STUPIDA RAZZA

sabato 30 luglio 2022

Arriva la stangata ai clienti Amazon, per i servizi Prime rincari del 39%

 

La brutta sorpresa per i clienti Amazon arriva nottetempo, via email, con una comunicazione in cui nero su bianco viene segnalato che la piattaforma aumenterà il prezzo del suo abbonamento Prime dal 15 settembre. Incremento in Italia, ma anche in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna. In Italia si passerà da 3,99 a 4,99 euro al mese (+25%), mentre la sottoscrizione annuale passerà invece da 36 a 49,90 euro (+38,6%). Dopo i ritocchi negli Stati Uniti, il colosso di Seattle presenta dunque il conto anche agli abbonati del Vecchio Continente, chiamati a mettere mano al portafogli per questo servizio, Prime, con il quale sono garantite consegne veloci (anche nei weekend) di moltissimi prodotti comprati su Amazon, ma anche gli ebook di Prime Reading, lo spazio illimitato per le foto con Amazon Photos (fino a 5 GB per i video) e Prime Gaming. Compreso nel “pacchetto” c’è anche Prime Video: la piattaforma di video on demand che compete nell’arena dello streaming con gli altri giganti come Netflix e Disney+ innanzitutto. Amazon ha voluto renderla ancora più “appetibile” in Italia aggiudicandosi la trasmissione in esclusiva della migliore partita del mercoledì della Champions League per il triennio 2021-24 (per un investimento mai dichiarato ma che secondo rumors si sarebbe attestato sugli 80 milioni di euro a stagione). «È la prima volta che modifichiamo il prezzo di Prime in Italia dal 2018», ha scritto Amazon nella sua comunicazione via email ai clienti Prime. Quanto alle ragioni, l’indice è puntato sull’«aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all'inflazione che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime». Insomma: «Circostanze esterne fuori dal nostro controllo». Nel frattempo però – è la replica di un portavoce Amazon alla richiesta di un commento ulteriore – «abbiamo aumentato il numero di prodotti disponibili con consegna Prime veloce e illimitata; abbiamo recentemente ampliato il servizio di consegna della spesa in giornata e abbiamo ampliato in modo significativo la nostra offerta di intrattenimento digitale di alta qualità, tra cui serie TV, film, musica, giochi e libri. Prime Video ha triplicato, dal 2018, il numero di Amazon Originals lanciando nuove serie e film». Tutte motivazioni che, comunque, non hanno convinto le associazioni dei consumatori che si sono immediatamente fatte sentire stigmatizzando rincari che la Codacons, ad esempio, ha bollato come «abnormi» – segnalando che vanno «oltre 4 volte il tasso di crescita dei prezzi al dettaglio» – o Assoutenti ha etichettato come «inopportuni». Rincara la dose Federconsumatori che annuncia un ricorso ad Agcm e per la quale «non è infondato il sospetto che attraverso tale operazione, Amazon voglia rifarsi, a spese dei cittadini, delle perdite riportate nel primo trimestre di quest’anno, che a livello globale ammontano a 3,8 miliardi di dollari, dopo un profitto di 8,1 miliardi dello stesso periodo del l’anno precedente».La mail di Amazon anticipa di oltre un mese e mezzo il cambiamento del costo dell’abbonamento, dando così la possibilità ai clienti di valutare se modificare il proprio abbonamento, ad esempio passando dal mensile all'annuale per garantirsi un risparmio oppure di cancellare la propria iscrizione a un servizio che comunque si presenta nutrito. Sull’altro piatto della bilancia però c’è una decisione non banale, giustificata però, come detto, con l’aumento dei costi di spedizione e dei prezzi del carburante che hanno impattato su un servizio Prime che ha il suo punto forte nella garanzia delle consegne in 24-48 ore. Tutto questo si scontra con un quadro di esborsi in crescita. Si pensi ad esempio all’investimento di oltre 1 miliardo di dollari per realizzare cinque stagioni della serie “Il Signore degli anelli”. O anche all’acquisto di Mgm per 8,5 miliardi di dollari. Il 28 luglio è attesa la trimestrale. Alla quale il colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos – che in Italia 10 centri di distribuzione di cui uno che aprirà lunedi prossimo a San Salvo in Abruzzo; una quarantina tra depositi e centri di smistamento; un customer service a Cagliari; un ufficio corporate a Milano; un centro Alexa a Torino – arriva con un calo del titolo di quasi il 30% da inizio anno.

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