STUPIDA RAZZA

mercoledì 20 luglio 2022

La Ue raddoppia il gas azero e prepara il taglio ai consumi

 

Diversificare e risparmiare sono le parole d’ordine europee in questo momento sul fronte energetico. Mentre molti Paesi temono interruzioni improvvise nella fornitura di gas russo sulla scia della guerra in Ucraina, la Commissione europea ha stretto un nuovo accordo di approvvigionamento con l’Azerbaijian. Nel contempo presenterà domani linee-guida con le quali affrontare eventuali interruzioni energetiche. Tra i settori da salvaguardare la salute e l’alimentare. Sul fronte azero, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha firmato ieri un memorandum di intesa con l’obiettivo di raddoppiare le forniture di gas portandole a 20 miliardi di metri cubi nel 2027, da 8,1 miliardi nel 2021. Parlando a Baku, l’ex ministra tedesca della Difesa ha ribadito l’importanza «di diversificare l’approvvigionamento optando per partner che siano più affidabili e fidati». In passato, Bruxelles criticò il regime azero sul versante dei diritti umani. Il presidente Ilham Aliyev ha definito l’accordo con Bruxelles «una tabella di marcia per il futuro». La Commissione intende investire 60 milioni di euro nella repubblica ex sovietica da qui al 2024, sostenendo 25mila piccole imprese in un Paese alla ricerca di un equilibrio tra Mosca e l’Occidente. La speranza di Bruxelles è che già l’anno prossimo le forniture di gas azero raggiungano i 12 miliardi di metri cubi. La diversificazione dei fornitori di combustili fossili richiede inevitabilmente tempo. In questo contesto, sempre l’esecutivo comunitario dovrebbe presentare domani un atteso pacchetto di linee-guida per aiutare i Paesi membri a risparmiare energia e a prepararsi al peggio, ossia a una eventuale brusca interruzione delle forniture di combustili fossili, che dalla Russia peraltro sono già diminuite sensibilmente in diversi Paesi membri dell’Unione europea. Le linee-guida erano ieri sera ancora oggetto di preparazione alla  Commissione europea. Il pacchetto dovrebbe suggerire la riduzione della temperatura del riscaldamento in inverno e dell’aria condizionata in estate; così come incentivi a favore del calo dei consumi nei settori più energivori. Inoltre, dovrebbe anche offrire criteri per selezionare i settori da salvaguardare: la criticità sociale, la partecipazione o meno a catene di fornitura sovra-nazionali, la possibile sostituzione del gas con altre fonti di energia, e l’eventuale danno nel caso di chiusura degli impianti. Spiccano quindi per importanza la salute, la farmaceutica, l’alimentare, l’ambiente, la difesa, le raffinerie. Alcuni settori italiani, come la ceramica, si dicono preoccupati per eventuali scelte penalizzanti provenienti da Bruxelles. In realtà, la decisione sui settori prioritari spetterà ai governi. In un documento circolato in questi giorni, la Commissione si limita a fare una analisi tra intensità nell’uso del gas e ruolo economico (notando che le industrie della ceramica, del vetro e della chimica sono molto energivore). Interessante sarà capire se la Commissione europea prenderà posizione esplicita sull’opportunità di tornare a usare carbone e nucleare. Più in generale, vi è un regolamento del 2017 volto a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas a livello europeo. L’articolo 12 del testo stabilisce che nel caso di emergenza «non siano varate misure che limitino indebitamente il flusso di gas nel mercato interno». L’articolo 13 prevede solidarietà tra Paesi «sulla base della compensazione». «Monitoriamo i flussi di gas con grande attenzione. È una questione tra le più importanti per le nostre società e le nostre economie», ha commentato l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell. I ministri degli Esteri hanno discusso ieri di nuove sanzioni in preparazione contro la Russia, in piena guerra in Ucraina (si veda Il Sole24 Ore di sabato). Una quinta tranche di 500 milioni di euro andrà a finanziare l’acquisto di armi a favore dell’Ucraina, portando il totale a 2,5 miliardi.

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