STUPIDA RAZZA

mercoledì 12 ottobre 2022

Negli ospedali rincari del 70%: la bolletta costa 1 miliardo in più

 

P er gli ospedali c’è una bolletta saltatissima da pagare quest’anno che costerà almeno un miliardo in più rispetto agli 1,3 miliardi pagati prima dello scoppio della crisi eneregtica. I rincari negli ospedali - bollette alla mano relative ai primi 6 mesi di quest’anno - sono in media più alte di oltre il 70%, con il Sud più penalizzato che pagherà quasi il doppio (il 96 per cento): se i prezzi resteranno questi, cosa affatto non scontata perché altri rincari potrebbero arrivare, il conto finale sarà maggiore di 940 milioni. Per pagare gli ospedali dovranno spostare le risorse disponibili tagliando innanzitutto il personale, quei medici e infermieri che servono a esempio per recuperare le liste d’attesa che si sono allungate con il Covid. E poi rinunciando a fare investimenti nelle tecnologie sanitarie che servono a curare meglio i pazienti. Insomma alla fine a farne le spese sarà la qualità delle prestazioni del Servizio sanitario e dunque gli italiani. A calcolare nel dettaglio il caro bollette che sta colpendo anche le strutture sanitarie, come tutto il resto del Paese con la differenza però che nelle corsie ospedaliere l’energia non può essere ridotta o razionata, è la Fiaso - la Federazione che riunisce i manager di Asl e ospedali - in una ampia indagine che sarà pubblicata presto e che qui viene anticipati nei suoi numeri principali. FIaso ha, infatti, voluto misurare l'impatto della bolletta energetica attraverso una survey su un campione di aziende sanitarie italiane. L'indagine sul caro-bollette negli ospedali e nelle Asl ha riguardato 38 strutture distribuite in tutta Italia. Ecco che cosa dicono i primi dati: il confronto tra gennaio-giugno 2021 e lo stesso semestre 2022 evidenzia una crescita di costi pari al 72,2%. In particolare aumenta del 75% la spesa per l'elettricità e del 68,7% quella per il riscaldamento. Mediamente negli ospedali e nelle Asl del Nord l’incremento è stato pari al 62,2%, nelle aziende del centro Italia cresce leggermente e si attesta al 66,6%. Mentre le aziende del sud hanno registrato un incremento superiore pari al 96 per cento. Un fatto questo dovuto forse ai minori investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici fatti nel Meridione e forse anche al fatto che al Nord, dove c’è più bisogno di riscaldamento, il tema energia è da sempre molto attenzionato. In ogni caso la stima a inizio anno fatta da Fiaso era stata di un aumento del 30%, ma i dati reali restituiscono una situazione decisamente più pesante con incrementi di almeno il 72%, solo nei primi sei mesi del 2022. Questo significa che i 400 milioni stanziati per il caro bollette in Sanità nell’ultimo decreto aiuti non è sufficiente. «Ne avevamo chiesti 1,5 miliardi: a fine anno arriveremo anche a rincari più alti del 7o% , ma se anche dovesse restare questo il trend la bolletta 2022 dovrebbe valere almeno 2,2 -2,3 miliardi, almeno 1 miliardo in più rispetto al passato», avverte Giovanni Migliore presidente di Fiaso. Che ribadisce la condizione unica degli ospedali: «Non è possibile razionare l’energia per un esame diagnostico, una pet o una tac. Anche la temperatura va mantenuta costante così come l’illuminazione, per questo non siamo stati coinvolti nel piano di Cingolani per il risparmio energetico». «Tra l’altro - aggiunge Migliore - come stiamo osservando nella nostra indagine non mancano già diverse esperienze a macchia di leopardo per l’efficientamento energetico negli ospedali solo che se si dovesse pensare a mettere tutti quanti in atto le migliori buone pratiche per il risparmio dell’energia stimiamo che questo si aggirerebbe sul 6-8% della bolletta e produrrebbe i suoi risultati solo nel medio periodo». Ma cosa succederà agli ospedali che ora dovranno fare fronte a queste maxi bollette? «Non c’è il rischio che qualcuno arrivi al pronto soccorso e trovi la luce spenta - spiega ancora il presidente di Fiaso -, ma comunque queste risorse dovranno essere trovate nei bilanci degli ospedali. Quindi se stringiamo la cinghia per trovare questo miliardo in più da qualche parte dovremo tagliare e il primo intervento è sempre quello sul personale da assumere e stabilizzare che serve tra l’altro per recuperare le liste d’attesa, poi si interviene sugli investimenti e quindi sull’acquisto di nuove tecnologie». Per Migliore comunque bisogna fare un ragionamento più ampio: «Alla Sanità bisognerebbe garantire sempre l’8% del Pil. Anche perché come abbiamo scopetrto in due anni di pandemia senza la salute non si produce neanche ricchezza».

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