STUPIDA RAZZA

martedì 18 ottobre 2022

«Il 70% dei condomini non pagherà la luce Al buio pure gli altri»

 

Serve un piano Marshall per aiutare gli italiani a pagare le spese condominiali che quest’an no raddoppieranno a causa dei costi dell’energia. A parlarne con La Verità è Francesco Burrelli, presidente di Anaci, la principale associazione di amministratori di condominio. State riscontrando un aumento della morosità nei condomini a causa della crisi e n e rgetica ? «È il caso di fare una premessa. Stiamo per andare incontro a un problema sociale, che non riguarda più solo i furbetti morosi che non pagano. Per intenderci, la nostra associazione rappresenta circa 1,2 milioni di condomini in Italia che ospitano il 73-74% della popolazione italiana. Oltre 40 milioni di persone. Il problema è questo. Fino alla gestione 2020/2021, per le spese ordinarie con anche il riscaldamento centralizzato, la morosità oscillava intorno al 15-20% in media. Circa due su condomini su dieci. Per la gestione 2021/2022 sono cominciati a comparire problemi importanti perché i consuntivi che stiamo chiudendo sono circa il doppio della cifra preventivata per il 2020/2021. Per fare un esempio, un condominio con 20-22 persone circa con un consuntivo medio annuo di 22-23.000 euro, quest’a nn o chiuderà la partita a 39.600 euro. Un altro consuntivo di un palazzo medio da 148.000 euro per il 2020/2021, distribuiti in sei rate, quest’anno chiuderà a 296.000 euro. Per intenderci, io mi trovo quindi a chiedere ai condomini di pagare in una volta sola quanto prima pagavano in sei rate. È chiaro che non è sostenibile e che il numero di morosi schizzerà verso l’alto. Non finisce qui, gli amministratori, poi, devono fare anche il preventivo 2022/2023. Come possiamo farlo con questi valori? C’è quindi da unire alla morosità acquisita in precedenza quella di chi non può più pagare perché non riesce, oltre a malati, deboli e fragili che anche loro potrebbero avere difficoltà a far fronte alle spese. Si consideri che lo stipendio medio in un condominio italiano arriva a 1300-1400 euro al mese. Siamo davanti a un allarme sociale perché passeremo da due condomini su dieci morosi a sette condomini su dieci. In questo caso il problema non è se uno non paga, ma quando devo pagare per non far staccare la corrente». C’è un aumento dei distacchi dei servizi energetici dovuti a mancati pagamenti? «Le aziende stanno staccando le forniture perché si trovano buona parte dell’inso - luto del 2020/2021 e anche molto insoluto extra preventivo del 2021/2022. Così sono iniziate le chiusure. Per dare un dato, solo a Torino e provincia ne sono state chiuse 170- 180. Tutte le città dove c’è molto teleriscaldamento come ad esempio Parma, Brescia e Bergamo faranno la stessa fine. Il problema vero è determinare le condizioni per evitare che le imprese energetiche stacchino la fornitura». Come muoversi quindi? «Noi stiamo aspettando che il presidente della Repubblica dia l’incarico a Giorgia Meloni perché serve un’azione del governo. Ci vuole subito una misura contro le chiusure selvagge delle forniture. Quello di cui abbiamo bisogno è un tavolo di confronto con le imprese dell’energia, Anaci, i manutentori e gestori del riscaldamento che dovranno impostare le temperature. Si fa presto a dire di tenere 19 gradi in casa. Chi è esposto a Nord ci mette molto di più a scaldarsi di chi è rivolto a Sud. Serve una fotografia esatta dei condomini in Italia. Quanti sono gli abitanti dei palazzi che riescono comunque a pagare, quanti quelli che non ce la fanno perché hanno un reddito che non glielo permette, quanti quelli che potrebbero pagare ma non lo fanno. In questo caso, bisogna attivarsi in primis per riscuotere da chi potrebbe avere i fondi per pagare. A quel punto, però, conoscendo esattamente la situazione di tutti, di chi paga e di chi no, posso fare un piano di rientro parlando con le società energetiche e mostrando loro la copia dei decreti inviati a chi non ha pagato. Così riusciremo a passare l’in - ve r n o » . Quali sono le tempistiche per mandare un decreto a chi non paga? «Dopo un mese, un amministratore può mandare un avviso, se al secondo mese non ha ricevuto ancora il denaro invia una diffida ufficiale. L’ultimo passaggio è quello del decreto che deve arrivare al giudice. Se viene approvato, perché non ci sono contestazioni particolari, arriva il decreto esecutivo. In totale per questi step servono circa tre o quattro mesi. Il giudice può anche prevedere una dilazione di pagamento in un certo numero di rate». Se comunque il condomino non paga, il debito va ripartito su tutto il condominio? «In prima battuta, ognuno paga il suo. Ognuno deve fare fronte ai propri debiti. L’u n ic a condizione per cui un condomino non paga è perché non è solvibile su tutto il territorio italiano. Che, in pratica, significa che non ha proprietà o redditi di nessun genere. Solo in questo caso il debito è comunitario. Ma il problema non riguarda il singolo condomino che non paga. Il problema è che da ora in poi andremo incontro a molti proprietari che non potranno pagare perché non saranno in grado di sostenere i costi raddoppiati per l’energia nel giro di un anno e nemmeno potranno farsi carico di anticipare per gli altri in attesa dei rientri».

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