L a Bce continua con i suoi rialzi al buio: inasprisce i i tassi di interesse, ma non spiega perchè. Così facendo si sta assumendo il rischio di innescare quel circolo vizioso per cui l’ambuiguità della politica monetaria riduce la credibilità della banca centrale. I danni possono essere economici, riducendo l’efficacia dell’azione dell’istituto di Francoforte, e politici, intaccando nei fatti la sua indipendenza. (👍👍👍) I danni dell’ambiguità sono evidenti se si mettono in fila gli anelli di quella catena di trasmissione che parte da quello che Christine Lagarde ed il suo consiglio fanno e dicono. I fatti e le parole dovrebbero influenzare nella giusta direzione le aspettative di famiglie, imprese e mercati. Ma questo cosa significa nell’attuale contesto macroeconomico, in cui l’inflazione continua ad essere alimentata da spinte sui costi delle imprese dovuto all’inasprimento dei prezzi dell’energia? Semplice: bisogna evitare che le aspettative di inflazione incorporino sistematicamente tale inasprimento, trasformandolo da temporaneo a strutturale. (👍👍👍) Cosa potrebbe fare la Bce? Spiegare in modo completo trasparente dove sta andando, ed a quale velocità intende andarci. Traduzione: finiti gli interventi programmati sulla liquidità, la Bce dovrebbe dirci quale è il livello del tasso di interesse compatibile, nel medio periodo, al raggiungimento del suo target inflazionistico. Quindi continuare ad annunziare la sua politica monetaria, avendo cioè una regola, che al contempo flessibile, in quanto tarabile sull’evoluzione congiunturale. Esempio: con le attuali stime che danno il livello strutturale del tasso di rendimento reale sulle attività prive di rischio praticamente a zero, ed un obiettivo inflazionistico del due per cento, il tasso che corrisponderebbe ad una politica monetaria neutrale, cioè nè restrittiva nè espansiva, sarebbe uguale al due per cento.Quindi, con gli aumenti decisi ieri, la Bce avrebbe chiuso la fase espansiva della politica monetaria, iniziata nel 2014, aprendo una fase restrittiva. La fase restrittiva avrebbe un obiettivo ed un percorso. L’obiettivo sarebbe quello di ritornare nel medio periodo al due per cento, ed il percorso, velocità inclusa, dipenderebbe dalla dinamica dell’inflazione effettiva. Una simile condotta, se definita ed attuate in modo credibile, diventerebbe una utile bussola per l’economia. Effetto positivo: aumentano le probabilità che le aspettative inflazionistiche considerino l’inflazione temporanea, sempre in un orizzonte di medio periodo. (👍👍👍) Di riflesso, i costi della restrizione monetaria diventerebbero minori. Concretamente, la recessione diventerebbe un evento meno probabile, ed in ogni caso le sue coordinate principali - profondità e durata – sarebbero più dolci. È l’auspicabile ”Effetto Ulisse”: una banca centrale credibile può attuare una politica anti-inflazionistica, minimizzandone i rischi recessivi. La Bce sta andando nella direzione opposta. Lo strumento degli annunzi programmatici è stato completamente archiviato. Gli argomenti? L’alta incertezza della congiuntura economica, unita al fatto che gli interventi di politica monetaria prendono tempo per avere efficacia. Ma entrambi gli argomenti sono proprio quelli che l’analisi economica indica come fattori che dovrebbero consigliare una banca centrale ad adottare una regola monetaria flessibile. Altrimenti, aumenta il rischio che le aspettative, quindi l’inflazione, vadano nella direzione opposta a quella auspicabile. È il temibile “Effetto Delfi”: quello che la Bce fa e dice viene interpretato, e l’effetto è assolutamente imprevedibile, e può essere anche altamente sgradito. L’opacità della politica monetaria può intaccare la credibilità della banca centrale, perchè può essere attribuita a comportamenti opportunistici da parte dei banchieri centrali, innescando un pericolo circolo vizioso. È un pericolo da non sottovalutare. Un esempio? La premier finlandese Sanna Marin si è di fatto chiesta se l’area Euro cadrà in recessione perchè c’è una Bce autoreferenziale. Se si continua a non spiegare quello che si fa, questa è una rondine che rischia di far primavera.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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