Giuro che volevo diventare ec o- orto do ss o. Come Mari o Tozzi, il Burioni del clima, che chiede la cacciata di ogni scettico del clima dalla tv. Come l’ex ballerino di B al - lando con le stelle, Valerio Rossi Albertini, che sta lavorando per diventare il nuovo Pregliasco (dài, un piccolo sforzo e ce la puoi Come la scrittrice Elizbeth Kolbert che sulla Sta mp a annuncia la sesta estinzione del mondo con toni che al confronto Savo n a ro - la era un illuso ottimista. Insomma: volevo mettermi in linea. Per una volta volevo provare a non essere fuori dal coro, a suonare le trombe, anziché i soliti tromboni. Anche perché ero sinceramente toccato dal richiamo via stampa di Antonio Padellaro che sul Fatto ha accusato Nicola Porro e il sottoscritto di essere «negazionisti del clima». Dopo essere stato processato in quanto no vax (prima) e filoputiniano (poi), temo di non riuscire a sopportare il terzo stigma dell’e marginaz ione nel giro di pochi mesi. E così mi sono ripromesso: la devo smettere di pensare con la mia testa, questa volta faccio come tutti gli altri, mando il cervello all’ammasso e non se ne parli più. Perciò ho detto: per un giorno leggo solo Re - p ub b l ic a . Non vi sembra un’idea intelligente? Se persino Pad el - l a ro, un collega in genere non intruppato, stavolta spinge in questa direzione, io mi arrendo. E mi affido al giornale più ortodosso che ci sia. Sulla questione ecologica, poi, non ne parliamo: Rep ubb lic a è una specie di bibbia dell’ambientalismo. Ha trasformato G reta in una santa laica, ha riempito paginate di catastrofismi, non ha mosso una critica alle politiche green dell’Europa. Insomma: una sicurezza. Ho cominciato dunque a sfogliare il giornale, tutto felice nel mio nuovo ruolo di aspirante eco-ortodosso, e ho subito trovato quello che faceva al mio caso: un’intervista di u n’intera pagina al «guru» (definito proprio così) dell’ambientalismo, Pascal Acot, professore alla Sorbona e membro del centro ricerche nazionale in Francia. Un ottantenne che ha cominciato a scrivere la storia dell’e c o l og i a quando io avevo ancora i pantaloni corti. Un mito, insomma, per tutti gli ortodossi, figurarsi per gli aspiranti ortodossi. Per altro l’i nte r v is ta era titolata in modo invitante: «Nel mondo sempre più disastri. Ora gli scettici dovrebbero tacere». Ecco, mi sono detto, finalmente avrò la lezione che mi merito. Pad el l a ro s a rà c o nte nto. Le prime righe dell’i nte r v i - sta mi hanno subito entusiasmato: «La tragedia della Marmolada deve mettere a tacere tutti i climatoscettici», tuona infatti Ac ot r ic h i a m a n - do l’«abnorme riscaldamento della temperatura». Ben mi sta, climatoscettico che non sono altro. Ma già alla seconda domanda, quando gli viene chiesto se questo riscaldamento è dovuto a comportamenti umani, il guru mi sorprende: «Che ci sia una componente umana non lo mette in dubbio nessuno», risponde infatti. «Però con altrettanta lucidità dobbiamo chiederci se ad essa non si affianchi u n’attività solare analoga a quella che per centinaia di milioni di anni ha regolato il passaggio dalle epoche di surriscaldamento a quelle di glaciazione, come documentato dagli storici del clima». Non solo: l’attività solare, aggiunge Ac ot , sarebbe anche «preponderante» rispetto a quella umana. Ma come? Guru, che dici? Che il riscaldamento della terra sarebbe causato dall’attività solare? Non solo dall’uomo? Anzi, il ruolo dell’uomo non sarebbe nemmeno preponderante? E che glielo dice a Mario Tozzi? Chi glielo dice a quelli che sostengono che è solo colpa nostra? Sono in difficoltà, si capisce. A questo punto le mie certezze di neofita eco-ortodosso cominciano a vacillare. Ma non è ancora nulla. Nelle righe successive, infatti, il guru Ac ot solleva dubbi nientepopodimeno che sulla task force scientifica dell’Onu, cioè quella che produce gli «ascoltatissimi rapporti» sulla base dei quali viene presa ogni decisione mondiale: gli scienziati, dice, non sono arrivati a «certezze inoppugnabili» e non hanno dato una «spiegazione esauriente». Sul loro lavoro, inoltre, incombe l’ombra di «certe stranezze», come il fatto che a guidarli ci siano stati prima un politico senza competenze, poi un ingegnere ferroviario e infine un economista, già responsabile della strategia di sviluppo della Exxon. Le «certe stranezze», ci terrei a sottolinearlo, le sta denunciando il guru dell’ecologia sulla bibbia dell’ecologia, mica uno di quei complottisti da seppellire sotto una pila di libri di M a r io Toz z i , come il sottoscritto. E la cosa perciò mi turba non poco: proprio ora che mi ero convinto a cancellare tutti i dubbi, a non fare più domande, a prendere per oro colato tutto quello che veniva calato dall’alto, scopro che invece gli «ascoltatissimi rapporti» non danno «spiegazioni esaurienti» e sono compilati da ingegneri ferroviari e manager delle multinazionali? E come faccio a ripeterlo senza passare per negazionista? O comp l ott i s ta? Vado avanti. Arriviamo all’ultima decisione importante in fatto di ambiente, cioè il passaggio forzato all’aut o elettrica. Mi aspetto che almeno qui il guru dell’e c o l og i a sostenga la linea senza esitazione. Dai, Ac ot , dammi una soddisfazione. Proclama il tuo sì senza se e senza ma. Mi metto a leggere speranzoso. E invece? Ecco cosa trovo: «Nella elettrificazione forzata del parco auto vorrei vederci chiaro: da dove verrà tutta l’energia elettrica necessaria per il settore trasporti?», 🤔🤔🤔si chiede il guru. E poi aggiunge: «Di certo c’è chi vedrà aumentare i propri profitti da tutta questa rivoluzione». È esattamente quello che pensavo io, prima di tentare di convertirmi all’ec o - o rto d o ssia. Ma come faccio a convertirmi, se persino colui che annuncia il vangelo ne dubita? Non mi resta che rifugiarmi in G reta . Dai, maestro, proviamo almeno quest’u lt im a strada: dimmi che aveva ragione lei, dimmi che dobbiamo chiederle scusa, dimmi che ci ha indicato la strada giusta, così io lo ripeto con te ad alta voce e posso dire di aver espiato un po’ delle mie colpe da negazionista. Macché. Quelli di G reta erano solo «slogan gridati». Ci vuole u n’«esplorazione più profonda di scienziati» perché «ancora tante sono le domande». Tante sono ancora le domande, capito? Parola di guru. E io che pensavo avesse già risposto a tutto Pad el l a ro.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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