Sul gas l’Euro - pa non trova nessun accordo, ma su cosa bisogna mettere sui fornelli è unita più che mai: cibi ultraprocessati, insetti, prodotti delle multinazionali che, se potessero, farebbero a meno degli agricoltori, e ci stanno attivamente lavorando. A tavola con (i cibi) Frankenstein è il progetto di Ursula von der L eye n - la decisione finale arriverà entro dicembre - che per difendere il green deal dall’inqui - namento agricolo è convinta che si debbano limitare le scelte dei consumatori. Via prosciutto, olio d’o l iva formaggio, sì agli insetti, al finto latte, alle bibite energetiche, alle proteine vegetali. Lo schema è quello sperimentato con la pandemia: imporre d’autorità comportamenti ai cittadini per trarne un profitto e affermare lo Stato pedagogo, il Leviatano. Applicato al cibo, si traduce in danno prima di tutto per l’Italia, che è il Paese che più li fa arrabbiare: con lo 0,4% di superficie agricola produciamo un valore aggiunto di oltre 300 miliardi, di cui il 20% realizzato all’e s te ro. E se recuperassimo i 100 miliardi di prodotti imitati e falsificati, il conto diventerebbe astronomico. Non gliene importa nulla della salute dei consumatori, quello che vogliono è mettere le mani sulla torta italiana. E stavolta l’offensiva è totale. Accusano l’Italia di essere una «lobby infernale» contro il Nutriscore. Si sta schierando tutta la grande distribuzione europea, per imporre la famosa etichetta a semaforo che boccia l’olio extravergine d’oliva, promuove i beveroni proteici e le bibite da sballo. La miccia l’ha riaccesa M ich el Eduard L e cl e rc , il patron della gigantesca catena di supermercati che deve avercela ancora con l’Italia dopo che tentò di conquistarsi il nostro mercato attraverso un accordo con Conad, costretta poi a disdirlo perché ai francesi, di salvaguardare prodotti freschi e italiani, interessava il g i u s to. L’epidemiologo francese - e vedremo che il Covid c’entra - S e rge H e rc b e rg , che ora plaude a L e cl e rc , inventa un algoritmo per stabilire cosa è giusto mangiare e cosa no. Lo fa concentrandosi sui contenuti di sale, zucchero e grasso per 100 grammi di prodotto. Le multinazionali capiscono che è un trampolino di lancio per imporre cibi senza quegli elementi ma zeppi di chimica, che costano pochissimo e rendono tantissimo. E si mettono al lavoro in Ue per affermare il Nutriscore, che colora i cibi in base alla loro presunta pericolosità (il vino è nero, dunque mortale). Il Nutriscore viene adottato in Francia, in Germania, in Belgio, in Olanda, dove il vicepresidente della Commissione europea Fra n s Timmermans, grande amico delle multinazionali che hanno sede ad Amsterdam e grande nemico dell’agricoltura, lo esalta. Però, nel frattempo, perde colpi perché si capisce che l’algoritmo è sballato. Al punto che Claire Bur y, a capo della direzione generale sulla nutrizione dell’Ue, esprime forti dubbi. Ed ecco che le vere lobby si ri-mobilitano. Un’asso - ciazione di consumatori francesi, Que Choisir, vuole il Nutriscore. Monsieur L e cl e rc fa un video sui social in cui dice: «Il Nutriscore è minacciato perché c’è una lobby infernale, che è partita dall’Italia ma anche di produttori francesi, che rifiuta questo sistema di informazione, che credo sia molto vantaggioso per il consumatore. Dobbiamo bloccare questa lobby che vuole eliminare il Nutriscore.» Rispondono in coro la Coldiretti con il presidente Ettore Pran - dini, Filiera Italia con il consigliere delegato Luigi S c o rd amaglia e il governo con il sottosegretario all’A gr ic ol tu ra Gian Marco Centinaio ( L ega) : respingendo le accuse e contrattaccando. «Noi lobby?», dice S c o rd a m a g l i a; «Noi combattiamo per gli interessi dei consumatori alleati dei produttori e delle filiere di qualità. La vera lobby la fa chi, con il Nutriscore, fa gli interessi neanche nascosti di chi produce cibi iper-processati e di s i nte s i » . Gian Marco Centinaio ag - giunge: «La battaglia contro il Nutriscore è la difesa del Made in Italy e di tutti i prodotti europei di qualità, espressioni di tradizioni e territori». L’Italia ha proposto un suo sistema di etichettatura (che tiene conto della dieta mediterranea, considerata la più salubre al mondo: si chiama Med Index, è basato sul bilanciamento dei cibi ed è stato messo a punto dall’Un ive r s i tà di Bari), il Nutriform che fornisce vere informazioni nutrizionali alimento per alimento. La Commissione europea deve decidere sull’etic h ettatura entro la fine dell’an n o. Paolo De Castro (Pd), vicepresidente della Commissione agricola del Parlamento europeo, spiega a La Verità: «Ormai c’è uno scontro ideologico. A Bruxelles sono convinti che va combattuta la libertà di scelta dei consumatori, che bisogna insegnare alla gente cosa mangiare per evitare che gravino sui sistemi sanitari. Se la decisione prende questa piega, la battaglia è persa». È andata così coi vaccini anti Covid, in attesa che Ur su la von der L eye n chiarisca i suoi rapporti con Pfizer, è lo stesso che accade col green deal. Deutsche Bank aveva avvertito: «Servirà un po’di eco dittatura». Pazienza se, invece del prosciutto, mangeremo ragni. È tutta salute!
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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