STUPIDA RAZZA

lunedì 24 ottobre 2022

Mattarella: guerra russa sciagurata, la Ue garante di pace

 

Nessuno può sottrarsi al grido della pace perché tutti dobbiamo puntare a «fare un passo avanti» per conquistare un ruolo attivo, soprattutto in Europa che vede in gioco i suoi valori, la sua libertà, la sua prosperità. Resta, però, fermo il principio di una pace che rispetti «giustizia e verità» e il punto di vista degli aggrediti. Questo in sintesi l’intervento di ieri di Mattarella che ha voluto essere testimone all'Incontro Internazionale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio “Il grido della pace. Religioni e culture in dialogo”. Era presente anche il presidente Macron - che oggi sarà ospite al Quirinale - e poi il presidente della Cei, il segretario generale della Lega Musulmana mondiale e il Rabbino capo di Francia. Dunque Mattarella di nuovo dedica il cuore del suo discorso alla «sciagurata» guerra in Ucraina chiedendo una «pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito». Questo però chiama in causa l'Europa perché, dice, «occorre impedire che una nuova linea di “faglia” attraversi e si aggiunga alle troppe che già caratterizzano l’Europa, il Medio-Oriente, in tanti luoghi del mondo». Ma adesso il cuore del conflitto è qui, e la sfida è in Europa e per l’Europa e noi «non possiamo consegnarci all’ingiustizia delle situazioni di fatto, né allo strazio di guerre “infinite”». Ma soprattutto l’Unione «non può e non deve permettersi di cadere “prigioniera” della precarietà, incapace di assolvere al suo naturale ruolo di garante di pace e di stabilità nel continente e nelle aree vicine. Ne va della nostra stessa libertà e prosperità». A 77 anni dalla Carta di San Francisco sulle Nazioni Unite «serve il coraggio di un passo avanti» valutando i limiti dell’esperienza fatta. Una pace che - come si usa dire - devi prepararla ma che ci viene preclusa se c’è «chi esalta la volontà di potenza, perché la pace è integrale o non esiste». E insiste su come lui intenda costruire i percorsi di vera pacificazione che vanno accompagnati a «verità e giustizia» perché «qui si è fondata Costituzione e Repubblica italiana e lo  stesso spirito della dichiarazione di Schuman nel 1950». E invece oggi la «sciagurata guerra», ci spinge a dividerci quando invece dovremmo unirci di fronte alle sfide mediche, scientifiche, alimentari, terroristiche. Non manca di parlare dell’incubo peggiore, l’arma nucleare. «Sarebbe la perversa tentazione dell’escalation, della spirale di violenze che si alimentano di violenza». E dunque quale sfida abbiamo davanti? «Realizzare con perseveranza percorsi di pace, attraverso un impegno collettivo della comunità internazionale che valorizzi il dialogo, i negoziati, il ricorso alla diplomazia in luogo delle armi». A cui, però, si affianchi una seria lotta per combattere divari e disuguaglianze, che sono la base di potenziali conflitti. Saluta dicendo che «non saranno mai abbastanza numerose le iniziative dirette a promuovere la pace, qui, come a Parigi, con la imminente quinta edizione del Forum de Paris sur la Paix, con un’ambizione inclusiva per una pace integrale». Alla fine, gli interventi dei presidenti Mattarella e Macron si sono articolati su una linea di coerenza, quella del rispetto dell’aggredito e del necessario ruolo europeo. 

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