Appena un mese fa, probabilmente, non ci avrebbe scommesso nessuno. E invece per Elon Musk e Twitter è già tempo di tribunali. La prima udienza del processo è in programma per oggi, presso la Court of Chancery del Delaware. Mentre il giudice che si occuperà della controversia è Kathaleen McCormick, una che si porta dietro la nomea non troppo clemente nei confronti di chi punta a non rispettare gli accordi precedentemente raggiunti. Un problema in più per Musk, che arriva a questo scontro legale con un bagaglio di strumenti che, almeno apparentemente, non sembra fortissimo. Il Ceo di Tesla e i suoi legali puntano forte sul fatto che Twitter non avrebbe fatto chiarezza sugli account spam presenti sulla piattaforma, che secondo il social sono solo il 5% e secondo Musk molti di più. Un dettaglio non da poco conto, tanto da far saltare l’accordo preso a fine aprile sulla base di 54,20 dollari per azione (44 miliardi di dollari complessivi). Ma da Twitter la pensano diversamente, e i legali del social network hanno immediatamente scelto la strada della controversia legale. La loro idea è quella di chiudere la vicenda in un lasso di tempo decisamente breve. E proprio oggi il giudice del Delaware potrebbe dargli ragione, fissando un processo lampo per metà settembre. Una soluzione che, invece, i legali di Musk punteranno a far saltare. I difensori di mister Tesla, infatti, sembrano avere un obiettivo ben preciso: allungare i tempi del processo. E non è un caso che abbiano già fatto sapere di ritenere assolutamente ingiustificato un processo prima del 13 febbraio 2023, data entro la quale, a quanto pare, l’accordo raggiunto andava (e andrebbe ancora) ratificato. Il punto è che Musk, in un deposito alla Sec di qualche giorno fa, ha di fatto annunciato di voler far saltare il banco, e questo potrebbe rendere del tutto inutile l’attesa di febbraio. Attesa che invece giocherebbe a favore dell’ipotesi più gettonata, e cioè quella che vede Musk impegnato in questa strategia snervante per spuntare un nuovo prezzo. Non c’è dubbio, del resto, sul fatto che l’accordo da 44 miliardi, alla luce dell’arrivo del bear market che ha affossato i titoli tecnologici, appaia un po’ fuori prezzo. Le azioni di Twitter, infatti, navigano attorno ai 38 dollari (con market cap di circa 29 miliardi). Numeri decisamente distanti da quelli con cui Musk può portarsi a casa il social network. Da qui arriverebbe la scelta, molto accreditata fra gli addetti ai lavori, di far saltare il tavolo e successivamente trattare un nuovo accordo. Probabilmente anche di questo terrà conto il giudice, in questa udienza preliminare fissata per la data di oggi. L’appuntamento è per le 11 di stamattina (le 17 in Italia). E l’udienza - che definirà se il processo breve chiesto da Twitter sarà o meno la strada da percorrere - dovrebbe durare circa 90 minuti. Come una partita di calcio, insomma. Con Musk che spera nei tempi supplementari.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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