STUPIDA RAZZA

venerdì 14 ottobre 2022

Putin mette sulla graticola l’Eur opa: «Niente gas a chi piazza il price cap»

 



Vladimir Putin parla apertamente, per la prima volta, di come intende muoversi in materia di fornitura energetica nei confronti della Ue e le sue parole non lasciano spazio a fraintendimenti. La sessione plenaria della conferenza Set - timana dell’e ne rgia a Mosca, ha fornito un quadro chiaro di quello che ci aspetta come Europa e di quello che si aspetta il capo del Cremlino, «agitando» l’arma del gas mentre il freddo bussa alle porte dei cittadini dell’Unione europea. Puti n ha affrontato il tema d e l l’approvvigionamento di gas russo, quello delle sanzioni, del Nord Stream 2 e delle altre infrastrutture che consentono all’«oro del Cremlino» di raggiungere tutto il mondo. La decisione sul destino d’Europa in materia energetica è stata «lasciata», in occasione della conferenza, ai Paesi europei ai quali il presidente russo «passa la palla». Il capo del Cremlino si è rivolto agli europei come a clienti ai quali il suo «negozio energetico» non vuole far mancare nulla, a patto che questi non «dimentichino» la posizione di Mosca sulle sanzioni e sul price cap. «La Russia è pronta a fornire ulteriori volumi di gas all’Europa in autunno-inverno, la palla è nel campo dell’Ue » , ha avvisato Puti n , facendo ben intendere che non ha intenzione di sentirsi responsabile per quanto potrà accadere in futuro. Il senso complessivo del discorso è che ognuno deciderà per il proprio Paese: lui farà solo gli interessi dell’eco - nomia russa e gli altri sono invitati a fare altrettanto. Il messaggio, non troppo subliminale, è che se l’Europa toglie le sanzioni, la Russia è pronta a riaprire i rubinetti anche imm e d i ata m e nte. «Possiamo trasferire il volume di transito perso lungo i gasdotti Nord Stream, sul fondo del Mar Baltico, alla regione del Mar Nero. Rendere, quindi, principali le rotte di approvvigionamento del nostro carburante, del nostro gas naturale verso l’Europa attraverso la Turchia, creando il più grande hub del gas per l’Europa in Turchia. Certamente, se i nostri partner sono interessati a questo», ha dettagliato Puti n . Ovviamente il presidente russo ha colto l’occasione per «togliersi dalla scarpa» il sassolino dolente rappresentato dal Nord Stream. Prima di tutto, ha chiarito che «Mosca è pronta a fornire gas attraverso la linea del Nord Stream 2». Poi è passato a fare una sorta di bilancio di quello che il gasdotto può offrire al cliente finale e a tracciare il suo «identikit» di chi ha un reale interesse a non far funzionare la controversa «autostrada del gas». Vladimir Putin m o s tra , infatti, di avere una posizione molto chiara sul sabotaggio del Nord Stream 1 dei giorni passati. «I beneficiari della rottura del Nord Stream sono evidenti: gli Usa e i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative», ha detto. Ed è poi passato a parlare senza mezzi termini di terrorismo. «Lo scopo dell’atto terroristico contro i gasdotti Nord Stream era quello di minare la sicurezza energetica dell’i nte ro continente. Dietro il sabotaggio c’è qualcuno che vuole tagliare completamente i legami tra la Russia e l’Ue e così indebolire l’Europa», è la sua deduzione. Puti n , nel riferirsi al sabotaggio, lo giudica come un «precedente pericolosissimo». La conferenza di Mosca è stata insomma piena di «spiragli» aperti dalla Federazione ai Paesi europei, un invito (non proprio improntato alla libertà ma al velato ricatto delle temperature che scendono sempre di più) a non recidere il cordone che li lega a Mosca. Il messaggio sotteso è che, se l’Ue non segue ciecamente i passi voluti dall’America e dalla Nato, la Russia intende continuare a considerarla un partner col quale fare affari. Anzi, è stato rimarcato che la Russia ha convenienza a portare avanti la fornitura di gas. Il leader russo ha parlato infatti di «sicurezza da garantire alle infrastrutture» e di «gasdotti alternativi», lasciando intendere che, se l’Europa non gli garantirà almeno la salvaguardia dell’integrità dei mezzi per il trasporto di energia, per la sua Nazione ci sono comunque altre valide «vie d’uscita». «È possibile riparare i danni causati dalle esplosioni lungo le linee del gasdotto Nord Stream», ha detto Puti n , «ma avrà senso solo se continueranno a funzionare e la loro sicurezza verrà garantita». La Federazione russa, è comunque il senso del discorso, agirà per perseguire i propri interessi e non accetterà decisioni che li ledano. Così Puti n ha commentato infatti i piani europei per arrivare a un price cap sulle forniture energetiche: «Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia. Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo in ambito politico, non agiremo a nostro discapito». Quanto alle alternative per la Federazione, l’elenco è preciso: «Mosca piazzerà il suo gas sui mercati mondiali, per questo ci sono il Power of Siberia, il Turkish Stream e il Blue Stream». Il capo del Cremlino ha annunciato, peraltro, che a breve comincerà la costruzione del nuovo gasdotto Power of Siberia 2, diretto verso la Cina. A indirizzare gli indecisi verso la strada indicata dalla Russia ha pensato, del resto, l’amministratore delegato di Gazprom, A lek sej Bori sov ič Miller: «Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei di gas. Le forniture di gas via Nord Stream 2 possono iniziare immediatamente se riceverà le autorizza z io n i » . Ieri si è aperto anche un altro spiraglio, del quale si avrà eventualmente riscontro nell’incontro odierno in Kazakistan tra Puti n e il suo omologo turco E rd oga n . Il Cremlino si aspetta di ricevere una proposta di mediazione della Turchia con Kiev. «Z el e n s ky non parla con Puti n? Mai dire mai», ha commentato il consigliere diplomatico russo Yu r i Us h a kov in merito alle attese dopo l’incontro di oggi. «Probabilmente Erdogan proporrà qualcosa ufficialmente, non rifiutiamo mai negoziati o altri contatti internazionali utili. Non allontaniamo mai una mano tesa», ha continuato, dicendosi pronto a tenere «la porta della diplomazia aperta » . 

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