STUPIDA RAZZA

mercoledì 12 ottobre 2022

Bonomi ci ripensa «Serve più deficit altrimenti le aziende non sopravvivono»

 

E anche Confindustria si iscrive al partito dello scostamento di bilancio. Dopo aver per mesi sostenuto che le risorse per fronteggiare il caro energia andavano trovate tagliando la spesa pubblica, ieri il numero uno dell’associazione degli imprenditori, Carlo Bonomi, ha riconosciuto in un’intervista alla Sta mp a che, in assenza di uno scudo Ue sul modello del recovery plan deciso durante la pandemia, fare più deficit diventa «inevitabile per sopravvivere». Coglie l’assist la Lega, che in campagna elettorale si era intestata questa battaglia («il presidente di Confindustria conferma che la nostra proposta è giusta», dice il responsabile fisco del Carroccio Alberto Gusmeroli) mentre il cofondatore di Fdi Guido Crosetto si limita a dire che «si ascolta sempre il presidente di Confindustria quando parla». Per Bonomi «la risposta europea» all’emergenza energetica «dovrebbe essere il tetto al prezzo del gas e un Next Generation Eu per l’energia come si è deciso per il Covid. Senza, l’Italia sarà a un bivio: salvare industria e famiglie per salvare il Paese oppure finire in una profonda crisi sociale. Se l’Eu ro pa non fa il suo dovere - e Draghi ci ha provato, ma ognuno pensa per sé - non resta troppa scelta. Un sistema di imprese trasformatrici come il nostro, senza nucleare e carbone, deve essere difeso. In questo contesto, lo scostamento finalizzato al solo contenimento dell’eme rgenza energia diventerebbe inevitabile per sopravvivere». SERVONO 50 MILIARDI Servono 40-50 miliardi, calcola il numero uno degli industriali, che non risparmia qualche bordata al governo uscente. La tassa sugli extraprofitti, dice per esempio, è stata scritta male. «La base normativa dell’imposta è sbagliata, l’imponibile presunto non si calcola sulle dichiarazioni periodiche Iva. Infatti, il gettito non è arrivato e sentiremo parlare dei ricorsi per anni. Inoltre, la tassa è stata estesa a imprese energetiche che non operano su acquisti e import di gas. Di qui i contenziosi e il basso incasso pubblico». Il taglio al cuneo fiscale è stato tardivo e poco incisivo: «Dicevano che non c’erano le risorse. Poi sono spuntati 60 miliardi per le emergenze. . . » . E anche sul Pn r r, Bonomi dà ragione alla M el o n i . Con gli investimenti, riconosce, siamo in ritardo. «La Nad e f atte - sta che nel 2021 e 2022 è stato speso solo il 43% delle somme previste. È evidente che c’è un problema ad avviare bene cantieri e opere, oltre ai progetti avanzati da parti territoriali della Pubblica amministrazione che tradizionalmente soffrono di gap tecnici. Il nuovo governo deve accelerare l’es ec uz io ne del Pnrr». Le prospettive per il futuro sono cupe. Il centro studi Confindustria prevede per il 2023 la crescita zero, ma intervenendo all’a s s e m b l ea dell’Unione Industriali di To r i n o ieri Bonomi ha ammesso che «nessuno può capire cosa succederà l’a nn o prossimo perché le variabili sono davvero tante. Pur nella nostra forza e robustezza stiamo affrontando e affronteremo un periodo molto più complicato di quello del Covid». Secondo lui il governo dovrebbe accantonare alcune delle promesse fatte in campagna elettorale dall’at - CRITICHE Il numero uno degli industriali Carlo Bonomi (foto a destra) ha criticato il governo uscente anche per il taglio tardivo e poco sostanzioso del cuneo fiscale tuale maggioranza: «Dobbiamo dire che le promesse fatte in campagna elettorale non possono essere in questo momento soddisfatte. È legittimo che i partiti cerchino di rispondere alle promesse elettori, ma non è il tempo per fare flat tax o misure di prepensionamento come quota 100». Tutte le risorse disponibili in questo momento vanno dirottate sull’industria, insiste. «Dobbiamo salvare l’industria italiana: senza l’industria non c’è l’Ita l i a » .



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