Le elezioni di settembre hanno una caratteristica che, a mio parere, le distingue dalle altre. Oltre alla circostanza che il mese di agosto non è l’id ea l e per mantenere vivo l’interes - se di chi va a votare (figuriamoci di chi ha la vocazione del renitente), esse si svolgono dopo un periodo ove l’atten - zione di tutti è stata monopolizzata da tre cose che, nel passato, erano o del tutto assenti o marginali nel sentire comune: la pandemia, la guerra e la questione energetica. Le dette questioni assumono maggior rilievo in quanto hanno avuto e hanno tuttora conseguenze disastrose sull’economia del Paese e sono state affrontate in modo decisamente fallimentare dal governo uscente. Un governo, peraltro, fin dal suo nascere oberato da aspettative tanto esagerate (i Migliori, Supermario) che ne hanno reso vieppiù facile la delusione. Mario Draghi, in particolare, è stato subito posto su un piedistallo così alto che da lì, quasi per definizione, poteva solo scendere. Ma D ra g h i ha inanellato una tale sequenza di errori che la discesa è stata una brutta caduta. Nello spirito ottimista che dovremmo sempre mantenere - dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior - gli errori e la caduta di Draghi possono essere di giovamento. Oltre che per il Paese - perché dagli errori si impara e per una buona boccata di democrazia - anche e soprattutto per i partiti di centrodestra. Infatti, la caduta del governo ha lasciato con il cerino in mano il Partito democratico. Questo partito, che per la caduta di D ra g h i ha pianto lacrime da tragedia greca, dovrà giustificare infatti perché non propone Supermario premier. Se questo dovesse rifiutare la proposta, sarebbe un bel problema per il Pd. Se dovesse accettarla, sarebbe pure peggio: dovrà sostenere la reintroduzione del green pass in caso di recrudescenza del virus, la diabolica perseveranza a inviare armi a Vol o dy my r Z el e n s ky e infliggere sanzioni alla Russia, oltre che, naturalmente, il perseguire il contraddittorio obiettivo di zero emissioni di CO2 e, al contempo, elemosinare gas e petrolio nei cinque continenti. Del M5s forse non val la pena sprecare inchiostro. Spero di non sbagliarmi, perché se Giuseppe Conte riceverà altri voti oltre a quello di mamma, zia e nonna, allora vuol dire che ci meritiamo le nostre disg ra z ie. Il centrodestra ha del vantaggio. Intanto perché per due mesi assisteremo - non senza ilarità, son sicuro - alle botte che si daranno di santa ragione le due marionette dette prima, Pd e M5s. Poi, perché due importanti componenti, Lega e Forza Italia, si trovano sul filo del rasoio, potendo giustificare il sostegno a Mario Draghi come speranzoso atto di buona volontà per il bene di un Paese che, altrimenti, sarebbe stato nelle mani delle marionette di cui sopra. Infine, e soprattutto, perché possono ripulirsi l’anima alleandosi con Giorgia Meloni c h e, per tutti questi mesi, con intelligenza se n’è stata buona a godersi lo spettacolo. Mi sbaglierò ma, se son lungimiranti, agli altri due conviene lasciare il passo alla signora. Come già detto, E n r ic o L etta non ha altra scelta che magnificare la politica di chi è caduto, e a tenergli compagnia ci saranno Matteo Renzie Carlo Calenda.E l’unica che ha il titolo per opporsi a quella politica è proprio Giorgia Meloni. È vero che, come al solito, Silvio Berlusconi è stato bravissimo. Ha subito avanzato la proposta delle pensioni minime a 1.000 euro, rivisitazione di quella, vincente oltre 20 anni fa, che le portò a 1 milione di lire. E ha subito promesso di piantare un milione d’alberi, che è un colpo di genio se la cosa significa (come credo significhi): signori gretini e non, poche balle, abbiamo bisogno di petrolio, gas e carbone, io vi pianto un milione d’alberi e voi la piantate lì. Però, caro Sil - vio Berlusconi, ho il sospetto che oggi questo non basti più. E non basta neanche se aggiunge il milione di posti di lavoro. Gli elettori vogliono avere la garanzia che non accadrà più che la loro salute sia affidata a un incompetente che ne ha fatti morire come mosche e ha causato il fallimento di intere aziende. E vogliono sapere come garantirsi energia a prezzi competitivi, senza i quali essi stessi non sono competitivi con il resto del mondo: non si tratta delle bollette di casa, ma di quelle del mondo produttivo. Son sicuro che la coalizione di centrodestra saprà come presentarsi al Paese su questi punti, ma è Giorgia Meloni quel la che, al momento, ha la maggiore autorevolezza per farlo. Deve solo scegliersi i consiglieri giusti, sulla questione sanitaria come in quella energet ic a . Rimane la guerra, argomento sul quale tutte le calde parole che ho detto finora potrebbero sciogliersi come neve al sole. La M el o n i av rebb e confermato la propria volontà di mantenere l’invio delle armi e, immagino, le sanzioni alla Russia. Peraltro con una motivazione che mi lascia di sasso: «Se smettiamo di inviare armi, l’Occidente continuerà a farlo, e ci considereranno un Paese poco serio». Che razza di argomentazione è, onorevole M el o n i . E se invece ci proponessimo per la sospensione - di armi e sanzioni - e magari gli altri Paesi a poco a poco ci seguissero? Non dico che sarà così, dico solo che la sua motivazione mi pare deboluccia, che sia così gli elettori ci arrivano da soli, e lei s’è giocata non so quanti voti. Ci rifletta e, se crede, trovi il modo di correggersi. Per esempio, può sostenere di aver sostenuto l’invio di armi perché all’inizio sembrava fosse la cosa più saggia da fare. Ma che ora, alla luce di come si sono evoluti i fatti, è necessario che si riconsideri, criticamente, senza pregiudizi né incaponimenti, la cosa. E lo stesso con le sanzioni. Peraltro, non verrebbe meno la fedeltà all’Alleanza atlantica, visto che non tutti i Paesi della Nato hanno tenuto la stessa p o s i z io n e. Il fatto è - non so se ve ne sia percezione nei Palazzi del potere - che la gente s’è resa conto che per qualche misteriosa ragione può trovarsi da un giorno all’altro dal giocare nel tinello con i bambini di famiglia a essere nel medesimo bombardati e da esso scappare fino al più vicino confine. Ammesso - e non necessariamente concesso - che Vladi - mir Putin abbia commesso malevoli azioni che poteva evitare, il fatto è che i rimedi proposti «dall’Occidente serio» appaiono, alla prova di ogni evidenza, peggiori del male. Onorevole M el o n i, rifletta meglio sulla posizione da tenere sulle armi: magari riuscirà a modularla e modellarla in una forma più appropriata. Per i suoi elettori e, alla fine, per il Paese. E forse, chissà, per l’intero Occidente.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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