L’uomo che dovrebbe controllare i conti pubblici italiani e che da commissario europeo fa oggi la morale e tira le orecchie a chi governa, Paolo Gentiloni, è stato il premier che ha lasciato più debiti sulle spalle delle future generazioni. Ogni mese ha incrementato il debito pubblico italiano di 9,711 miliardi di euro, ed è il record assoluto per la politica italiana da quando è in vigore la moneta unica. Alle sue spalle l’esecutivo giallorosso guidato da Giuseppe Conte (9,708 miliardi di debito al mese), che però ha dovuto affrontare la pandemia e fare numerosi scostamenti di bilancio per tenere in piedi il Paese. La medaglia di bronzo fra i premier che ci hanno più indebitato spetta fin qui a Mario Draghi (9,32 miliardi al mese). Mentre a sorpresa i due governi che meno hanno scaricato conti da pagare a figli e nipoti sono stati quello gialloverde con Matteo Salvini e Luigi di Maio e il governo guidato da Matteo Renzi fra il 2014 e il 2016.Nell'era dell’euro il governo italiano che ha scaricato più di ogni altro debito sulla testa delle generazioni future è stato quello di Paol o Ge ntilo ni . Durato 18 mesi, fra il 18 dicembre 2016 e il 24 marzo 2018, ha visto aumentare il debito pubblico di 174 miliardi e 805 milioni di euro, con un ritmo mensile di 9,711 miliardi di euro di incremento che lo pone in testa alla classifica dal 2001 ad oggi. Al secondo posto fra i signori del debito si piazza il secondo governo di G iu s e p - pe Conte, quello giallorosso, che in 17 mesi ha fatto lievitare il debito pubblico di 165 miliardi e 44 milioni di euro al ritmo di 9,708 miliardi di euro al mese. Ma la differenza fra i due esecutivi è evidente: C o nte si è trovato fra capo e collo la pandemia, i lockdown e la necessità di plurimi scostamenti di bilancio per tenere in piedi famiglie e imprese, G e nti l o n i non ha avuto alcun tipo di emergenza internazionale. Che sicuramente c’è stata con la guerra in Ucraina per Mario Draghi, che conquista la poco onorevole medaglia di bronzo con 149,266 miliardi di debito pubblico incrementato in 16 mesi di governo. Un risultato provvisorio che si ferma agli ultimi dati forniti dalla Banca di Italia, che sono quelli relativi allo scorso mese di maggio, e che può avere ancora variazioni essendo Draghi tutt'ora in carica. LO SCOSTAMENTO La media mensile di debito fatta da super Mario è di 9,32 miliardi di euro e nonostante la guerra è meno spiegabile del caso Conte bis: il governo in carica infatti si è rifiutato di mettere la firma su ogni ipotesi di scostamento di bil a n c io. La classifica è sicuramente sorprendente, ma i dati dei bollettini della Banca di Italia non lasciano adito a dubbi di sorta. Si può fare ironia sulla scelta di mandare alla commissione europea a fare il controllore dei conti pubblici italiani proprio G e nti l o - ni, che è stato in questo ventennio il campione del debito pubblico nazionale. Chissà se questi risultati non proprio da medaglia sul petto li ha visti anche la presidente della commissione Ursula Von der Leyen e con lei quei sacerdoti del rigore tedeschi e olandesi prima di accogliere Gentiloni n e l l 'a l l eg ra compagnia. C'è da dubitarn e. Come non ci si aspettava che l'attuale professore con la bacchetta in mano fosse fino al giorno prima il peggiore degli studenti, è sorprendente anche l'altro capo della classifica dei signori del debito, quello che indica i premier italiani che meno di altri hanno scaricato sulle generazioni future i guai del loro regno. Perché a classifica rovesciata il migliore di tutti, il più virtuoso di tutti è stato C o nte, ma nel suo primo governo, quello gialloverde fatto insieme a M atte o Sa lv i n i . Quindici mesi di durata, debito pubblico aumentato di 48,544 miliardi di euro al ritmo di 3,23 miliardi di euro al mese, la cifra più bassa in assoluto nell'era dell'euro. Ma come? I gialloverdi non erano considerati soprattutto sulla stampa italiana e su quella internazionale degli sfasciacarrozze inaffidabili, erano bersagliati da moniti da Bruxelles, criticati in ogni momento, quasi commissariati al momento di fare la legge finanziaria. I VERI FALCHI Eppure sul debito pubblico sono stati più rigorosi di qualsiasi falco della Bundesbank, più olandesi di M a rk Rut te. Può essere che quel primato in classifica come governo più frugale della storia degli ultimi venti anni sia stato ottenuto anche per quei riflettori accesi dalla comunità internazionale e per il marcamento stretto di Bruxelles che poco si fidava della compagine M5 s-Lega. Fatto sta che proprio i meno affidabili hanno lasciato sulla testa delle generazioni future ogni mese un terzo di quello che ha invece scaricato non solo G e nti l o n i , ma lo stesso Draghi che godeva di ben altra e indiscussa reputazione internazionale. Bisogna dire che il secondo governo nella storia dell'Italia nell'euro ad avere scaricato meno problemi sulla testa di figli e nipoti è stato quello di Matteo Renzi, che ha avuto sotto questo profilo lo svantaggio di durare assai più degli altri citati in classifica (34 mesi), eppure ha incrementato in quel periodo il debito pubblico “so lo” di 111,342 miliardi di euro, pari a un ritmo di 3,27 miliardi di euro al mese che per appena 40 milioni di euro al mese non gli consentono di strappare il primato al governo gialloverde. Un dato che rende ancora più incomprensibile lo sfondamento del debito pubblico operato dal governo G e nti l o n i , che ha avuto alle spalle e subito dopo i due governi che meno hanno scaricato sui posteri le loro politiche economiche. Medaglia di latta grazie al suo quarto posto nella classifica di chi ha seminato più debiti un altro esecutivo tecnico come quello guidato dal professore Mario Monti per 17 mesi (la stessa durata del Conte bis) in cui il debito pubblico italiano è cresciuto di poco meno di 145 miliardi di euro al ritmo di 8,5 miliardi al mese. A centro classifica l'esecutivo breve di E nr ic o L etta (6,37 miliardi al mese di debito pubblico in più) e i tre governi di Silvio Berlusconi nell'era dell'euro che hanno oscillato fra un minimo di 4,78 e un massimo di 5,45 miliardi di euro al mese di debito in più.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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