Il caro energia ha mandato in default 19 fornitori. Il fenomeno iniziato nel Regno Unito ha contagiato il nostro Paese pur avendo meno clamore. Diego Pellegrino, portavoce dell’Associazione reseller e trader dell’energia che rappresenta circa 130 operatori del settore per un fatturato di 2 miliardi e 1,3 milioni di contatori, spiega cosa succede: «In Gran Bretagna sono saltate varie aziende in poche settimane. Ma nemmeno in Italia la crisi energetica fa sconti. E questo non riguarda solo le famiglie cui arrivano bollette stratosferiche ma pure le aziende che a tali famiglie forniscono elettricità e gas. Improvvisamente 19 società si sono trovate in default e non perché non fossero sane». Eppure il fenomeno non ha avuto grande eco, come mai? «Si spiega con le regole del nostro mercato», afferma Pelleg rino. «Nel Regno Unito quando un’azienda fornitrice di energia va in default, si apre una procedura per cercare un sostituto, così da non lasciare gli utenti senza energia. Il che avviene con un bando di gara pubblicato sul sito dell’autorità dell’energia: così tutto viene alla luce del sole. In Italia invece accade tutto in sordina perché c’è il mercato di ultima istanza, di salvaguardia. Qui affluiscono coloro che non hanno ancora scelto il libero mercato, i morosi e i clienti di società fornitrici andate in default. Senza gare non si percepisce l’ampiezza del fenomeno.» Pellegrino stima in 400.000 i consumatori che hanno avuto questo problema, ma potrebbero essere di più perché mancano cifre ufficiali sui clienti di ciascun fornitore. Non si rischia di restare a secco di elettricità e gas, ma ciò non vuol dire che i clienti non risentano del default dell’azienda fornitrice. Il passaggio al mercato di ultima istanza, per chi aveva un contratto a prezzo fisso, potrebbe significare, dice Pelle - g rino, un rincaro di 4 volte mentre con una formula variabile l’aumento rimarrebbe contenuto nel 10-15%. Il meccanismo che ha mandato in default questi fornitori è dettato da regole che stringono le società in una morsa. «Le aziende devono acquistare energia all’ingrosso sul mercato del giorno prima e fatturano dopo 1-2 mesi. Si pone quindi un problema di liquidità. Ci sono poi i clienti morosi, famiglie e imprese: un altro paio di mesi per la messa in mora».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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