Accelera nel terzo trimestre la caduta delle vendite di personal computer: -19,5% a 68 milioni di unità (stime Gartner), il minimo da oltre 20 anni. I primi player nel mercato mondiale dei pc sono sempre gli stessi: Lenovo (con il 25,2% del mercato), seguita da Hp (il big che ha perso di più: -27,6%), Dell e Apple.La fotografia è quella di Gartner, e lascia poco spazio alle interpretazioni: il mercato dei Personal Computer ha appena fatto registrare il calo trimestrale peggiore da oltre vent’anni. O forse di sempre, considerato che la serie storica a cui fa riferimento la società di analisi americana parte da metà degli anni ’90. Un crollo vicino al 20%, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, che racconta in modo abbastanza limpido come e quanto stanno cambiando le priorità dei consumatori. Lo spettro della recessione, l’inflazione galoppante, la crisi energetica e le preoccupazioni che ne conseguono, sembrano spingere il mercato verso una logica prudenza. E i Personal Computer, che appartengono ai beni discrezionali, in questo momento pagano un prezzo importante. I dati L’analisi di Gartner dice che le spedizioni mondiali di PC hanno totalizzato 68 milioni di unità nel terzo trimestre del 2022. Un dato che si traduce in una diminuzione del 19,5% rispetto al terzo trimestre del 2021, quando le spedizioni lambirono quota 85 milioni. Numeri che ne fanno - come detto - il calo più forte da quando la società di statistica ha iniziato a monitorare il mercato dei PC. Ma anche il quarto trimestre consecutivo di calo anno su anno, a conferma dei malesseri del settore. I primi tre player nel mercato mondiale dei PC sono rimasti invariati, con la cinese Lenovo che ha mantenuto il primo posto nelle spedizioni con una quota di mercato del 25,2%, seguita dalle americane Hp, Dell, ed Apple (che per IDC e Canalys chiude il trimestre addirittura in attivo, ndr). Il calo più significativo fra i maggiori produttori è quello di Hp, con un -27.9%, seguita da Acer (-25,6%). EMEA la peggiore A livello regionale, il risultato peggiore è quello relativo al mercato EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), con un calo del 26,4% anno su anno nel terzo trimestre, e 17 milioni di unità spedite. «Diversi fattori hanno portato a un significativo deterioramento del mercato dei PC nell’area EMEA» ha detto Mikako Kitagawa, Director Analyst di Gartner. «Tra questi le condizioni macroeconomiche difficili, la domanda in calo sia sul fronte delle imprese che su quello dei consumatori privati, e gli alti livelli di inventario. Inoltre, molti fornitori di PC hanno chiuso le operazioni in Russia nei primi due trimestri di quest’anno, e questo ha avuto un impatto negativo sulle spedizioni complessive ed è particolarmente visibile nel confronto anno su anno». Un rallentamento storico Per Kitagawa, i risultati globali segnano «un rallentamento storico per il mercato dei PC». Il tutto mentre «le interruzioni della catena di approvvigionamento si sono finalmente attenuate», e le scorte elevate «sono ora diventate un problema importante data la debole domanda di PC sia nel mercato consumer che in quello business». Secondo l’analista, anche le vendite solitamente legate al ritorno a scuola - tipiche di questo trimestre si sono concluse «con risultati deludenti, nonostante le massicce promozioni». E questo anche a causa della mancanza di necessità «poiché molti consumatori avevano acquistato nuovi PC negli ultimi due anni». Non va dimenticato, infatti, che proprio durante la pandemia la domanda di PC e dispositivi connessi ha toccato livelli record, spinta dall’improvvisa esplosione di smart working e didattica a distanza. Quest’anno, però, sui dati pesa anche la maggiore prudenza delle aziende, che hanno ridotto la spesa IT, coi PC in coda alle priorità secondo gli analisti. Il 2022 nero dei produttori Il crollo trimestrale più significativo della storia dei Personal Computer, sicuramente aiutato dal boom del biennio precedente, arriva quasi a suggello di un anno già molto difficile per le aziende del settore. L’industria tecnologica, dopo la crescita folle registrata con la pandemia, è stata inghiottita dalla crisi dei mercati, con l’indice Nasdaq che ha bruciato circa 8 trilioni di dollari dal record di ottobre 2021. Da Lenovo ad HP, fino a Dell, i maggiori produttori di PC hanno perso tutti circa il 40% del loro valore in Borsa, da inizio anno. Calo più contenuto (ma comunque superiore al 20%) per Apple, che rimane la prima azienda per capitalizzazione di mercato a Wall Street e vanta un modello di business più solido. Ora le attenzioni sono tutte sul quarto trimestre dell’anno, solitamente più generoso per le vendite natalizie e le promozioni tipiche del periodo (come il black friday). Di contro, gli scenari macroeconomici che incutono timori. Sarà un bel banco di prova.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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