Aperture e chiusure. Il gioco infinito della diplomazia bellica si è ripetuto anche ieri: il G7 virtuale ha ripetuto il suo sostegno all’Ucraina, ed ha allargato il suo sguardo al ruolo della Bielorussia, minacciando «severe conseguenze» in caso di uso di armi atomiche, mentre il Cremlino ha confermato l’incontro di domani tra Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a un vertice regionale ad Astana, la capitale del Kazakhstan. Sul campo, però, la dura ritorsione russa dopo l’attacco al ponte Kerch ha preso di mira ieri le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, causando diversi black out. Erdogan ha tentato più volte di ritagliarsi un ruolo di mediatore sulla guerra, pur condannando l’annessione forzata delle quattro regioni ucraine da parte di Mosca. L’incontro di domani è stato semplicemente definito, dal portavoce di Putin, Dmitry Peskov, come l’occasione per discutere sulla situazione «in Ucraina, delle relazioni bilaterali e per scambiare opinioni sulla situazione attuale». Il ministero degli Esteri russo però non ha ancora ricevuto dalla Turchia - ha detto Sergei Lavrov - la proposta di Ankara su un eventuale patto di pace con i Paesi occidentali. La Russia - ha poi aggiunto il ministro, in risposta a una domanda alla tv di Stato - potrebbe valutare una proposta di incontro tra Putin e Biden al G20 previsto il mese prossimo. Nel corso di un incontro a San Pietroburgo con lo sceicco Mohammed Bin Zayed al Nahyan (chiamato Mbz nelle cronache internazionali), presidente degli Emirati arabi uniti, Putin ha intanto detto che è il piccolo Paese del golfo che potrebbe giocare un ruolo «significativo». Mbz ha riconosciuto «l’importanza di impegnarsi nel dialogo per ridurre le tensioni e arrivare a una soluzione diplomatica». Sul campo, la dura ritorsione russa, però, continua. Dopo i civili, lunedì, ieri l’obiettivo è stata la rete elettrica ucraina: 33 bombardamenti hanno colpito importanti impianti e reti ma, secondo il Servizio di emergenza statale, i conseguenti black out potranno durare un giorno o due al massimo. Almeno 300 agglomerati attorno a Kiev e attorno a Leopoli restano senza elettricità. L’Ucraina avrebbe allo stesso tempo colpito una sottostazione sul confine lasciando senza energia circa 2mila russi della regione di Belgorod. Sul confine nord con l’Ucraina, la Bielorussia ha confermato la creazione di forze congiunte con la Russia come «misura difensiva». Mosca continuerebbe inoltre a inviare, secondo gli Stati Uniti, centinaia di droni kamikaze iraniani, gli Shahed136, rumorosi e vulnerabili, a detta degli ucraini, ma comunque insidiosi. Gli attacchi russi e il coinvolgimento di Minsk sono stati al centro del G7 virtuale, che ha ripetuto il pieno sostegno all’Ucraina, finché sarà necessario. Soprattutto i leader dei sette principali Paesi si sono impegnati a rispondere con conseguenze severe a ogni uso di armi nucleari da parte della Russia. «Continueremo a fornire sostegno finanziario, umanitario, militare, diplomatico e legale e saremo fermamente al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario», ha spiegato il comunicato congiunto. «Assicuriamo il presidente Zelensky che siamo imperterriti e saldi nel nostro impegno a fornire il sostegno di cui l’Ucraina ha bisogno per mantenere la sua sovranità e l’integrità territoriale». Il G7 chiamerà Putin e tutti gli altri responsabili a rendere conto dei crimini di guerra compiuti in Ucraina e condanna «l’irresponsabile retorica nucleare»: «Riaffermiamo che ogni uso di armi chimiche, biologiche, nucleari incontrerà severe conseguenze», spiega la nota politica. Non manca un avvertimento a Minsk, sempre più direttamente coinvolta nella guerra. «L’annuncio di un gruppo militare con la Russia costituisce l’esempio più recente della complicità del regime della Bielorussia con la Russia», hanno spiegato i leader dei sette Grandi. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha poi precisato che il sostegno bielorusso «deve avere delle conseguenze». Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ripetuto che «il nostro obiettivo deve essere la pace, ma una pace che sia giusta e voluta dal’Ucraina». Al G7 Zelensky ha respinto ogni possibilità di colloquio con Putin e ha auspicato un tetto ai prezzi di gas e petrolio russo.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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