STUPIDA RAZZA

venerdì 29 luglio 2022

Gas vola a 214 euro, elettricità sopra i 500

 

Prezzi fuori controllo

Gas a 214 euro per Megawattora, in rialzo del 21% in una sola seduta al Ttf, ed elettricità che sul mercato italiano continua a volare sopra la soglia critica dei 500 euro. I prezzi dell’energia sembrano ormai senza freni, soprattutto in Europa – dove scontiamo l’ulteriore crollo in queste ore delle forniture di Gazprom – ma anche in molte altre aree del mondo: persino negli Stati Uniti il gas al Nymex è tornato a scambiare ai massimi da 14 anni, oltre 9,5 $/mmBtu. L’Italia putroppo è ancora una volta tra i Paesi che soffrono di più, in assoluto. Dopo una relativa tregua nel weekend, il PUN (Prezzo unico nazionale) è risalito sopra 500 euro per Megawattora, attestandosi a quota 526,21 euro per la giornata di oggi, segnata dalla nuova stretta annunciata sul Nord Stream. Gazprom, in linea con quanto aveva prospettato il Cremlino, ha annunciato che da questa mattina avrebbe ridotto al 20% la portata del principale gasdotto russo, dimezzando il flusso rispetto al livello già esiguo dei giorni scorsi. Per nostra fortuna in parallelo dovremmo recuperare forniture più generose dall’Algeria, visto che proprio in queste ore si conclude la manutenzione della Trans Tunisian Pipeline, connessa al gasdotto Transmed. Nel frattempo Tap ha rassicurato sui flussi di gas dall’Azerbaijan, escludendo  una totale chiusura dei rubinetti il prossimo mese: la società ha spiegato al Sole 24 Ore che, in base alle informazioni di cui dispone, i flussi dovrebbero solo ridursi del 25-30% tra il 14 e il 28 agosto, quando verrà fermato per lavori il primo tratto del Corridoio sud del gas, quello tra il Mar Caspio e la Turchia. È buio fitto invece sui volumi che possiamo aspettarci in futuro dalla Russia. Dal Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, assicurano di voler ricollocare «quanto prima» al suo posto la turbina restituita dal Canada. Gazprom però tuttora non ne è rientrata in possesso (si troverebbe ancora in Germania) e Mosca continua a lamentare la mancanza di documenti sufficienti a tranquillizzarla sotto il profilo tecnico e sanzionatorio. «La situazione – ha ribadito ieri Peskov – è gravemente complicata dalle restrizioni e dalle sanzioni imposte contro il nostro Paese». Dall’Ucraina viene intanto suonato un nuovo campanello d’allarme relativo al transito di gas russo nel Paese: il gestore della rete ha denunciato che Gazprom ha alzato senza preavviso la pressione nel tratto UrengoyPomary-Uzhgorod, sollevando «rischi potenziali alla normale operatività del gasdotto».

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