Lo stato di emergenza c'è da settimane, il Piemonte è stato tra i primi territori italiani a lanciare l’allarme e la stima dei danni all’agricoltura è arrivata a quota un miliardo. Vista da qui l’emergenza siccità comincia sui ghiacciai, ai minimi storici, e si riversa sulla portata di invasi e fiumi, a cominciare dal Po. L’assessore della Giunta Cirio, Matteo Marnati, mette in fila i problemi: l’emergenza ora è l’agricoltura mentre la questione dell’acqua potabile è sotto controllo. «Abbiamo bisogno di aumentare l’acqua a disposizione degli agricoltori, abbiamo chiesto aiuto alla Valle d’Aosta – sottolinea Marnati che non riesce a garantire più di quello che fa, ci siamo allora rivolti all’Enel per aumentare la risorsa idrica dalla Val D’Ossola. L’obiettivo è garantire acqua alle colture di cereali e mais per le prossime settimane, per mettere in sicurezza il raccolto». Quanto all’acqua per uso civile, la situazione è leggermente migliorata rispetto a giugno, le ordinanze di razionamento sono rientrate e là dove c’era bisogno, si è intervenuti con autobotti. Anche se non è escluso, aggiunge l’assessore, «che potrebbero esserci momenti difficili nelle prossime settimane». Il paradosso sta nel fatto che il caldo di questi giorni ha ulteriormente innalzato lo zero termico provocando un ulteriore scioglimento dei ghiacci che di fatto ha leggermente migliorato la situazione, ora arriva più acqua negli invasi. «In realtà si tratta di una cattiva notizia per l’ambiente, ma abbiamo chiesto di aumentare la quantità di acqua per gli agricoltori e aspettiamo una risposta». Per il Piemonte uno dei problemi sta nella necessità di conferire acqua alla Lomellina, con la «guerra del riso» che si è scatenata qualche giorno fa tra Novara e Pavia e con il tentativo di intermediazione dei due presidenti delle Regioni, Alberto Cirio e Attilio Fontana. Serve dunque un approccio integrato basato su un piano di interventi infrastrutturali e su una rigorosa programmazione. L’ordinanza della Protezione civile in fase di definizione indica i presidenti delle regioni come commissari straordinari per gestire gli interventi necessari sulla rete, al Piemonte in particolare sono stati assegnati 7,7 milioni per interconnessioni e misure urgenti. «Le Regioni non hanno poteri sulla risorsa idrica, dunque serve più coordinamento e un piano di interventi per pianificare fabbisogni ed erogazioni» spiega Marnati. Gli interventi a breve termine previsti dai Consorzi di bonifica e dagli enti irrigui ammontano nel solo Piemonte a 50 milioni ma se si guarda alle infrastrutture in grado di migliorare lo stoccaggio e la distribuzione di acque il fabbisogno sale a 500 milioni.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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