nostri allevatori, in 12 hanno chiuso l’attività e hanno mandato 700 vacche al macello - racconta Stefano Albasini, presidente di Trentingrana, una realtà che riunisce 700 stalle e 17 caseifici - in questi giorni molti stanno cercando di ridurre i costi di alimentazione delle mucche praticando l’alpeggio, ma a settembre, quandosaranno costretti a rientrare nelle stalle, temo che ci saranno nuove chiusure». Da gennaio ad oggi, Trentingrana ha già dovuto diminuire la produzione del 10% per mancanza di materia prima. Aumentare i prezzi per remunerare di più gli allevatori? «Impossibile - dice Albasini - ci abbiamo provato col burro, a passare da 4 euro a 7,30 euro al chilo per rientrare di tutti gli aumenti dei costi. Ma il risultato è stato un crollo vertiginoso degli acquisti». Secondo i dati di Alleanza Cooperative agroalimentari, a marzo del 2022 il costo della razione per le vacche da latte nelle stalle di montagna è stato di circa 10 euro per capo, mentre un anno prima si fermava a 7 euro. Questa crescita è la somma dell’aumento dei prezzi del fieno, passato da 18 a 24 euro al quintale, e della farina, che ha registrato un incremento da 25 a 44 euro al quintale. Ma a pesare come un macigno sono anche i costi dell’energia, balzati addirittura del 260%. E rispetto alla pianura, gli allevamenti e i caseifici di montagna sono molto più energivori: le stalle sono lontane, i costi di raccolta sono superiori, per non parlare della questione del raffreddamento del latte, che in montagna non viene raccolto sempre due volte al giorno. Insomma, per colpa dell’aumento del gasolio il costo medio della raccolta del latte in montagna è arrivato a 4 euro al quintale, mentre in pianura è di arrivato a 1,5 euro. «Trentingrana paga 1,40 euro il gas che prima pagava 0,30 centesimi - calcola il presidente del consorzio, Albasini - abbiamo chiesto alla provincia autonoma di Trento di aiutarci o il rischio, a settembre, è di veder calare ancora di più la produzione». Gli allevatori sono molto preoccupati: «La zootecnia di montagna sta vivendo una situazione estremamente complessa - spiega Carlo Piccinini, di Alleanza Cooperative agroalimentari - le stalle stanno chiudendo e quelle che resistono non hanno certezze sulla loro tenuta nei prossimi mesi, e questo significa mettere in discussione il presidio dei territori e il sostentamento delle economie locali». In aiuto degli allevatori è in arrivo il decreto a sostegno delle produzioni zootecniche colpite indirettamente dalla crisi russo-ucraina, che verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale a breve, nell’ambito del quale il settore lattiero-caseario sarà destinatario di aiuti per circa 75 milioni di euro, di cui 20 destinati esclusivamente agli allevamenti in zone montane. «Sono risorse - dice Piccinini - che dovranno essere obbligatoriamente erogate entro il prossimo autunno, quindi garantiscono un intervento tempestivo, ma in un contesto sempre più incerto ed economicamente complesso non rappresentano la soluzione definitiva al problema. Ora è necessario riaprire il confronto con le Regioni interessate».

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