STUPIDA RAZZA

domenica 24 luglio 2022

Per avere i soldi dell’Europa servono ancora 55 provvedimenti in 5 mesi

 

L'agenda di Super M a r io D ra g h i , stando agli annunci che contengono le sue ultime circolari, non sembra essersi alleggerita dopo la caduta dell'autoproclamato governo dei migliori: confermato l'impegno nell’at - tuazione legislativa regolamentare e amministrativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale degli investimenti complementari (Pnc). Mano libera anche su tutte le emergenze in corso, con il governo che resta impegnato «nell’at - tuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal parlamento e nell’ad ozione degli atti urgenti, ivi compresi gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivante dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da covid 19». CONTO ALLA ROVESCIA Il conto alla rovescia che ha la dead line fissata al 25 settembre, giorno delle elezioni è già partito. E tra i provvedimenti nel limbo che, però, in base alla direttiva indicata da Draghi, avrebbero un margine per essere portati avanti, ci sono quelli legati agli impegni assunti con l’Unione europea. Entro fine anno erano infatti previste altre 55 scadenze legate al Pnrr e all’erogazione di un’ulterio re tranche da 19 miliardi di eu ro. Tra gli altri su tavolo ci sono i decreti attuativi per la riforma del processo civile e di quello penale, la riforma della concorrenza, che era già paralizzata dai contrasti sulle concessioni degli stabilimenti balneari e sulle licenze dei taxi, queste ultime alla base del più violento attacco di Draghi a pezzi della sua maggioranza durante il suo discorso al Senato. E proprio per agevolare l’approvazione del decreto, dopo le dimissioni del premier, la norma sulle auto bianche è stata stralciata, come chiedevano il centrodestra di governo e, alla fine, anche il Partito democratico. Ferma al palo anche la riforma fiscale, collaterale al Pnrr. Quindi arrivederci alla prossima legislatura quindi per riforma di Iva e Irpef, quest’ultima iniziata con la legge di stabilità per il 2022, è contenuta in una legge delega che concede al governo un periodo di 18 mesi entro i quali disporre i decreti attuativi. Il passaggio di consegne al nuovo governo, quindi non dovrebbe mettere a rischio le s c ad e n ze. Era invece già rallentato il percorso della riforma del catasto, per i no del centrodestra che temeva, convinto che le rassicurazioni avute non bastassero, che i nuovi calcoli dei valori fossero l’anticamera di una massiccia tassazione sulle case di proprietà degli italiani. Anche il Polo strategico naz io n a l e, dove saranno ubicati dati e servizi pubblici strategici resta in cantiere. A rischio la vendita di Ita . Esattamente come accadde per l’allora Alitalia dopo le dimissioni di Romano Prodi nel 2008, le trattative in corso per la cessione della compagnia aerea alla cordata composta da Msc e Lufhtansa, potrebbero essere congelate fino all’arrivo del nuovo governo. Almeno sulla carta però stavolta il rischio che l’affare salti non dovrebbe esserci, ma si potrebbe aprire un fronte sul versante dell’Ue, che ha vincolato gli aiuti all’ex compagnia di bandiera alla cessione a un grande gruppo. Dovrebbe essere invece rispettata la scadenza di fine settembre sulla nota di aggiornamento del Def. GUERRA IN UCRAINA Sul fronte della guerra tra Ru s s i a e Uc ra i n a invece diventano in forse gli eventuali decreti per ulteriori invii di armi, mentre dovrebbe essere completato il piano di riempimento degli stoccaggi (attualmente intorno al 65 per cento del totale, control'80 per cento previsto dalla Ue a fine ottobre). Ma su questo fronte, lo sblocco della manutenzione del gasdotto Nord Stream con conseguente ritorno alla normalità dei flussi di metano dalla Russia, dovrebbe agevolare le cose. Gli aiuti alle famiglie per il caro bollette previsti per fine luglio con il secondo decreto Aiuti invece sono la vera incognita, superabile, probabilmente, se venissero considerati interventi urgenti. Ma, a quanto filtra da ambienti governativi, con un taglio da 23 miliardi a 3. E dando forse l’addio ai provvedimenti collaterali a quelli sulle bollette, come il taglio dell’Iva e il bonus salari. Che potrebbero però tornare in campo se ci fosse l’ok di tutti i pa rt i t i . CONTRASTO AL COVID Come detto, tra le urgenze rientrano anche le attività di contrasto al Covid, quindi la famigerata circolare del ministro della Salute Roberto Speranza su obbligo della mascherina al chiuso e arresto per i positivi che non la indossano, potrebbe essere varata nonostante la caduta del govern o. In questo clima è quasi impossibile che i provvedimenti di bandiera del Pd, ius scholae, liberalizzazione delle droghe leggere, Ddl Zan e suicidio assistito, tornino in aula. I primi due erano stati calendarizzati e poi ritirati nelle scorse settimane, per poi essere precipitosamente posticipati a settembre. Ma con il Parlamento sciolto e in carica solo per l’ordinaria amministrazione, sono destinati a diventare temi per la campagna elettorale del Pd e dell’annesso campo largo, qualunque esso sia. Sempre che non preferiscano puntare tutto sullo spauracchio della destra e del populis m o.

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