NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
venerdì 29 luglio 2022
Gli agricoltori europei chiedono la revisione dei tagli Ue alla chimica
Cresce a Bruxelles l’opposizione al previsto giro
di vite Ue sulla chimica in agricoltura. Nel corso
dell’ultimo Consiglio agricolo, più di una
delegazione degli Stati membri ha, infatti,
contestato apertamente le misure previste dalla
proposta di regolamento della Commissione
sulla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari in
agricoltura. Il progetto legislativo della
Commissione prevede che entro il 2030 il ricorso
ai fitofarmaci dovrebbe essere tagliato in ambito
Ue fino a un massimo del 50% rispetto ai livelli
medi di utilizzo del periodo 2015-17 e comunque
con una riduzione minima del 35% per ognuno
degli Stati membri. Nei mesi scorsi più di un
paese aveva sollevato obiezioni puntando in
particolare sul fatto che la proposta di
regolamento doveva essere presentata nello
scorso aprile ma poi è stata rinviata per motivi
legati alla guerra russo-ucraina e all'inflazione.
Tutti accadimenti che già avevano provocato non
pochi contraccolpi nelle agricolture europee visto
il peso delle aree coinvolte nel conflitto nella
produzione di fitofarmaci e a causa del
conseguente rialzo dei prezzi. Ne è nato un
dibattito all’interno della Commissione tra i
favorevoli e i contrari a una revisione che ha visto
per il momento prevalere gli oltranzisti del Green
Deal. Almeno fino al consiglio della scorsa
settimana quando sono emerse nuove critiche
all’impostazione Ue. Le contestazioni hanno
riguardato, in particolare, i metodi di calcolo
utilizzati per fissare gli obiettivi di riduzione del
ricorso alla chimica in agricoltura che non
terrebbero nel dovuto conto né i risultati già
ottenuti e né le specificità dei diversi sistemi
produttivi. Un ampio numero di delegazioni ha
poi posto l'accento su un altro aspetto chiave: e
cioè che il giro di vite sulla chimica possa
scattare solo in presenza di alternative per gli
agricoltori valide sotto il profilo agronomico ed
economico e che consentano di salvaguardare il
potenziale produttivo.
A questo proposito è stato più volte ricordato il
caso francese. Parigi nel 2017 di fronte alla tabella
di marcia fissata da Bruxelles per arrivare, in un
quinquennio alla messa al bando del glifosato
scelse, anche su iniziativa del presidente Macron, di
anticipare a livello nazionale il divieto assoluto di
utilizzo del contestato erbicida. Salvo poi, di fronte
alle evidenti difficoltà produttive fare marcia
indietro, con annessa giravolta presidenziale, e
tornare all’ipotesi di un phasing out dal glifosato
almeno diluito nel tempo.
«Noi condividiamo i principi alla base della
Strategia Farm to Fork – ha commentato il
presidente di Agrofarma, Riccardo Vanelli – e in
particolare l’obiettivo di una maggiore sostenibilità
ambientale, ma non il metodo individuato per
raggiungerlo. L’idea cioè di target quantitativi al
ribasso che rischiano di penalizzare fortemente il
comparto agricolo europeo e nazionale senza una
reale visione sugli impatti che tali target
potrebbero comportare in assenza di reali
alternative. L'industria degli agrofarmaci investe
ogni anno ingenti risorse (pari al 6% del fatturato)
nella ricerca di soluzioni sempre più efficaci e
meno impattanti. Abbiamo assunto anche
l'impegno di investire 4 miliardi per la ricerca di
agrofarmaci utilizzabili in agricoltura biologica e di
10 miliardi per lo sviluppo di tecnologie di
agricoltura digitale in grado di minimizzare il
ricorso alla chimica».
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