STUPIDA RAZZA

lunedì 24 ottobre 2022

SÌ, IL GOVERNO È IN BOLLETTA MA PER COLPA DEI MIGLIORI

 

Oddio, siamo in bolletta! All’im p rov v i so, dopo averne narrato per mesi i successi, i giornali che hanno fiancheggiato «l’esecutivo dei migliori» si accorgono che il Paese è alla canna del gas. Giorgia Meloni si è insediata appena da poche ore e dunque non può essere considerata responsabile di nulla, se non di aver vinto le elezioni. Tuttavia, i quotidiani cosiddetti indipendenti fanno a gara nel dipingere a tinte fosche la situazione dell’Italia, quasi fosse una conseguenza della recente nomina. «Il governo parte in bolletta» era il titolo ben augurante che ieri campeggiava sulla prima pagina di Repub - b lic a, ossia dell’organo del nuovo Comitato di liberazione nazionale. Per il quotidiano della famiglia Ag nelli, quella che dopo aver tosato per anni il Paese ha trasferito armi e bagagli in Olanda approfittando di una legislazione fiscale più vantaggiosa, la leader di Fratelli d’Italia parte in salita: «Il buco nero del caro energia si prende tutte le risorse». Altro che marcia su Roma, M el o n i deve marciare su Gazprom per poter avere il metano a prezzi calmierati, altrimenti ogni sua speranza sarà vana. «La partenza è a ostacoli», prefigura la testata che un tempo dettava la linea alla sinistra e ora, scomparsa la sinistra, fatica a dettarla perfino a sé stessa. Se fino a ieri si parlava dell’ultima vittoria di Dra - ghi sul gas (titolo entusiastico del Corriere della Sera, con apposita precisazione che l’Eu - ropa ha accolto tutte le richieste del governo italiano), adesso si parla della probabile sconfitta del governo appena nato, il quale, pur essendosi insediato da qualche ora, già vede a rischio le misure simbolo ed è costretto a dirottare le poche risorse sul capitolo energia. Se fino a ieri avevamo il governo che tutti ci invidiavano, in un solo giorno abbiamo una situazione che tutti tem o n o. Ovviamente, né in prima pagina né in quelle interne, i giornaloni sentono il dovere di precisare che se siamo in «bolletta» lo si deve a dieci anni di governi dei migliori. Dal 2011 a oggi, cioè da quando grazie a Mario Monti l’Italia è stata costretta a fare i compiti a casa, l’economia nazionale è andata di male in peggio. Assecondando le direttive europee, i cosiddetti esecutivi di salvezza nazionale hanno portato il Paese sull’orlo della recessione. Dall’ex rettore della Bocconi all’ex governatore della Bce, l’eredità è un pozzo senza fondo che rischia di mangiarsi ogni speranza, ma tutto ciò la grande stampa fatica a riconoscerlo. Eppure il problema è proprio questo: grazie ai tecnici che ci hanno governato nell’ultimo decennio, il Paese sta peggio di prima. Il debito resta il più alto d’Europa, il tasso di occupazione rimane invece uno dei più bassi, e le tasse ci fanno vincere un altro primato. I mali strutturali, in pratica, sono quelli di sempre, con la sola differenza che, nonostante gli ultimi governi non siano stati scelti dagli italiani bensì dalle cancellerie europee, la situazione non è migliorata, ma semmai è andata via via degradandosi. Sì, siamo in bolletta, come scrive Re p ub b l ic a , ma a spingerci fin qui ha contribuito anche chi diceva di volerci aiutare, come per esempio Bruxelles, le cui decisioni non ci sono state certo di sostegno, ma anzi hanno contribuito ad affossarci. Basti pensare ai pasticci delle banche che hanno consentito di salvare quelle tedesche, ma hanno ucciso le nostre, anche quando di farle fallire non c’era bisogno. Sì, mentre descrivono la situazione complessa in cui versa il nostro Paese, i giornaloni si dimenticano di ricordare che il disastro non è tutta farina del nostro sacco, ma le mani per spingerci sull’orlo del baratro appartengono ai nostri partner europei, i quali - credo si possa dire - hanno sbagliato quasi tutto ciò che si poteva sba g l i a re. L’ultimo errore è consistito nel sostegno senza condizioni all’Ucraina, una battaglia ideale che non si è curata di proteggere gli interessi nazionali, ma ha sposato la causa di Kiev senza neppure chiedere agli alleati di pagare il conto evitando di speculare sul prezzo del gas. Il risultato è sotto gli occhi di tutti tranne che di quelli dei cosiddetti nostri osservatori. In Francia, Emmanuel Macron critica le politiche energetiche e commerciali degli Stati Uniti, dicendo che l’A m e r ic a non può continuare a fare affari sulla nostra pelle. Secondo il presidente transalpino, gli Stati Uniti e la Norvegia stanno realizzando dei super profitti, beneficiando di un «reddito da guerra geopolitica», e mo nsieur le présidentsi dice pronto a discuterne con le controparti americane e norvegesi. In pratica, dopo otto mesi di guerra, all’Eliseo si rendono conto di ciò che noi sosteniamo da tempo, beccandoci l’ac - cusa di essere filoputiniani. Le sole a non arrendersi all’evidenza, a questo punto sono le testate del Cln, le quali dopo aver parlato per settimane di pericolo del fascismo, ora sostengono che il pericolo non viene dalle camicie nere, ma dalle tasche al verde. Sì, c’è u n’Italia in bolletta, ma non per colpa di Giorgia Meloni premier per un giorno, bensì di chi ha governato negli ultimi dieci anni, badando più al pareggio di bilancio che al rilancio del Paese. Come si diceva ai tempi di M o nti : se fosse così facile risanare i bilanci pubblici affidandosi a un economista, saremmo circondati da professori trasformati in premier. Invece, come si è visto, i peggiori guai a volte li fanno i tecnici, poi tocca ai politici riparare i danni. O per lo meno è ciò che si spera, così fra qualche anno anche i giornaloni potranno scrivere che la bolletta lasciataci in eredità dai precedenti governi è stata pa gata .

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