«Better safe than sorry», prevenire è meglio che curare: non poteva essere più chiaro ieri il presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce Andrea Enria. In un discorso tenuto alla Consob austriaca FMA, Enria ha messo in guardia le banche europee: bisogna procedere «con estrema cautela», la crisi geopolitica dell’invasione della Russia in Ucraina si sta trasformando «in uno shock macroeconomico». Le banche hanno una visione troppo ottimistica. La scorsa settimana il Comitato europeo per il rischio sistemico ha lanciato un avvertimento senza precedenti sulla stabilità finanziaria nell’Ue, ha ricordato Enria sottolineando come si «stia diffondendo una certa riluttanza da parte delle banche a impegnarsi seriamente in discussioni di vigilanza». Il chair dell’SSM ha messo a confronto la crisi pandemica con l’attuale crisi energetica, sottolineandone le profonde diversità. In avvio del Covid-19, la Bce aveva previsto uno “tsunami di sofferenze” che però non c’è stato, gli interventi fiscali hanno migliorato il quadro, la recessione è stata pesante ma più breve del previsto con una ripresa a “V” mentre l’inflazione viaggiava sotto il 2%. Ora è tutto diverso: la persistenza di un’inflazione straordinariamente elevata, l’aumento dei tassi di interesse più rapido del previsto, la volatilità dei mercati in ascesa sono fattori dominanti «in un contesto di livelli storicamente elevati di indebitamento di governi, imprese e famiglie». Il concentrato di rischi ora è dunque un invito a rivalutare cautamente il rischio di credito, i modelli di business e a intercettare le vulnerabilità, nei bilanci delle banche, che potrebbero materializzarsi con la crisi energetica. Questa volta gli scenari economici si evolvono peggiorando. Le banche dell’area dell’euro hanno avuto una performance buona, nella prima metà di quest’anno, ha detto Enria: nel secondo trimestre il CET1 è attorno al 15%, il ratio di liquidità ben sopra il 160%, i NPLs sono scesi sotto il 2% degli impieghi anche se di recente sono risaliti nel credito al consumo, mentre il RoE è passato in media dal 6% del primo trimestre al 7% nel secondo. Le banche vorrebbero vedere solo il lato positivo del rialzo dei tassi, con margini d’interesse in aumento, ma per l’SSM il costo del denaro in salita peggiora il rischio di credito, come si evidenzia nei prestiti di Stage 2. «Le banche devono rimanere vigili sugli sviluppi delle prospettive di rischio, proattive nel riconoscimento e nella gestione anticipata del rischio di credito e consapevoli di possibili insidie nelle stime fornite dalle proprie modelli interni in questo particolare contesto di rischio».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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