STUPIDA RAZZA

giovedì 20 ottobre 2022

Trimestre in recupero, ma per i big del settore il 2023 resta una incognita

 

Sarà una settimana cruciale per le compagnie aeree per capire se il settore ha imboccato la traiettoria della ripresa lasciandosi alle spalle la crisi Covid. I primi segnali sono positivi, ma gli analisti restano cauti: il 2023 è ancora pieno di incognite a causa dell’inflazione, del costo del petrolio e dell’indebitamento accumulato dai vettori durante la crisi. Il dollaro sostiene i vettori Usa La pubblicazione dei risultati del terzo trimestre di United e American Airlines dovrebbero confermare, secondo gli analisti, una netta ripresa per le compagnie americane sostenute anche dal dollaro forte che sta favorendo i viaggi verso l’Europa. Dopo la trimestrale positiva di Delta Air Lines e un outlook per fine anno con utili per azione superiori del 5-6% rispetto al 2019 prima della crisi Covid, c’è attesa per i risultati degli altri vettori americani che hanno in calendario la trimestrale in settimana. È il caso di United Airlines, che prevede un aumento del fatturato del 65% rispetto allo stesso periodo del 2021 a 12,7 miliardi di dollari e un utile per azione di 2,28 dollari contro una perdita di 1,02 dollari dello scorso anno. Nel secondo trimestre, United ha messo a segno un utile per azione di 1,43 dollari, in aumento rispetto a una perdita netta di 3,91 nel secondo trimestre del 2021 e ricavi balzati del 121% a 12,1 miliardi di dollari. Con la conferma di queste previsioni, per la prima volta dallo scoppio della crisi Covid il vettore avrà messo a segno due trimestri in utile. Dello stesso tenore American Airlines, che ha rivisto al rialzo le previsioni del fatturato del terzo trimestre al 13% rispetto allo stesso trimestre del 2021 dal 10% stimato in precedenza. La revisione della guidance è arrivata dopo un secondo trimestre con profitti per 76 centesimi per azione, interrompendo una serie di nove trimestri consecutivi in perdita. In forte aumento anche i ricavi a 13,4 miliardi di dollari (+81%) sempre nel secondo trimestre. Stesso trend in Europa, dove i vettori stanno rivedendo al rialzo le stime del terzo trimestre come nei casi di Lufthansa, easyJet e IAG.La ripresa sarà temporanea I timidi segnali di ripresa arrivano dopo anni di sacrifici causati dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dal lockdown cinese, tutti fattori che hanno fatto perdere slancio all’economia mondiale. Tuttavia, secondo le proiezioni della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, il 2023 «non è rassicurante» e i segnali «stanno diventando più cupi. L’Europa si troverà ad affrontare un inverno difficile a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e probabili carenze di approvvigionamento energetico», scrive l’associazione. Anche gli analisti di Bank of America hanno abbassato le stime per il 2023 del 10% degli utili lordi del settore. I dati sulle prenotazioni del quarto trimestre, secondo la Iata, sono incoraggianti in particolare in Europa dove a fine anno si toccherà circa -25% rispetto al 2019. In Italia ripresa del traffico In Italia i picchi di volumi estivi registrati dalla stragrande maggioranza degli aeroporti hanno mostrato segnali di forte ripresa, soprattutto al sud e sulle isole: ad agosto i volumi complessivi di passeggeri sono stati -7 per cento rispetto al 2019 e +45 per cento rispetto al 2021, secondo i dati pubblicati dall’IBAR (Italian Board Airline Representatives). In netto miglioramento anche la connettività internazionale al 97 per cento rispetto ai livelli pre-Covid e al 124 per cento per quella domestica: a settembre, l’Italia aveva ripristinato collegamenti con 74 paesi (81 pre-Covid) e con 227 destinazioni contro 267 prima della pandemia.  

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