STUPIDA RAZZA

martedì 12 luglio 2022

Putin taglia un terzo del gas all’Italia Verso lo stop totale

 

Il redde rationem sul gas è arrivato e tra poco ci toccherà anche il razionamento. È iniziata la prevista manutenzione al gasdotto Nord stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell’Un io n e europea, di proprietà della società russa Gazprom. Per quanto riguarda l’Italia questo si è già tradotto nella riduzione di un terzo delle forniture. «Circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno», si legge nella nota diffusa da Eni ieri mattina. I riflettori sono puntati su quello che accadrà fra dieci giorni, il 21 luglio, quando il gasdotto dovrebbe riprendere a funzionare regolarmente. L'opzione che Mosca prenda però questa occasione come pretesto per chiudere definitivamente le forniture viene considerata «la più probabile», secondo il ministro francese Bruno le Maire che esorta l’Europa a «prepararsi». Sulla stessa linea il collega tedesco Robert Habeck («Tutto è possibile. Speriamo per il meglio, ci prepariamo al peggio», ha detto sempre ieri). Non sono rassicuranti neppure le dichiarazioni che arrivano da Bruxelles: l’interruzione totale della fornitura di gas russo all’Ue «non è uno scenario base ma è un rischio che non possiamo escludere. E sia a livello europeo che a livello di Stati membri ci stiamo preparando a questa eventualità», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea, Val - dis Dombrovskis, al suo arrivo alla riunione dell’Eu rog r up p o. «Finora 12 Stati membri stanno subendo interruzioni di fornitura da gas e della Russia e la situazione è grave», sono le parole del portavoce della Commissione europea, T im Mc Phie. «Prepararsi a ogni scenario» è la formula che ripetono i ministri delle Finanze dell’Unione senza specificare che quello più «avverso» per l’economia si chiama recessione. I mercati stanno già scontando le possibilità che questo timore si concretizzi. I Cds (credit default swap) europei sono vicini ai massimi, in linea con i livelli di recessione e hanno penalizzato gli Stati Uniti, in particolare nelle ultime settimane. I settori dei prodotti chimici e dei materiali hanno di recente sottoperformato sia sul versante azionario sia su quello obbligazionario. I futures sul gas europeo sono quasi raddoppiati nell’ultimo mese e si stanno avvicinando ai livelli visti subito dopo l’i nva s io n e d el l ’Ucraina. Sul fronte dei prezzi, al Ttf (l’hub di riferimento europeo) il costo del gas naturale è passato dai 160 euro per megawattora dei primi scambi ai 164 euro. Nel frattempo, il commissario europeo all’Economia, Pao - lo Gentiloni, ieri è stato costretto ad ammettere che «per il momento nella Commissione non c’è una proposta sul tetto ai prezzi» invocato a più riprese, e senza successo, da Mario Draghi. Il 26 a Bruxelles si riuniranno i ministri dell’Energia convocati in seduta straordinaria: per ora sul tavolo c’è solo il piano comunitario d’emergenza ancora in fase di d e f i n i z io n e. In Francia e Germania il dibattito sui media ruota attorno agli inevitabili razionamenti dei consumi e i salvataggi/nazionalizzazioni dei fornitori di energia. E da noi? «Stiamo discutendo in questo momento con altri ministeri di un progetto rapido d’i nfo rm azion e, tipo pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l’ac - qua, l’altro è l’energia. Fra l’al - tro i due settori si parlano perché sono molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’u so delle risorse», ha detto ieri il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Aggiungendo che «il risparmio parte dall’i n fo r ma z io n e dei cittadini, perché il settore residenziale da solo vale il 30% circa dei consumi», e «se regolassimo meglio gli orari del riscaldamento, riducendoli di u n’ora, o abbassassimo la temperatura di un grado risparmieremmo 1,5-2 miliardi di metri cubi di gas all’anno», spiega C i n gol a n i . Il Mite ha anche cercato di buttare acqua sul fuoco parlando di un calo di una «parte marginale della fornitura» e ha giustificato così la decisione di non attuare ancora «piani di emergenza energetica con misure di risparmio straordinarie». Mentre il Mite pensa a sobrietà, pubblicità e progresso (con il rischio che l’austerity si traduca anche in una sorta di coprifuoco energetico in negozi e locali), Snam sta facendo il grosso del lavoro per garantire gli stoccaggi di gas. «A ieri sera siamo arrivati a disporre di 6,1 miliardi di metri cubi in stoccaggio che corrispondono al 64% dell’obiettivo che ci siamo dati. Noi di Snam abbiamo dato un contributo di circa 1,5 miliardi di metri cubi a questi 6 miliardi, e continueremo a dare il nostro sostegno, ovviamente nei limiti di un operatore di sistema e non di un operatore di mercato, come è giusto che sia», ha sottolineato l’am - ministratore delegato Ste fa n o Ve n ie r. Intanto, occhio all’A l ger i a:in Spagna le importazioni di gas dal Paese nordafricano sono diminuite del 41,11% nella prima metà del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre dalla Russia sono aumentate del 3,2% su base annua sempre nello stesso periodo. Insomma, Madrid ha acquistato più gas da Mosca che da Algeri. Un dato che non solo rompe lo schema storico di approvvigionamento, ma scatena anche un terremoto sulla mappa energetica mondiale. Le relazioni diplomatiche e commerciali tra Spagna e Algeria segnano il passo a causa di una crisi diplomatica legata alla questione del Sahara Occidentale. Il primo esportatore di gas in Spagna sono però gli Stati Uniti, da cui proviene il 29,6% delle forniture.

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