Come molti ormai sono un fuorilegge, la cosa grottesca è esserlo con la fedina penale intonsa, senza aver mai commesso alcun reato. La sensazione è alquanto strana, indefinibile, quasi come se mi fossi svegliato da una sbornia, per certi versi irreale. Purtroppo è tutto vero, una sensazione di così forte stordimento ricordo di averla provata solo nel luglio del 1992 quando da Catania partii per andare a Palermo nella giornata in cui si celebrò il funerale del povero Paolo Borsellino, con la differenza però che quel giorno guardando la gente per strada, nei loro occhi, nelle loro espressioni,rivedevo il mio stesso sentimento, il mio stesso sgomento, la mia stessa incredulità. Oggi non vedo nulla di tutto ciò, vedo ahimè facce tronfie, facce molto felici, vedo i miei colleghi, conoscenti, parenti ed ex amici quasi sadicamente giubilanti del fatto che da oggi debba essere costretto a inocularmi. Mi fanno pena e rabbia al contempo, riesco a percepire quanto il loro animo sia miserrimo, ognuno con la ragione della propria scelta, chi convinto, chi per opportunità personale, chi cos tretto. Un tempo non avrei eccepito nulla, avrei profondamente rispettato il senso della loro scelta personale convinto che il rispetto fosse reciproco; oggi no, la reciprocità di questo sentimento è venuta meno, quando con il loro agire hanno permesso che io e la mia famiglia fossimo alienati socialmente, allontani dai negozi e, dulcis in fundo, esclusi dal mondo del lavoro. Onestamente non credo che questo Paese sia in grado di salvarsi da solo dopo due anni di balle e, dopo aver visto come le pedine politiche siano state disposte sullo scacchiere, ritengo che siamo arrivati alla fine del gioco. Che fare? Noi abbiamo gettato la spugna troppo stanchi, avviliti, demoralizzati; naturalmente nessuno di noi procederà ad assumere questa terapia, abbiamo trovato la nostra scappatoia altrove, abbiamo compreso che, per quanto questa cosa sia più grande di noi e sia globale, ci sono ancora piccoli spazi all’estero dover poter fare almeno un tentativo per avere una vita normale, una vita fatta magari di piccole cose, ma che torni a riservarci qualche gioia, fosse anche solo una passeggiata al mare o un figlio libero di praticare lo sport amato.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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